"IL MOTIVO DI TANTI MORTI IN ITALIA RESTA UN MISTERO. UNA TEORIA È PERCHÉ ABBIAMO UNA POPOLAZIONE ANZIANA, MA NON BASTA" - L'EPIDEMIOLOGO LORENZO RICHIARDI: "SOLO REGNO UNITO E SPAGNA REGISTRANO SIMILI PERDITE, MENTRE GLI STATI UNITI SONO PIÙ BASSI E LA GERMANIA PURE. LA LETALITÀ DEL COVID NON È DRAMMATICA RISPETTO AD ALTRE MALATTIE, MA SE RIFERITA AGLI ANZIANI DIVENTA DEVASTANTE. L'ANDAMENTO DELLA PANDEMIA SARÀ UN SALISCENDI, FINCHÉ NON C'È IL VACCINO"
Francesco Rigatelli per "la Stampa"
«Il motivo di tanti morti in Italia resta un mistero. Una teoria è perché abbiamo una popolazione anziana, ma non basta. Solo Regno Unito e Spagna registrano simili perdite, mentre gli Stati Uniti sono più bassi e la Germania pure. La letalità del Covid non è drammatica rispetto ad altre malattie, ma se riferita agli anziani diventa devastante». Lorenzo Richiardi, 45 anni, professore ordinario di epidemiologia e statistica medica all' Università di Torino analizza il record di 993 morti dall' inizio della pandemia.
A cosa si deve questo numero terrificante?
«Purtroppo i morti sono gli ultimi a scendere dopo contagiati e ricoverati. È molto complesso fare questo tipo di valutazioni, ma esiste un ritardo tra il picco di incidenza dei casi rilevati e i deceduti. Si può immaginare che ci sia una distanza di due o tre settimane, per cui i 993 di ieri si sarebbero ammalati a inizio novembre».
Può influire il ritardo nella trasmissione dei dati?
«Sì e molto dipende pure dalla tempestività della diagnosi. Rispetto alla prima fase, in cui gli ammalati arrivavano in ospedale già gravi e morivano dopo poco, ora i contagiati vengono presi in carico prima e hanno un decorso più lungo».
Il sistema è più efficiente e i morti sono malati di lungo corso?
«Esattamente, la diagnosi spesso è precoce, le cure mirate e passa più tempo. Detto questo, purtroppo, come abbiamo messo in luce coi colleghi Micheli e Forastiere sulla rivista "Epidemiologia e prevenzione" l' età resta il fattore principale di mortalità».
Cosa altro sta studiando?
CORONAVIRUS - LE BARE PORTATE VIA CON I CAMION
«Seguo un gruppo di bambini dalla nascita ai 15 anni per rilevare la frequenza del Covid o di altri problemi indotti. E con dei colleghi informatici proviamo dei modelli sulla diffusione del virus in Piemonte. Se per esempio aumentasse la capacità di individuare i casi cosa succederebbe? Oppure quali chiusure risultano più influenti?».
Ora siamo sul plateau?
«Siamo anche oltre, almeno per quel che riguarda i nuovi casi. Per le terapie intensive siamo ancora sul plateau».
È una discesa lenta?
«La velocità è quella attesa, anzi è più veloce della prima fase. Ora bisogna completare la discesa, cercando di evitare la terza ondata a febbraio».
Cosa ha contribuito di più alla discesa?
coronavirus ospedale di varese
«Il punto determinante è sempre la riduzione dei contatti personali. Impedire le riunioni sembra aver avuto un ruolo importante, ma è l' insieme delle misure che fa effetto. Ora con la discesa dei contagi ripartirà la capacità di fare test e allora i numeri potrebbero leggermente aumentare».
Ha senso che le scuole riaprano?
«È una questione molto dibattuta e certamente è giusto che prima o poi succeda, ma è complicato trovare il momento giusto. Si tratta di una delle chiusure su cui si può intervenire per ridurre la diffusione, soprattutto quando il contagio è alto».
Cosa pensa della linea dura del governo per le feste?
«Trovo corretto l' approccio di prudenza per non rischiare la terza ondata. Il problema è fare delle regole non troppo impositive, affinché siano efficaci».
Il Natale rischia di essere il detonatore della terza ondata?
«Potrebbe, ma non siamo a zero casi come quest' estate per cui più che la creazione di una terza ondata c' è da temere la ripresa della seconda».
Una ricaduta?
«Non è un Natale spensierato. Bisogna allontanare la terza ondata rendendo più efficienti test, tracciamenti e misure di prevenzione».
E dopo la terza ondata?
«Intanto per ora è solo una preoccupazione, poi ragionerei un' ondata alla volta anche se l' andamento della pandemia è su e giù, come uno yo-yo. Il motivo per cui si calma sono le misure di contrasto, in attesa del vaccino».