
L’UNIONE EUROPEA HA UN NEMICO IN CASA: VIKTOR ORBAN – IL DITTATORELLO DI BUDAPEST BANDISCE IL “PRIDE”, VIETA LE MANIFESTAZIONI PER I DIRITTI DELLE PERSONE LGBTQ+ E VUOLE CANCELLARNE I DIRITTI – NON SOLO: IL GOVERNO INTENDE USARE PERSINO IL RICONOSCIMENTO FACCIALE PER PUNIRE CHI SCENDE IN PIAZZA - UNA SVOLTA AUTORITARIA SIMILE A QUELLA DELLA RUSSIA DI PUTIN, E BRUXELLES CHE FA? LE ONG CHIEDONO L’APERTURA DI UNA PROCEDURA D’INFRAZIONE CONTRO BUDAPEST...
Estratto dell’articolo di Tonia Mastrobuoni per “la Repubblica”
URSULA VON DER LEYEN VIKTOR ORBAN
Viktor Orbán ha scolpito nella costituzione il bando dei Pride, il divieto di manifestare per i diritti delle persone Lgbtq+. E intende cancellare i diritti delle persone transgender o non binarie. Budapest riconoscerà d’ora in poi soltanto due generi: uomo e donna.
L’Ungheria scende così un altro gradino verso l’inferno delle autocrazie repressive e si avvicina sempre più al suo idolo conclamato: Vladimir Putin. Con la legge approvata ieri Budapest introduce il divieto di scendere in piazza tipico dei regimi fascisti.
ursula von der leyen viktor orban foto lapresse
L’emendamento alla costituzione è stato approvato dal parlamento magiaro con 140 voti favorevoli e 21 contrari e aprirà la strada a un’ulteriore repressione della comunità Lgbtq+, già martoriata da anni di persecuzioni. Negli anni scorsi Orbán aveva già proibito di parlare di diversità sia nelle scuole sia nei media con il pretesto della «lotta contro la pedofilia». Anche stavolta il premier magiaro ha sfruttato l’orrendo e infondato accostamento tra omosessualità e pedofilia per giustificare la stretta.
DRAGHI - ORBAN - MACRON - MITSOTAKIS - VON DER LEYEN
La norma dovrebbe proteggere i minori dalla «propaganda sessuale», secondo il suo partito Fidesz. Il governo intende usare persino il riconoscimento facciale per punire chi scende in piazza per difendere i propri diritti. Infine, l’emendamento minaccia di sospendere la cittadinanza agli ungheresi che hanno doppio passaporto, se attentano alla sicurezza. Un modo per reprimere ulteriormente qualsiasi forma di dissenso — e un’altra norma che pone l’Ungheria totalmente al di fuori dei diritti e delle leggi riconosciute in tutta l’Unione europea.
Il Comitato di Helsinki ungherese, un’ong a tutela dei diritti umani, sostiene che la legge anti-Pride «rappresenta una escalation significativa negli sforzi del governo di sopprimere il dissenso, di indebolire i diritti umani e di rafforzare il suo potere ». Insieme ad Amnesty International e ad altre ong, il Comitato di Helsinki ha lanciato un appello alla Commissione Ue perché apra una procedura contro Budapest. […]