sergio mattarella giorgia meloni

NEL DISCORSO DI FINE ANNO (CHE HA REGISTRATO IL 68,3 PER CENTO DI SHARE), MATTARELLA HA SBERTUCCIATO LA PROPAGANDA DEL GOVERNO MELONI, DALLA SANITA’ ALLE CARCERI - LA DUCETTA HA TELEFONATO AL PRESIDENTE PER RINGRAZIARLO PER IL PASSAGGIO SUL PATRIOTTISMO. MA UGO MAGRI PRECISA: "I PATRIOTI CUI SI RIFERISCE MATTARELLA, ELOGIANDOLI, NON SONO CERTO GLI ULTRA-NAZIONALISTI MA CHI E' IN PRIMA LINEA AL SERVIZIO DELLA COLLETTIVITA' (MILITARI, MEDICI, INSEGNANTI) COMPRESI GLI IMMIGRATI CHE SI INTEGRANO ARRICCHENDO LA NOSTRA COMUNITA'" – "IL CAPO DELLO STATO HA RICORDATO CHE NEL 2025 SI FESTEGGERA’ L’80ESIMO ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE. NON HA PRONUNCIATO NEL MESSAGGIO LA PAROLA “ANTIFASCISMO”, È VERO. MA CE NE SARÀ OCCASIONE”

1 - LA SCOSSA DI MATTARELLA SU DIRITTI E SUICIDI IN CELLA "CONDIZIONI INACCETTABILI "

Ugo Magri per “la Stampa” - Estratti

 

SERGIO MATTARELLA DISCORSO FINE ANNO

Il messaggio del presidente agli italiani è stato visto da 10milioni 725mila telespettatori, quasi 100mila in più dell'anno precedente (senza calcolare radio e web).

In crescita pure lo share, cioè la percentuale di quanti hanno seguito il discorso: dal 65,1 al 68,3 per cento. I numeri confermano la popolarità di Sergio Mattarella e la sua capacità di sfiorare le corde giuste, che interessano la gente normale.

 

Non è stato un caso, dunque, il coro di congratulazioni al messaggio, incominciando dalla «cordiale» telefonata della premier; contestare le parole di Mattarella equivarrebbe a mettersi controcorrente, errore politico da matita blu; e guarda caso, i maggiori applausi sono piovuti proprio dove le critiche sono state più aspre. Sulla Sanità ad esempio, con la denuncia di «lunghe liste d'attesa per esami che, se tempestivi, possono salvare la vita» (traduzione: di ritardi si muore); o la triste constatazione che in tanti debbono rinunciare a medicine e cure «perché privi dei mezzi necessari».

SERGIO MATTARELLA DISCORSO FINE ANNO

 

Altrettanto severo Mattarella è stato sugli incidenti nei luoghi di lavoro. Urge mettervi un freno «con responsabilità e severità», il tempo delle chiacchiere è scaduto. Né si può cadere dal pero, avverte il presidente, ogni qualvolta un fiume esonda e l'Italia si allaga: i fenomeni meteo estremi fanno parte ormai della normalità, bisogna prevederli in anticipo.

 

Ma il rimprovero di gran lunga più crudo è stato sulle carceri dove «l'alto numero di suicidi è indice di condizioni inammissibili» che fanno a pugni con la Costituzione: «Il sovraffollamento vi contrasta e rende inaccettabili anche le condizioni di lavoro del personale carcerario», ha detto testuale il capo dello Stato guastando il cenone a qualche ministro. Basta promettere, si prenda una decisione.

 

(...)

Insomma: nei 15 minuti di discorso, pronunciati in piedi con un albero di Natale e un quadro con Madonna e Bambino sullo sfondo, il presidente ha alternato «luci ed ombre».

Ha misurato senza fare sconti la distanza che corre tra propaganda e realtà.

SERGIO MATTARELLA DISCORSO FINE ANNO

Scarne le citazioni. Oltre a Papa Francesco, quelle della giornalista sequestrata in Iran Cecilia Sala, di Sammy Basso (ci ha insegnato «a vivere una vita piena, oltre ogni difficoltà») e di Giulia Cecchettin, vittima come tante altre donne di una barbarie indicibile.

