orban trump scholz macron von der leyen

L’INCUBO DELL’EUROPA SI MATERIALIZZA COL RITORNO DI TRUMP ALLA CASA BIANCA: O L'UE SI SVEGLIA O E' FINITA! - LE TENSIONI COMMERCIALI POTREBBERO FAR RIESPLODERE LA GUERRA DEI DAZI, IL DISIMPEGNO AMERICANO IN UCRAINA LASCERÀ L’UE DA SOLA A SOSTENERE KIEV, UN PASSO INDIETRO USA NELLE POLITICHE CLIMATICHE MINACCERÀ L’ATTUAZIONE DEL GREEN DEAL. BRUXELLES STUDIA LE CONTROMOSSE: "ORA E' IL MOMENTO DI RIPRENDERE IN MANO IL NOSTRO DESTINO" - ORBAN E IL FRONTE SOVRANISTA CELEBRANO IL RITORNO DI TRUMP...

Marco Bresolin per lastampa.it - Estratti

 

VIKTOR ORBAN IN VISITA DA DONALD TRUMP A MAR-A-LAGO

L’Europa si è svegliata nel più temuto degli incubi: un ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, con tutto ciò che questo comporterà nelle relazioni transatlantiche. Nuove tensioni commerciali che potrebbero far riesplodere la guerra dei dazi, un possibile disimpegno americano in Ucraina che lascerà l’Ue da sola a sostenere Kiev, un passo indietro americano nelle politiche climatiche che minaccerà l’attuazione del Green Deal, solo per citare tre tra i principali dossier sui quali Bruxelles sta studiando le contromosse attraverso un gruppo di lavoro ad hoc – ribattezzato “Task Force Trump” – istituito dalla Commissione europea.

 

 

OLAF SCHOLZ URSULA VON DER LEYEN EMMANUEL MACRON

Eppure anche in Europa c’è chi festeggia per i risultati che arrivano dall’altra parte dell’oceano. Tra i leader, il primo è stato, come previsto, Viktor Orban. Il premier ungherese, che non ha mai nascosto le sue simpatie trumpiane, all’alba di questa mattina ha postato su Facebook una sua fotografia davanti a uno schermo con i risultati ancora provvisori: «Buongiorno Ungheria! Sulla strada verso una grande vittoria». Per poi aggiungere, sul social X, che questa è «una vittoria estremamente necessaria per il mondo».

 

VIKTOR ORBAN DONALD TRUMP

Seppur scontata, la presa di posizione di Orban assume particolare rilievo perché in questo semestre la sua Ungheria guida la presidenza di turno dell’Unione europea e poi perché da domani gli altri 26 leader Ue saranno suoi ospiti a Budapest per la riunione informale del Consiglio europeo, che sarà preceduta da vertice della Comunità politica europea con tutti gli altri rappresentanti dei governi europei extra-Ue. Ed è proprio nella capitale ungherese che i capi di Stato e di governo dell’Unione avranno la prima discussione sul risultato delle elezioni americane e sulle possibili contromosse.

 

 

OLAF SCHOLZ URSULA VON DER LEYEN EMMANUEL MACRON

«Ora è arrivato il momento di riprendere in mano il nostro destino» è il comun denominatore nelle prime reazioni che arrivano dagli esponenti politici europei. «L'Europa deve svegliarsi e assumere il suo ruolo di potenza» dice la socialista francese Aurore Lalucq, presidente della commissione Affari economici del Parlamento europeo. «Ho paura per l’Ucraina» ammette l’eurodeputata tedesca dei Verdi, Anna Cavazzini, che guida la commissione Mercato Interno. «L’Europa conta sempre meno per l’America – si chiede l’ex ministra francese Nathalie Loiseau, oggi eurodeputata liberale? – Vuol dire che dovrà contare sempre di più su se stessa. Unita sceglierà il suo destino, divisa lo subirebbe».

 

 

giorgia meloni donald trump

Ma la vera sfida per rispondere a questa “sveglia” è proprio quella dell’unità. Detto di Orban, che resta fieramente al fianco di Donald Trump, la pattuglia che segue la sua linea è nutrita. Il fronte dei sovranisti europei sta festeggiando in modo compatto i risultati che arrivano dagli Stati Uniti: dai tedeschi di Afd agli olandesi del Partito della Libertà di Geert Wilders, alleati della Lega nel gruppo dei Patrioti, fino all’ex premier sloveno Janez Jansa, il cui partito è ancora membro del Ppe, e gli spagnoli di Vox. Ma a celebrare il ritorno di Trump alla Casa Bianca ci sono anche molti Conservatori, la famiglia politica europea presieduta da Giorgia Meloni di cui fa parte Fratelli d’Italia, che questa notte si sono radunati in un hotel di Bruxelles per seguire i risultati.

 

VIKTOR ORBAN DONALD TRUMP

(…)

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