
“PECHINO NON È NEUTRALE” – L’IRA DI ZELENSKY DOPO LA CATTURA DI DUE MILITARI CINESI CHE STAVANO COMBATTENDO NEL DONBASS INSIEME AI RUSSI (NON È CHIARO SE FOSSERO SOLO MERCENARI) – “IL FATTO CHE LA RUSSIA STIA IN MODO DIRETTO O INDIRETTO COINVOLGENDO LA CINA È UN ULTERIORE SEGNALE CHE VLADIMIR PUTIN NON HA ALCUNA INTENZIONE DI PORRE FINE A QUESTO CONFLITTO. UN FATTO GRAVE. DOVVIAMO PARLARNE CON…” – IL VIDEO PUBBLICATO DA ZELENSKY E LA RISPOSTA DI PECHINO
L’esercito ucraino ha preso in ostaggio nella regione di Donetsk due cittadini cinesi che combattevano nell’esercito russo. Zelensky ha chiesto al ministro degli Esteri ucraino di chiedere delucidazioni alla Cina sulla situazione che si è creata coi loro (non pochi) cittadini pic.twitter.com/FbG6ooM8ke
— Vladislav Maistrouk (@MaistroukV) April 8, 2025
(ANSA) La Cina "ha sempre chiesto ai suoi concittadini di tenersi lontano dalle aree di conflitto armato, di astenersi dal partecipare a operazioni militari di qualsiasi parte e di non essere coinvolti in conflitti armati in alcun modo". E' quanto ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian, in merito a quanto detto dall'Ucraina sulla cattura di cittadini cinesi impegnati a combattere con le forze russe. "La Cina sta attualmente verificando i fatti rilevanti con l'Ucraina', ha aggiunto Lin che ha definito '"infondate" le affermazioni di Kiev su prove di un aumento del coinvolgimento cinese nella guerra.
ZELENSKY
Lorenzo Cremonesi per corriere.it - Estratti
soldato cinese catturato in ucraina nel donbass
Puntare il dito verso la Cina nella speranza di convincere Donald Trump ad essere più duro con la Russia. Non sembra difficile comprendere la logica che spinge Volodymyr Zelensky a enfatizzare la rilevanza della cattura di due soldati cinesi che combattevano inquadrati con le unità russe nelle zone occupate del Donetsk.
Il fatto che la Russia stia in modo diretto o indiretto coinvolgendo la Cina «è un ulteriore segnale che Vladimir Putin non ha alcuna intenzione di porre fine a questo conflitto», dichiara aggressivo il presidente ucraino. Il suo ministro degli Esteri, Andrii Sybiga, chiede chiarimenti alla rappresentanza diplomatica cinese a Kiev. E ciò avviene proprio mentre a Washington i mediatori americani stanno cercando di riprendere i colloqui con le delegazioni russa e ucraina per dare corpo al progetto di cessate il fuoco frutto dei negoziati in Arabia Saudita.
Secondo Kiev, i prigionieri erano parte di una pattuglia di sei soldati cinesi che combatteva nel Donbass centrale.
Zelensky non specifica se i cinesi siano soldati regolari o mercenari. Poi è stato chiarito che i due avevano firmato un contratto con il ministero della Difesa a Mosca. La distinzione è comunque fondamentale. Pechino infatti ha sempre affermato di non avere alcun tipo di coinvolgimento nel conflitto. È la prima volta che soldati cinesi vengono individuati dagli ucraini tra le pattuglie nemiche e tutto lascia dunque credere si tratti di mercenari. Come d’altronde anche gli ucraini hanno inquadrati nei loro ranghi migliaia di volontari o mercenari tra americani, francesi, britannici, polacchi, tedeschi, italiani, baltici e persino russi e bielorussi dissidenti.
xi jinping vladimir putin - vertice brics a Kazan
Per Zelensky ora più che mai è rilevante presentare l’Ucraina come la testa di ponte che difende l’Europa e l’alleanza occidentale contro le mire imperiali di Putin. Con Trump la valenza della Nato, che con Biden era centrale, è diventata molto meno importante. Ma anche per lui resta valida la necessità di arginare la potenza cinese. Ecco allora che il presidente ucraino insiste sul fattore Cina, da lui presentato come «un altro Paese che fornisce sostegno militare all’invasione russa dell’Ucraina».
Un cambiamento di rotta non indifferente. Zelensky sin dall’inizio della guerra nel febbraio 2022 ha infatti voluto evitare lo scontro diretto con Pechino e ha addirittura incoraggiato il suo potenziale ruolo di mediatore. Ieri ha anche voluto ricordare sia l’aiuto militare iraniano a Putin che il coinvolgimento diretto nella guerra della Corea del Nord, che secondo le stime di Kiev dallo scorso settembre avrebbe mandato quasi 15.000 soldati a combattere con i russi a Kursk e tutt’ora invia munizioni e missili.
DONALD TRUMP ALLA CENA DI GALA DEL NATIONAL REPUBLICAN CONGRESSIONAL COMMITTEE
Ma proprio la necessità di portare Trump dalla propria parte spinge ora Zelensky ad accrescere le critiche contro Pechino. «I nordcoreani combattono contro di noi nelle regioni russe del Kursk, quelli cinesi li abbiamo presi su territorio ucraino. Un fatto grave, dobbiamo parlarne con i nostri alleati», specifica ancora.
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