fondi attivisti wall street mercato

DAGLI USA ALL'EUROPA, L’AFFONDO DEI FONDI SPARIGLIA TUTTO – MAI COME QUEST'ANNO SONO FINITI NEL MIRINO LE GOVERNANCE, LE NOMINE, LA GESTIONE E I DIVIDENDI DI GRANDI GRUPPI E AZIENDE STRATEGICHE - I FONDI CAVALCANO I VENTI DI RECESSIONE, CHE RENDONO PIÙ AGEVOLI LE CRITICHE AI MANAGER – I CASI DI DISNEY, AIRBUS E BAYER. E, IN ITALIA, L'ASSALTO A POSTE E LEONARDO, CON LE PRIME VERE PICCONATE AL MURO DELLE PARTECIPATE DEL MEF – SOLO NEL PRIMO TRIMESTRE 2023, BARCLAYS HA CONTATO 83 CAMPAGNE IN TUTTO IL MONDO...

Estratto dell'articolo di Andrea Greco per “Affari & Finanza - la Repubblica”

 

fondi attivisti negli stati uniti

I fondi attivisti sono tornati: il 2023 offre dati da primato per le loro campagne. Barclays nel solo primo trimestre ha contato 83 campagne, Lazard 69, Insightia ha censito 409 interrogazioni pubbliche alle aziende. Cavalcano la correzione delle Borse e i venti di recessione, che rendono più agevoli le critiche ai manager. Si muovono con la logica dello sciame, dagli Usa alle meno battute Europa e Asia.

 

[…]

 

L'obiettivo finale è sempre far soldi: magari levandone a manager o altri stakeholder che campano su inefficienze, la cui rimozione può rilanciare i corsi azionari. Piazza Affari per ora è solo lambita da questo fenomeno, riparata dalle inefficienze del mercato nostrano e da quelle del sistema Paese su burocrazia, controlli, giustizia.

 

ZACH MECELIS

Ma la richiesta di poltrone piovuta dai fondi Covalis e Greenwood in due grandi partecipate del Tesoro, Enel e Leonardo, è un segnale da non sottovalutare, specie mentre la percezione degli investitori esteri sul rischio Italia appare in netto peggioramento.

 

Per il consulente Insightia nel primo trimestre le interrogazioni dei fondi alle aziende sono salite del 6% e potremmo superare le 973 dell'annata 2022 (l'anno record è il 2018, con 1.092). Ben 185 riguardano la governance, 150 le poltrone, 75 la richiesta di dare cassa ai soci, 55 i compensi, 87 i temi sociali, 60 l'ambiente.

 

I settori prevalenti sono finanza e industria (16% a testa), poi farmaceutici (14%) e ciclici (12%). Quasi metà delle campagne sono sulle capitalizzazioni oltre i 10 miliardi di dollari e solo un decimo sotto i 50 milioni: e la tendenza si accentua.

 

piazza affari 4

Lazard, in uno studio sull'attivismo, rintraccia due tendenze. La prima è lo swarming, per cui più fondi, spesso con strategie diverse, perseguono fini concomitanti, anche in successione: spia di un contesto volatile e ferocemente concorrenziale. Un 36% delle campagne tra gennaio e marzo è su aziende già prese di mira e il 13% è di tipo "multiplo".

 

Tra queste, anche quelle contro Salesforce – fino a cinque fondi in manovra – e Disney negli Usa, Bayer in Europa e la giapponese Seven & I.

 

PAOLO SCARONI ENEL

L'altro punto fermo sono le aggregazioni, da fare e più da disfare, al centro, per Lazard, di 29 campagne, pari al 42%. Un netto aumento, e più in Europa, dove il 57% delle campagne parte dalle acquisizioni, e in due casi su tre per smontare ciò che fu comprato, mentre le pressioni costruttive sono in netto calo, «anche dato il contesto difficile per gli acquisti».

 

[…] Le maggiori iniziative del periodo vengono dai grandi fondi specializzati nel confronto-scontro con le public company. Come Trian Fund, che a gennaio ha chiesto ai soci Disney di nominare il fondatore Nelson Peltz in cda, contestando la passata acquisizione di Twentieth Century Fox. Pareva la campagna dell'anno, ma il gruppo dell'intrattenimento si è "arreso" subito, offrendo un piano di riassetto che a febbraio ha spacchettato in tre rami Disney.

