elon musk donald trump

L’INCANTESIMO TRA TRUMP E MUSK SI È GIÀ ROTTO – AUMENTANO LE DIVISIONI DI VEDUTE E I SEGNALI DI FASTIDIO TRA I DUE EGOMANI, SOPRATTUTTO DOPO CHE “THE DONALD” HA SCATENATO LA GUERRA COMMERCIALE CONTRO LA CINA, METTENDO IN PERICOLO GLI AFFARI DI ELON – DA ULTIMO, IL MILIARDARIO KETAMINICO HA CRITICATO I TAGLI ALLA NASA: “SONO PREOCCUPANTI. IO SONO A FAVORE DELLA SCIENZA” – IL TEAM DEL COATTO DELLA CASA BIANCA CONSIDERA ELON UN ESTRANEO CHE RIFIUTA IL GIOCO DI SQUADRA – MA È PRESTO PER DIRE CHE SIAMO ARRIVATI AI TITOLI DI CODA DI UN RAPPORTO CHE SERVE A ENTRAMBI – SOPRATTUTTO, “MR TESLA” HA INVESTITO TROPPO IN POLITICA PER POTER MOLLARE PROPRIO ORA…

MUSK CRITICA I TAGLI ALLA NASA DI TRUMP, 'PREOCCUPANTI'

elon musk donald trump

(ANSA) – Una nuova crepa si apre nei rapporti fra Donald Trump e Elon Musk. Il piano dell'amministrazione di ridurre drasticamente il budget per la Nasa è definito dal miliardario "preoccupante. Sono a favore della scienza, ma sfortunatamente non posso partecipare alle discussioni sul budget della Nasa in quanto SpaceX ha contratti con la Nasa".

 

LE CREPE NELL’INCANTESIMO TRA DONALD E ELON

Estratto dell’articolo di Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”

 

elon musk donald trump

Diversissimi – Elon re del digitale, Donald immerso nell’analogico – simili solo nel narcisismo, Musk e Trump sembravano inconciliabili. E, invece, i due hanno trovato nella disruption un terreno d’azione comune. Un collante che sembrava destinato a durare: al presidente l’imprenditore di Tesla e SpaceX e gli altri tecnologi trumpiani della Silicon Valley erano parsi capaci di dare concretezza con le loro capacità ingegneristiche al suo forte ma indefinito desiderio di demolire il regime esistente.

 

Per Musk e gli altri tycoon Trump era, invece, il bulldozer capace di rimuovere vincoli e tutele che rallentano il ritmo delle loro innovazioni. Con obiettivi ambiziosi di lungo periodo (portare nel 2028 alla Casa Bianca il loro uomo: JD Vance) e vantaggi immediati (i valori della Tesla di Musk e della Palantir di Peter Thiel raddoppiati in poche settimane).

 

L’idillio

PROTESTA CONTRO DONALD TRUMP E ELON MUSK

A chi obiettava che l’Iron Man venuto dal Sudafrica che vuole trasferire l’umanità su Marte e l’immobiliarista abituato a sfidare il prossimo sui tavoli negoziali o nelle aule dei tribunali (ha affrontato 4.000 cause civili e penali) erano specie troppo diverse per poter andare d’accordo, venivano opposti l’entusiasmo di Musk per la nuova avventura politica e l’interesse di Trump a usare l’immensa popolarità di Elon facendone un apripista […]

 

Sono bastate un paio di settimane per demolire quelle apparenti certezze. Chi parla di un’alleanza già arrivata ai titoli di coda esagera: Donald continua ad avere un debole per Elon che trova affascinante, anche se a volte dannoso, mentre Musk ha investito troppo in politica per poter mollare tutto. Ma non c’è dubbio che l’incantesimo è rotto.

 

trump e musk in versione studio ghibli

In questi giorni i segnali di allontanamento tra i due sono stati soprattutto quelli di un Musk che non nasconde la sua contrarietà alla politica dei dazi del presidente. Ma i guai erano cominciati già con la sconfitta elettorale in Wisconsin: il candidato repubblicano per la Corte Suprema fortemente sostenuto da Musk con denaro e impegno personale nei comizi battuto con ben 10 punti di scarto.

 

Il team di Trump che considera Elon un estraneo, uno che rifiuta il gioco di squadra, lo aveva subito attaccato e il presidente, preoccupato per il voto di midterm , aveva fatto capire che il suo impegno nel Doge (riforma amministrativa) verrà ridotto.

 

[...] L’imprenditore miliardario, scottato da quell’esperienza, non ascoltato dal presidente sui dazi, ha deciso di uscire allo scoperto contestando la linea Trump nel suo intervento al congresso della Lega: «Ho proposto al presidente una zona di libero scambio Europa-Usa senza dazi» al posto dei balzelli appena imposti alla Ue.

 

L ORGIA DEL POTERE - DONALD TRUMP - ELON MUSK - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

Il giorno dopo ha attaccato con violenza Peter Navarro, lo stratega della Casa Bianca, gran sostenitore di una politica di alti dazi per punire amici e avversari, soprattutto la Cina. Per Elon un personaggio mediocre, con «un ego che eccede l’intelligenza».

 

Poi, poco notata perché non proveniente direttamente da Elon, è arrivata la sberla di suo fratello Kimbal, molto legato a lui: è nel board di Tesla ed è stato direttore di SpaceX. Kimbal, che ha parlato prima della moratoria di 90 giorni, ha definito i dazi di Trump «una tassa permanente sui consumatori Usa» e, poi, ancora «la più alta tassa introdotta da un presidente in America da molte generazioni a questa parte».

 

Tesi opposta a quella di Trump secondo il quale i dazi non sono una tassa sul consumatore americano, ma una punizione nei confronti degli esportatori stranieri che invadono il mercato Usa.

 

Ma l’intervento più urticante, quello col significato politico più pesante, anche se non compreso da tutti, Musk l’ha fatto attraverso un meme: un vecchio filmato in bianco e nero di due minuti nel quale l’economista liberista Milton Friedman spiega, descrivendo le varie parti di una matita — grafite, legno, gomma, lacca, guarnizione di metallo — come e perché i commerci senza barriere sono essenziali per produrre in modo efficiente, riducendo i costi.

 

ELON MUSK AL CONGRESSO DURANTE IL DISCORSO DI TRUMP

Una lezione trasmessa a Trump datata 1980: l’anno dell’elezione di Ronald Reagan, tuttora figura di grande rilievo nell’Olimpo repubblicano, che seguì l’insegnamento di Friedman. Dal quale, invece, Trump si sta distanziando sempre di più.

 

Per alcuni il rapporto si è logorato perché il segno più è stato sostituito da quello meno: Musk non fa più guadagnare voti, ma li fa perdere. Mentre Trump promette nuove età dell’oro ma intanto provoca disastri finanziari (in tre sedute di Borsa Elon ha perso 30 miliardi di dollari).

 

[...] 

 

LE MINACCE DI TRUMP E MUSK ALL UCRAINA - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

Soprattutto l’ira di Musk per la guerra dei dazi con la Cina, suo partner essenziale (la maggior parte delle Tesla vendute nel mondo vengono dallo stabilimento di Shanghai).

E per l’accusa di aver tentato di ottenere dal Pentagono informazioni top secret su un eventuale conflitto con Pechino. Su questo Trump non lo ha attaccato, ma nemmeno difeso. E lui ha reagito con un meme: un grosso top secret scritto su un foglio durante una riunione di governo, sotto gli occhi dei giornalisti.

elon musk con il figlio e donald trump nello studio ovaledonald trump e elon musk

Ultimi Dagoreport

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…