 

Accoglienze diverse ha riscosso l'«idea di Patria», definita da Mattarella «sentimento vivo e sempre attuale»: la maggioranza festeggia, quasi fosse un riconoscimento. Silenziosa al riguardo l'opposizione. Elly Schlein, segretaria Pd, preferisce valorizzare i passaggi del discorso sulla pace, sulle diseguaglianze, sulle emergenze climatiche, sulle precarietà.

Idem Giuseppe Conte, al quale piace l'appello contro l'astensionismo e in generale l'invito a partecipare; nulla dice invece su Patria e patriottismo, come se fosse acqua al mulino del centrodestra.

 

MELONI - FAZZOLARI - GIORGETTI - FITTO - MATTARELLA

In realtà è vero il contrario: i patrioti cui si riferisce Mattarella, elogiandoli, non sono certo gli ultra-nazionalisti ma tutti quelli in prima linea al servizio della collettività: incominciando dai militari e dai tutori della legge passando per i medici del Pronto soccorso, dagli insegnanti tenaci, dagli imprenditori coraggiosi, dagli operatori del volontariato, dagli sportivi che si sono fatti onore alle Olimpiadi per arrivare agli immigrati che si integrano nel loro nuovo Paese «arricchendo la nostra comunità».

 

Rispetto ai sovranismi scatenati il presidente è stato, per così dire, diversamente patriottico richiamandosi semmai alla tradizione risorgimentale e manzoniana rivissuta nella Liberazione di cui, ha ricordato, nel 2025 festeggeremo l'ottantesimo anniversario. Non ha pronunciato nel messaggio la parola «antifascismo», è vero. Ma ce ne sarà occasione.

 

2 - SANITÀ, SALARI, AMBIENTE I RICHIAMI CHE PUNGONO MELONI

Estratto dell'articolo di Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

SERGIO MATTARELLA DISCORSO FINE ANNO

Un telefonata immediata, annunciata pochi minuti dopo la fine del messaggio di fine anno di Sergio Mattarella, per tentare di neutralizzare l'interpretazione di un discorso ampiamente critico verso il governo. Giorgia Meloni ha bisogno di iniziare il 2025 senza dare l'impressione di una puntuale e continua dialettica con il Quirinale.

 

La nota, formale, che Palazzo Chigi trasmette appena conclusa la diretta televisiva del discorso, racconta perfettamente dove e come la presidente del Consiglio si senta messa sotto esame dal Capo dello Stato. Ma è soprattutto quello che non è scritto nella nota a colpire: cioè quello che - confermano fonti di Fratelli d'Italia - manca nell'elenco degli apprezzamenti della premier.

 

Meloni definisce «cordiale» il colloquio telefonico, nel corso del quale ha espresso a Mattarella condivisione sul richiamo «al valore fondante del patriottismo, come motore dell'azione quotidiana e sentimento vivo che muove» chi si occupa della cosa pubblica. 

 

(...)

SERGIO MATTARELLA GIORGIA MELONI

Chi frequenta il Quirinale conosce l'eloquio felpato di Mattarella, capace di dare stoccate usando molto gli impliciti di un discorso, forse non di immediata comprensione per i comuni cittadini quanto per gli addetti ai lavori. Di certo, a Meloni e ai suoi collaboratori non sono sfuggiti. Per esempio: contro il sovraffollamento carcerario.

 

Quando Mattarella insiste sul diritto dei detenuti a «respirare», tutti nel governo hanno colto il riferimento alle frasi choc del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro che aveva detto «di provare gioia a non lasciare respirare chi viene trasportato dentro i blindati della polizia», concetto che Meloni non ha voluto sconfessare durante il G20 di Rio de Janeiro. C'è un'idea diversa di Italia che divide la destra meloniana da Mattarella. Una distanza che si mostra nell'insofferenza della premier e dei fedelissimi su alcuni precisi paradigmi segnalati dal presidente della Repubblica.

