L'EMA, L'AGENZIA EUROPEA DEL FARMACO, HA DATO L’OK AL VACCINO DI MODERNA, CHE PER L'ITALIA VALE OLTRE 20 MILIONI DI DOSI - OGGI VERRÀ AUTORIZZATA LA PRIMA DISTRIBUZIONE IN ITALIA, CHE PARTIRÀ CON 1,3 MILIONI DI FIALE. LE PRIME DOSI SARANNO DISTRIBUITE DALL'ESERCITO A PARTIRE DA LUNEDÌ - A FINE MESE POTRÀ ARRIVARE IL VIA LIBERA IL VIA LIBERA ANCHE AL VACCINO DI ASTRAZENECA (ANCHE SE NEL DOSAGGIO PIENO RIVELATOSI EFFICACE SOLO AL 62%) CHE PER NOI RAPPRESENTANO 40,4 MILIONI DI DOSI…
Paolo Russo per “la Stampa”
Proprio mentre i contagi risalgono oltre quota 20mila con altri 548 morti, la campagna di vaccinazione ingrana la quinta. O perlomeno, la benzina per spingere sull' acceleratore ora c'è, perché ieri l'Ema, l' Agenzia europea del farmaco, ha sdoganato il vaccino di Moderna, che per l' Italia vale oltre 20 milioni di dosi considerando la nostra quota parte di quelle in più opzionate dall' Europa.
Già oggi l' Aifa (Agenzia italiana del farmaco) autorizzerà la prima distribuzione in Italia, che partirà con solo 1,3 milioni di fiale. Le prime dosi saranno distribuite dall' esercito a partire da lunedì. Ma dal palazzo dell' Ema ad Amsterdam i responsabili del piano vaccini fanno sapere che già a fine mese potrà arrivare il via libera all' antidoto di AstraZeneca, anche se nel dosaggio pieno rivelatosi efficace solo al 62%. E per l' Italia sono altre 40,4 milioni di dosi. Poi a marzo dovrebbe essere il turno del vaccino della Johnson&Johnson, che per noi vale altre 53,8 milioni di fiale. Alle quali potrebbero corrispondere altrettanti vaccinati se, come sembra, per ottenere l' immunità basterà una sola dose.
Il nuovo piano vaccini Con questa riserva di carburante il commissario Arcuri ai governatori ieri ha potuto presentare una tabella di marcia più accelerata rispetto al piano messo a punto dal Governo. «Entro marzo vaccineremo 5,9 milioni di persone, 13,5 entro a aprile per arrivare a 21,5 milioni a fine maggio». E con questo cronoprogramma, ha assicurato alle Regioni, «potremmo concludere le vaccinazioni su base volontaria entro la fine dell' estate». Ossia con 4-5 mesi di anticipo rispetto al piano del governo.
Con questo ritmo in pratica entro marzo verrebbero immunizzati operatori sanitari, anziani e operatori nelle Rsa, over80. Poi entro aprile toccherebbe ai 7,6 milioni della fascia di età 70-79 anni, alle persone con più di una patologia cronica grave e agli immunodepressi. Poi entro maggio con altri 8 milioni di immunizzati lo scudo anti-Covid si alzerebbe per la popolazione tra 60 e 69 anni e il personale scolastico più esposto a rischi.
Il mese successivo sarebbe la volta di 8,5 milioni tra resto del personale scolastico, lavoratori dei servizi essenziali, personale delle carceri e detenuti, persone affette da più di una malattia cronica in forma moderata. Anche se Renzi ieri ha proposto di vaccinare subito gli insegnanti e tamponare i ragazzi per far riaprire in sicurezza le scuole. Viaggiando al ritmo di 8 milioni di immunizzati al mese a fine estate sarebbe comunque raggiunta l' agognata immunità di gregge.
«Siamo secondi solo dietro alla Germania, abbiamo tutte le capacità per accelerare», ha assicurato il ministro Roberto Speranza, mentre il premier Giuseppe Conte sottolineava «lo sforzo immane» messo in campo, definendo «molto incoraggianti» i primi risultati della campagna vaccinale. I punti dolenti Tanto ottimismo deve però fare i conti con una macchina organizzativa che nonostante i progressi degli ultimi giorni ancora scricchiola. Il timore più grande, condiviso dalle Regioni e da Arcuri, è che le aziende dopo aver fatto il pieno degli ordini non riescano poi a rispettare le consegne.
Tant' è che ancora ieri all' appello mancavano ben 245mila dosi di Pfizer. Il Lazio ad esempio ha esaurito tutte le scorte della prima consegna e della seconda ne ha viste solo 20mila delle 50mila spettanti. «Possiamo fare 25mila vaccinazioni al giorno ma servono le fiale, anche perché dobbiamo avere la certezza siano disponibili poi per i richiami», ha fatto presente l' assessore alla sanità laziale, Alessio D' Amato, rilanciando i timori dei suoi colleghi. Poi, come hanno reclamato tutti i governatori, serve accelerare sull' assunzione dei 15 mila vaccinatori.
Alla call di Arcuri hanno risposto in 24mila, ma di questi solo 4mila sono infermieri. Il piano ne prevedeva 12mila ma il commissario ha deciso di non perder tempo e arruolare in maggior numero i più costosi medici. Mentre le Regioni chiedono di coinvolgere quelli di famiglia. Che si dicono disponibili a patto di essere vaccinati prima. Richiesta legittima viste le tante vittime lasciate sul campo durante l' epidemia.