aeroporto sharm el sheikh

MAR ROSSO? NO, MAR RUSSO! – I TURISTI RUSSI, CHE SI SONO VISTI CHIUDERE LA PORTA IN FACCIA DA MEZZO MONDO, SCELGONO SHARM EL SHEIKH COME META DELLE LORO VACANZE (FACENDO AUMENTARE I PREZZI DEGLI ALBERGHI EGIZIANI) – LA TESTIMONIANZA DI UN PROPRIETARIO DI UN RESORT: “IL RUBLO HA UN BUON POTERE D'ACQUISTO ALL'ESTERO, IL CHE SI TRADUCE PER I RUSSI IN UNA MAGGIOR PROPENSIONE A VIAGGIARE”

Matteo Legnani per “Libero quotidiano”

 

SHARM EL SHEIKH

Scordiamoci le vacanze low-cost a Sharm El Sheikh. Cercando una camera nella popolare località turistica egiziana sul Mar Rosso, ci si imbatte infatti in prezzi che fanno alzare il sopracciglio. Certo, ottobre e novembre sono i mesi migliori per andare nel Sinai, perché il caldo soffocante dell'estate lascia il posto a un clima che somiglia molto a quello del Mediterraneo in estate.

 

SHARM EL SHEIKH 1

E in Europa, come nei Paesi della ex Unione Sovietica, le giornate sono già tipicamente autunnali, freddine e uggiose. Ma, cercando una camera per due sul sito di prenotazioni alberghiere booking.com si scopre che per cinque notti, ad esempio tra il 14 e il 19 novembre, si vanno a spendere più di 2.500 euro (ossia 500 euro a notte) nella gran parte dei 5 Stelle: ce ne vogliono 2.513 all'Iberotel Palace, 2.635 al Charmillion Club Resort, 2.794 al Jaz Fanara Resort, 2.920 al Sharm Dreams Resort. In alcuni casi, sempre per cinque notti, si sorpassano i 3mila euro: 3.239 al Parrotel Lagoon Resort, 3.663 al Coral Sea Holiday, 3.781 al Sunrise Montemare Resort-Grand Select.

SHARM EL SHEIKH 3

 

E scendendo di categoria le cose non cambiano nemmeno tanto. Per cinque notti in un 4 stelle si sta intorno ai 2mila euro, ma al Movenpick ce ne vogliono 2.996 e al Camel Dive Boutique Hotel 2.589. Prezzi che, in alcuni casi, comprendono anche i pasti, in altri la sola colazione.

 

Certo, le cifre variano da settimana a settimana, e anche da giorno a giorno. I pacchetti volo più hotel poi, come quelli offerti dai tour operator anche online (come ad esempio voyage-prive.it), abbattono un po' i prezzi. Ma per soggiorni a tariffe low-cost bisogna scendere di categoria, e in un Paese come l'Egitto non è consigliabile farlo, a scanso di brutte sorprese sulle condizioni dell'alloggio, alla pulizia e al cibo.

SHARM EL SHEIKH 2

 

«Per diversi anni, l'immagine di Sharm è stata penalizzata da eventi ingigantiti dai media nei loro effetti sui potenziali turisti» spiega Ernesto Preatoni, l'imprenditore italiano "padre" del Coral Bay Resort e che fu tra i primi, negli anni Novanta, a puntare sul turismo balneare nella penisola del Sinai.

 

spiaggia a sharm el sheikh

«Non intendo minimizzare fatti come gli attentati del luglio 2005 o la stessa rivoluzione egiziana del 2011. Voglio dire che i media occidentali hanno creato il panico, facendo credere che chi andava a Sharm rischiava la pelle. Ma chiunque ci sia stato, potrà dirvi che mai si è sentito in pericolo. E della rivoluzione, a Sharm, si è letto solo sui giornali, esattamente come si faceva qui in Europa».

 

È una realtà che dal 2005 in poi Sharm (e pure Hurghada e Marsa Alam) abbia vissuto anni difficili, resi ancor più ardui dalle rivolte del 2011. Molti dei progetti (in alcuni casi faraonici) in corso d'opera in quegli anni non sono mai più ripartiti. Alcune catene alberghiere internazionali hanno lasciato il Sinai o hanno sensibilmente ridotto la loro presenza.

sharm el sheikh hotel

 

E gli alberghi, con centinaia e centinaia di camere, erano spesso mezzi vuoti, come può testimoniare chiunque si sia recato da quelle parti in quegli anni. Tutto ciò si è tradotto in prezzi particolarmente bassi, non solo se paragonati a quelli delle località del Mediterraneo. E ciò a sua volta si rifletteva in uno scadimento delle strutture e della qualità dei servizi che finiva per spingere i turisti altrove.

 

Ma già prima dell'epidemia di Covid, con il Paese che ormai da anni non finiva più nella cronaca nera di mezzo mondo, la situazione era andata migliorando. «Gli anni immediatamente precedenti la pandemia erano stati positivi. Poi il Covid ha portato di nuovo via la gran parte dei turisti, ma appena i divieti di viaggiare sono venuti meno, qui è tornato il pienone» racconta Preatoni.

resort a sharm el sheikh

 

I segreti del successo di Sharm sono sempre gli stessi, come riassume il patron del Coral Bay: «È vicino all'Europa e ai Paesi dell'ex Urss, ha un mare stupendo e c'è sempre il sole". In più, da quando è scoppiato il conflitto tra Russia e Ucraina, le presenze di turisti russi sono cresciute.

 

Per la verità, loro, Sharm e le altre località balneari egiziane non le avevano mai abbandonate del tutto, anche dopo gli attentati e durante e dopo la rivoluzione. Essendo, mediamente, meno "fifoni" e di palato meno "fino" degli europei e con un inverno terrificante rispetto al quale il nostro è una fresca primavera, hanno sempre trovato in Sharm una via di fuga poco costosa e più vicina della Thailandia.

parco divertimenti a sharm el sheikh

 

Ma, da quando è scoppiata la guerra, il loro ventaglio di destinazioni turistiche si è ridotto. E l'Egitto è uno dei pochi Paesi che non gli ha sbattuto la porta in faccia. «Questo è un gran periodo per il turismo russo a Sharm conferma Preatoni - Il rublo ha un buon potere d'acquisto all'estero, il che si traduce per i russi in una maggior propensione a viaggiare.

 

moschea a sharm el sheikh

In questo momento al Coral Bay, abbiamo turisti di 24 nazionalità diverse, ma i soli russi occupano 300 delle nostre 1.500 camere. Se la gente viene, i prezzi si alzano». E dunque: i russi fanno ricco il Mar Rosso. Per l'invidia, e la rabbia degli albergatori italiani, che hanno visto negli ultimi mesi crollare l'afflusso da Mosca e dintorni di clienti invidiabili, come tutti quelli che spendono.

giro nel deserto a sharm el sheikh

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…