 

sergio mattarella giorgia meloni ignazio la russa

Meloni si attendeva messaggi a difesa della magistratura, contro gli attacchi quotidiani del governo, e invece Mattarella ha puntato i riflettori sull'inciviltà dello stato delle carceri. Il Capo dello Stato non ha nemmeno avuto bisogno di citare l'«antifascismo», quando ha parlato esplicitamente delle celebrazioni degli ottant'anni dalla liberazione che cadranno nel 2025: ma quella parola – "liberazione" – che si festeggia il 25 aprile, tante volte in bocca a Meloni è diventata "libertà", quasi a voler cambiare le origini e l'orgoglio della Resistenza contro il nazifascismo. Così come sui salari e sulle liste d'attesa degli ospedali: è il passaggio che ha meno apprezzato Meloni, assieme alla stoccata sulle poche risorse investite nelle politiche ambientali. La replica di un suo uomo di fiducia, coperta dall'anonimato, è significativa: «Sembrava di sentir parlare Elly Schlein».

 

CECILIA SALA SERGIO MATTARELLA

Perché gli irrisolti problemi della sanità e i bassi salari italiani, i più bassi tra i grandi Paesi occidentali, sono gli argomenti dell'opposizione, del Pd, della sinistra e del M5S, a cui più Meloni sente difficoltà nel controbattere.

 

La propensione di Fratelli d'Italia a non far sfuggire un sussurro senza che Meloni voglia, ha fatto sì che ieri l'intero partito sia rimasto allineato, e abbia contenuto l'insofferenza rivolta al Quirinale. Ma è un sentimento che resta: gli appelli di Mattarella vengono vissuti come un controcanto, e lui in persona come un baluardo delle opposizioni. Ma Meloni ha ordinato cautela, non vuole che venga messo nel mirino un presidente che è nel cuore degli italiani che poi saranno chiamati a votare.

 

A partire dai referendum, se mai ci saranno, che potranno affossare le riforme su Autonomia, separazione delle carriere dei magistrati, e premierato, la scommessa più difficile di Meloni per la seconda metà del suo mandato. Per la leader il 2025 è tutto da capire: l'anno nasce con l'incognita Donald Trump, al cui giuramento a Washington, il 20 gennaio, alla fine la premier potrebbe non andare (pare abbiano prevalso le argomentazioni dei diplomatici sul fatto che non si ricordano recenti precedenti di un capo di governo italiano all'insediamento del presidente Usa). Anche sulle tre grandi riforme istituzionali che dividono il mondo politico italiano, comunque, Mattarella ha detto più implicitamente che esplicitamente. Ma chi doveva capire, ha capito.

SERGIO MATTARELLA

Ultimi Dagoreport

tulsi gabbard donald trump laura loomer timothy haugh

DAGOREPORT - È ORA D’ALLACCIARSI LE CINTURE. L’INTELLIGENCE OCCIDENTALE E' NEL PANICO TOTALE: SU CONSIGLIO DI UNA MAGA-INFLUENCER, LA PROCACE LAURA LOOMER, GIOVEDI' TRUMP HA CACCIATO SU DUE PIEDI IL GENERALE TIMOTHY HAUGH, DIRETTORE DELLA NATIONAL SECURITY AGENCY - LA NSA È LA PRINCIPALE AGENZIA DI CYBERSPIONAGGIO DEGLI STATI UNITI (CON 32 MILA DIPENDENTI, È QUASI IL 50% PIÙ GRANDE DELLA CIA) - LA CACCIATA DI HAUGH AVVIENE DOPO LA DECAPITAZIONE DEI CAPI DEI SERVIZI SEGRETI DI CIA E DI FBI, CHE TRUMP CONSIDERA IL CUORE DI QUEL DEEP STATE CHE, SECONDO LUI, LO PERSEGUITA FIN DALL’ELEZIONE PRESIDENZIALE PERDUTA CONTRO BIDEN NEL 2020 – UNA EPURAZIONE MAI VISTA NELLA TRANSIZIONE DA UN PRESIDENTE ALL’ALTRO CHE STA ALLARMANDO L’INTELLIGENCE OCCIDENTALE. CON TRUMP CHE SI FA INTORTARE DA INFLUENCER BONAZZE, E FLIRTA CON PUTIN, CONDIVIDERE INFORMAZIONI RISERVATE CON WASHINGTON, DIVENTA UN ENORME RISCHIO - (E C’È CHI, TRA GLI 007 BUTTATI FUORI A CALCI DA ''KING DONALD'', CHE PUÒ VENDICARSI METTENDO A DISPOSIZIONE CIÒ CHE SA…)

