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L’AUTORITÀ GARANTE DELLA CONCORRENZA DEL MERCATO STANGA “MEDIAMARKET” CON UNA MULTA DA 3,6 MILIONI DI EURO: "HA ATTUATO PRATICHE SCORRETTE E AGGRESSIVE" – SECONDO L'AGCM NEI PUNTI VENDITA “MEDIAWORLD” IL CLIENTE VENIVA INGOLOSITO DA PRODOTTI “PRESENTATI IN PROMOZIONE CHE INVECE VENIVANO ABBINATI E VENDUTI INSIEME A UN PRODOTTO ACCESSORIO" 

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(ANSA) - L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha irrogato una sanzione di 3,6 milioni di euro a Mediamarket per la condotta commerciale realizzata nei diversi punti vendita Mediaworld, distribuiti sull'intero territorio nazionale.

 

Secondo l'Autorità - si legge in una nota - la società ha utilizzato modalità ingannevoli per promuovere alcuni prodotti, spesso presentati come in promozione - sia nei volantini sia nei cartelli posizionati nei negozi - che invece venivano abbinati e venduti insieme ad un prodotto accessorio.

 

mediaworld

In questo modo il consumatore pagava un prezzo superiore e diverso rispetto a quello pubblicizzato. Secondo quanto scrive l'Autorità Antitrust, "Mediamarket ha altresì attuato pratiche scorrette e aggressive che imponevano al consumatore l'acquisto anche di prodotti accessori che non avrebbe altrimenti acquistato, sostenendo così un costo supplementare non previsto".

 

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"L'Autorità - si legge - ha ritenuto che il professionista abbia adottato tale prassi commerciale nei confronti di prodotti particolarmente appetibili per il consumatore, come smartphone, Pc, Ipad, Playstation, Smart Tv, che, in media, presentano un prezzo non irrisorio e che vengono di frequente esposti al pubblico in "offerta".

 

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Le vendite abbinate di accessori vengono realizzate e massificate, infatti, proprio in occasione di dette promozioni, in cui l'effetto "aggancio" risulta particolarmente rilevante ed efficace. Per l'Antitrust questa pratica è in grado di limitare considerevolmente la libertà di scelta dei consumatori in relazione al prodotto da acquistare e li induce - con modalità surrettizie - ad assumere una decisione commerciale per l'acquisto di un prodotto che non avrebbero altrimenti preso, violando il dovere di diligenza e integrando una pratica commerciale scorretta".

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