hanno ucciso l'uomo ragno – la vera storia degli 883

CHI MAI CI AVREBBE DETTO CHE CI SAREMMO DIVERTITI CON UN BIOPIC SU MAX PEZZALI? – MASNERI SUL SUCCESSO DELLA SERIE “HANNO UCCISO L’UOMO RAGNO” IN ONDA SU SKY  - “INTANTO C’È L’EFFETTO NOSTALGIA, IL SOLITO MODULO VANZINA CHE FUNZIONA SEMPRE. E POI LA PLACIDA PROVINCIA LOMBARDA DA CUI SIAMO SCAPPATI TUTTI SENZA COMPIERE STRAGI. LA PROSSIMA VOLTA SU QUALE STORIA CI APPASSIONEREMO? L’INFANZIA DI PAOLA E CHIARA? LE PERIPEZIE DI RAF? SIAMO UFFICIALMENTE RINCOGLIONITI?” – IL MERITO PIU’ GRANDE DELLA SERIE? ABBIAMO CAPITO ANCHE COSA FACESSE MAURO REPETTO…”

Michele Masneri per il Foglio - Estratti

 

max pezzali

Ci sono molti motivi per cui tutti noi boomer e non boomer siamo pazzi della serie sugli 883 (intitolata “Hanno ucciso l’uomo ragno”, dalla immortale ballata, in onda su Sky). Intanto c’è l’effetto nostalgia che fa dimenticare le cose brutte e ricordare solo quelle belle: ah, il walkman! Ah, il Deltone rosso! Ah, l’Atari! Ah, soprattutto, che pacchia la vita senza social e Internet. E poi, licei classici di provincia, noia e nebbie lombarde, canzoni di quegli anni lì anche non degli 883.

 

Insomma il solito modulo Vanzina che funziona sempre e ci trascina in territori inaspettati: chi mai ci avrebbe detto che ci saremmo divertiti con un biopic su Max Pezzali. E la prossima volta su quale storia ci appassioneremo? L’infanzia di Paola e Chiara? Le peripezie di Raf? Il coming of age di Mango? Siamo ufficialmente rincoglioniti?

 

(...)

hanno ucciso l'uomo ragno – la vera storia degli 883 5

 

Ci sono poi dei comprimari  “realmente esistiti” e non bagaglinizzati: c’è un giovane Fiorello coinquilino dei Nostri nel famoso appartamento milanese offerto dalla factory di Radio Deejay dove allignavano le future star (incerto se buttarsi in uno strambo programma canterino dal titolo giapponese); c’è  Maria De Filippi, giovane avvocatessa pavese che riceve enormi mazzi di rose da un misterioso ammiratore romano – indovina chi – e il giovane  Pezzali glieli recapita, garzone com’è alla bottega di fiori dei genitori.

 

hanno ucciso l'uomo ragno – la vera storia degli 883 4

C’è Edoardo Ferrario che fa “Pierpa” Peroni, leggendario produttore musicale, e uno dei primi romani a farcela a Milano (mica come oggi, che a Milano i romani sono i nuovi pugliesi). Poi, la serie diretta da Sidney Sibilia (“Smetto quando voglio”, “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose”, “Mixed by  Erry”), è ben scritta (da Sibilia, con Francesco Agostini, Chiara Laudani e Giorgio Nerone) e ben recitata, e non ci sono, come spesso nelle pellicole italiane, mettiamo, due amici torinesi in un film  ambientato a Torino che parlano uno con accento calabrese e l’altro romano; qui non parlano neanche in doppiaggese ma dicono battute perfino plausibili per l’epoca. Inoltre è un “basato su fatti veri” che per una volta non racconta di massacri, stupri, uccisioni multiple.

 

Se il bel “Monsters” in onda su Netflix narra di micidiali serial killer che sterminano la famiglia, anche lì su hit molto nostalgiche, ma pone però anche questioni etiche – è giusto mettere in scena assassini così ganzi, palestrati, ben vestiti e pettinati? – qui in scena va la placida provincia italiana anzi lombarda: posto da cui scappare e da cui siamo scappati tutti per poi riappacificarci. Senza compiere stragi.

 

hanno ucciso l'uomo ragno – la vera storia degli 883 2

E forse questa lombarditudine spiega anche il perché finora Pavia, dov’è ambientata la storia, non abbia protestato. La città delle “due discoteche 106 farmacie”, come cantano gli 883 nella melodia immortale, è vituperata e presa in giro, seppur affettuosamente,  tutto il tempo (“il Ticino è una merda”, ecc.). ma finora non ci sono state reazioni diciamo così istituzionali. Forse i lombardi sono troppo presi a fatturare per guardare serie tv o per lamentarsene, ma  non c’è stato diciamo l’effetto-Avetrana; quello per cui la Disney ha dovuto cambiare il titolo della sua serie da “Avetrana.

 

Qui non è Hollywood” al semplice “Qui non è Hollywood” (forse anche perchè il sindaco di Pavia, Michele Lissia, alla guida di una civica tendenza centrosinistra, è un appassionato di rock).

 

hanno ucciso l'uomo ragno – la vera storia degli 883 3

L’unico che si è arrabbiato a oggi è Claudio Cecchetto, il grande talent scout che scoprì anche gli 883 e che ha vecchi dissapori con Pezzali, e stavolta però forse ha ragione ad arrabbiarsi, dipinto com’è come un rincoglionito mitomane.

 

Infine, ultimo merito, la serie è ambientata in una qualunque città industriale, non in una montagna patriarcale stile Vermiglio, non nel Sud irredimibbbile (con tre b), non nell’Umbria dei “borghi più belli d’Italia” con tanti preti-commissari in bicicletta. Non ci sono intellettuali in crisi né delitti né call center, non è “necessaria” né vuole agitare coscienze; ritrae  gente normale che fa lavori normali.

 

hanno ucciso l'uomo ragno – la vera storia degli 883 1

Ma forse il merito più grande è aver colmato un mistero italiano che dopo l’oro di Dongo e il caso Ustica ci attanagliava: abbiamo capito anche cosa facesse Mauro Repetto, il “biondo” del  duo. Non si dimenava solamente sul palco. Anzi.

883 hanno ucciso l'uomo ragnogli 883 1gli 883 2

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)