1. IN BARBA AL BERLUSCONI PASCALIZZATO, A MILANO SI CONTINUA A “FAR GIRARE LA PATONZA” 2. EBBENE SÌ, NONOSTANTE L’AGGUERRITISSIMA CONCORRENZA DI TRANS E DRAG, L’ANTICA E TRADIZIONALE “VIA DEL PIACERE” ESERCITA ANCORA IL SUO INDISCUSSO FASCINO 3. NEI CLUB “PORCINI” “STRIPTEASE” E “CARROZZERIA”, DOVE IMPAZZANO ESCORT E LAPDANCE 4. SI STRUSCIANO SUI PALI, SI DIMENANO SULLA PISTA TUTTE NUDE E POI INIZIANO A STRUSCIARSI SUI CLIENTI CHE LASCIANO QUALCHE EURO DI MANCETTA. E POI IL GRAN FINALE: TUTTE E 20 SUL PALCO NELL’ESIBIZIONE DI GRUPPO IN UN TRIPUDIO DI FIGA, TETTE E CULI 5. POI SE VUOI ‘’CONOSCERE’’ MEGLIO UNA O PIÙ DI LORO TE NE VAI AL PIANO DI SOPRA IN UNA SPECIE DI PRIVÈ MULTISTANZE. E LÌ OGNUNO VIVE A MODO PROPRIO LA SUA NOTTE

A.D. per Dagospia

Notiziona: la "farfallina" a Milano e dintorni non è passata totalmente di moda e continua a tirare. Fino all'arrivo di Dudù e della Pascale c'era il Banana a tenere sempre attiva la sua mefistofelica "apparecchiatura di alta ingegneria idraulica" e a fare onore al maschio lombardo.

Da qualche tempo però c'è un'ampia fascia di concittadini di Don Abbondio Pisapia che continua a "far girare la patonza" e a non disdegnare il pelo.

Ebbene sì, nonostante l'agguerritissima concorrenza di trans e drag, di trav ed escort gay, l'antica e tradizionale "via del piacere" esercita ancora il suo indiscusso fascino.

Certo i tempi e i riti sono cambiati. E di "professioniste" italiane se ne trovano sempre meno sui siti specializzati e nei locali porcini. Possiamo dire che l'effetto più palese del processo di globalizzazione a Milano è stato un indiscriminato processo di integrazione di figa.

Eh si! Ormai a Milano a donare gioie sono solo bellissime ragazze dell'Est e del Latino America (in prevalenza cubane e venezuelane). E le italiane sono costrette a trovarsi solo qualche cliente fisso che paghi loro l'Imu e le bollette. Le straniere oltre ad essere spesso di una bellezza statuaria sono anche a buon mercato.

Due i locali a Milano in cui è possibile ammirare bellezze straniere: lo Striptease e la Carrozzeria (un nome, una "leggera" allusione).

Lo Striptease è uno dei locali più antichi di Milano e uno dei più accreditati. Si trova al 272 di Viale Padova, la via più multietnica della città. Ingresso, 15 euro. Accessibile a tutti, o quasi.

Grande sala, palco centrale con tanto di pali per la lap dance, bancone bar, divani, divanetti e poltrone sparse per la sala. Circa 40 ragazze che "rianimano" la serata. La maggior parte di loro arriva dall' Est (Romania, Bulgaria, Ucraina e Russia) e anche qualche africana (quelle del Congo vanno forte).

Qui il cliente medio è "l'italiano medio". L'impiegato del Comune, il vigile urbano, lo studente lavoratore, l'operaio di Sesto San Giovanni. Ma anche l'arabo e il latinoamericano di seconda generazione. Gente semplice e senza grilli per la testa. Che il fine settimana ha bisogno di svagarsi un po'. E di lasciare i problemi a casa assieme alle mogli pesanti e appesantite dal tempo e da rapporti usurati.

Entri e ti senti al centro delle attenzioni di tutte ‘ste ragazze. Pare che gli piaci veramente. Ti senti quasi "voluto bene" tante sono le loro carinerie. In realtà le ragazze hanno un compito preciso: farti consumare il più possibile. Più drink tracanni, più loro guadagnano (pare che vadano a percentuale consumazioni).

Inizia lo spettacolo. Una ventina di ragazze a una a una fa la sua performance. Si strusciano sui pali, si dimenano sulla pista tutte nude e poi iniziano a strusciarsi sui clienti che lasciano qualche euro di mancetta. E poi il gran finale: tutte e 20 sul palco nell'esibizione di gruppo. Tutto un tripudio di figa, tette e culi.

Poi se vuoi conoscere meglio una o più di loro te ne vai al piano di sopra in una specie di privè. E lì ognuno vive a modo proprio la sua notte.

Noi ci siamo incrociati con una ragazza che chiameremo Sara. Arriva da Sofia, ha 27 anni e due figli di 10. Due gemelli che vivono con i nonni nel suo Paese. Sara ci fa tenerezza. Ci mostra una foto dei suoi figli. La tiene custodita gelosamente nella sua borsetta tutta zebrata. Ci racconta della sua epopea.

Un marito alcolizzato, la mancanza di soldi, la scelta obbligata dell'Italia per dar da mangiare ai suoi bambini. Ci dice che gli italiani sono dei porci mammoni ed egoisti. E che però di un suo cliente lei si era innamorata. Si chiamava Marco e aveva un' officina, una moglie e tre figli a carico. Ma Marco, alla fine, come molti maschietti ha deciso di non cambiare la sua vita. Non si è mosso da casa e l'ha liquidata.

Ci dice che aveva lavorato anche nell'altro locale, la "Carrozzeria". Qui si trova gente più danarosa. E' un club privato. E' in una zona ricca di Milano. Dietro Piazza Cinque Giornate. A due passi dal Tribunale. Qui i suoi clienti erano tutti avvocati di grido. Ci racconta di uomini schiacciati dalle loro carriere e dall'ansia della "prestazione perfetta". Uomini che arrivavano da lei tutti agitati, sudati, pippati. E che stavano a ore a parlare delle loro vite imperfette. Nel frattempo Sara ci ha fatto bere tre drink e se ne è fatta offrire un paio. Qualche soldino se lo è già portato a casa...

 

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