 

barclays logo c h partb

Anche Elliott si è tirata indietro, ma su Salesforce, dopo che la società tecnologica ha diffuso utili oltre le stime. Chi non molla è Carl Icahn, che ha sfidato il cda di Illumina chiedendo ai soci di nominare tre membri. L'assemblea ha respinto l'assalto, ma l'anziano gestore, che ha azioni per mezzo miliardo nel gruppo che sequenzia il Dna, continua a voler sventare l'acquisto della startup Grail, dopo i rilievi degli antitrusti Usa e Ue.

 

[…]

 

DATI SU NOMINE E FONDI ATTIVISTI

Anche in Europa le acquisizioni sono al centro della maggiore campagna del periodo: quella con cui Tci ha dissuaso Airbus dall'annettersi Atos. L'altro grande dossier è Bayer, dove le pressioni sui temi ambientali di fondi come Inclusive Capitale e Bluebell hanno fatto anticipare a giugno il cambio dell'ad . L'altro gancio capace di attirare i consensi (e le ire) degli investitori sono i compensi. "Compensation is the new governance", scrive Insightia: quando i manager sono pagati troppo si creano conflitti tra loro e il cda che possono rendere ingestibile l'azienda.

 

PIETRO LABRIOLA

Molte campagne hanno nei compensi eccessivi almeno un corollario. Il tema è nevralgico e tocca quasi tutte le facoltà manageriali: dal tema dell'agenzia che allinea sugli obiettivi finanziari gli interessi di azionisti e dirigenti, ai criteri Esg declinati nella sostenibilità ambientale (cui si lega parte dei bonus), nell'equo trattamento tra dipendenti e tra generi, e nella politica di remunerazione.

 

La recente bocciatura degli azionisti Tim scontenti del compenso fino a 26 milioni per l'ad Pietro Labriola è un esempio di attivismo all'italiana, benché guidato dal socio forte Vivendi; mentre il sostegno dei soci Unicredit ai 9,75 milioni prospettati al capoazienda Andrea Orcel è motivato dal rilancio della redditività e delle quotazioni nella sua gestione.

 

I FONDI ATTIVISTI NEL 2023

Un caso ormai di scuola, ma che si rafforza, è la "scalata attivista" del fondo Align Partners ai grandi gruppi della Corea del Sud, ispirati a una governance opaca e intrisa di familismo maschilista. Dopo avere sconfitto nel 2022 il reuccio del K-Pop e fondatore di Sm Entertainment, Soo-man Lee, il giovane gestore Changwan Lee sta continuando a scardinare il sistema: dalle finanziarie Jb e Woori all'emittente Sbs, ormai la strada è tracciata e gli emulatori seguono.

 

Chissà se in futuro si scriverà del nuovo "caso Italia", avviato dalle liste dei fondi esteri Covalis e Greenwood per avere spazio nei cda rispettivamente di Enel e di Leonardo. Una picconata al muro della governance delle partecipate del Mef: vedremo se si apre il varco.

 

Leonardo

I due grandi dossier del passato – le scalate diverse di Vivendi a Mediaset e di Elliott a Tim – non hanno fin qui prodotto risultati positivi per i due protagonisti: che oggi si barcamenano tra guerriglie societarie e minusvalenze. «Noi come fondi attivisti dell'Italia ce ne occupiamo il meno possibile: se vuoi giocare in Champions League devi essere sicuro che l'arbitro sia di assoluto livello, e il mercato sia efficiente», racconta Giuseppe Bivona, fondatore del fondo Bluebell che aggiunge di non avere «nessuna fiducia nei riguardi dei regolatori italiani».

piazza affari 8

 

E ricorda la battaglia di attivismo decennale in cui si è estenuato su Mps, banca che «ha potuto falsificare i bilanci per 10 anni con la colpevole connivenza di Consob e Banca d'Italia, e lo ha detto il procuratore generale di Milano, Massimo Gaballo».

ANDREW E PAUL SINGER

paul singer

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…