vespa meloni berlusconi

DAGOREPORT - VABBE’, HA GIRATO LA BOA DEGLI 80 ANNI, MA QUALCOSA DI GRAVE STA STRAVOLGENDO I NEURONI DI "GIORGIA" VESPA, GIA' BRUNO - IL GIORNALISTA ABRUZZESE, PUPILLO PER DECENNI DEL MODERATISMO DEMOCRISTO DEL CONTERRANEO GIANNI LETTA, CHE ORMAI NE PARLA MALISSIMO CON TUTTI, HA FATTO SOBBALZARE PERFINO QUELLO SCAFATISSIMO NAVIGATORE DEL POTERE ROMANO CHE È GIANMARCO CHIOCCI – IL DIRETTORE DEL TG1, PRIMO REFERENTE DELLA DUCETTA IN RAI, E’ RIMASTO BASITO DAVANTI ALL’”EDITORIALE” DEL VESPONE A "CINQUE MINUTI": "DAZI? PER IL CONSUMATORE ITALIANO NON CAMBIA NULLA; SE LA PIZZA A NEW YORK PASSERÀ DA 21 A 24 EURO NON SARÀ UN PROBLEMA". MA HA TOCCATO IL FONDO QUANDO HA RIVELATO CHI È IL VERO COLPEVOLE DELLA GUERRA COMMERCIALE CHE STA MANDANDO A PICCO L’ECONOMIA MONDIALE: È TUTTA COLPA DELL’EUROPA CON “GLI STUPIDISSIMI DAZI SUL WHISKEY AMERICANO’’ - VIDEO

elon musk donald trump matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - LE “DUE STAFFE” NON REGGONO PIÙ. IL CAMALEONTISMO DI GIORGIA MELONI NON PUÒ PIÙ PERMETTERSI DI SGARRARE CON MACRON, MERZ, URSULA, CHE GIÀ EVITANO DI CONDIVIDERE I LORO PIANI PER NON CORRERE IL RISCHIO CHE GIORGIA SPIFFERI TUTTO A TRUMP. UN BLITZ ALLA CASA BIANCA PRIMA DEL CONSIGLIO EUROPEO, PREVISTO PRIMA DI PASQUA, SAREBBE LA SUA FINE -  UNA RECESSIONE PROVOCATA DALL’AMICO DAZISTA TRAVOLGEREBBE FRATELLI D’ITALIA, MENTRE IL SUO GOVERNO VIVE SOTTO SCACCO DEL TRUMPUTINIANO SALVINI,

IMPEGNATISSIMO NEL SUO OBIETTIVO DI STRAPPARE 4/5 PUNTI AGLI ‘’USURPATORI’’ DELLA FIAMMA (INTANTO LE HA “STRAPPATO” ELON MUSK AL CONGRESSO LEGHISTA A FIRENZE) - UN CARROCCIO FORTIFICATO DAI MEZZI ILLIMITATI DELLA "TESLA DI MINCHIA" POTREBBE FAR SALTARE IN ARIA IL GOVERNO MELONI, MA VUOLE ESSERE LEI A SCEGLIERE IL MOMENTO DEL “VAFFA” (PRIMAVERA 2026). MA PRIMA, A OTTOBRE, CI SONO LE REGIONALI DOVE RISCHIA DI BUSCARE UNA SONORA SCOPPOLA…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - LA CACCIA GROSSA AL LEONE DI TRIESTE INIZIA COL CDA DEL 24 APRILE MA SI CONCLUDERÀ A MAGGIO CON L’OPS DI MPS-CALTAGIRONE-MILLERI SU MEDIOBANCA CHE, UNA VOLTA ESPUGNATA COL SUO 13% DI GENERALI IN PANCIA, APRIRÀ LA VIA A CALTARICCONE PER ARRIVARE AL COMANDO DEL PRIMO FORZIERE D’ITALIA (843 MILIARDI) – CHE SUCCEDERA' QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I PEZZI GROSSI: ANDREA ORCEL DI UNICREDIT E CARLO MESSINA DI INTESA? - INTANTO, OGNI GIORNO SI REGISTRA UNO SCAZZO: SE IL PROXY ISS SOSTIENE MEDIOBANCA, IL PROXY GLASS LEWIS INVITA GLI AZIONISTI A PUNTELLARE MPS - (POTEVA MANCARE L’ANGOLO DEL BUONUMORE CON DAVIDE SERRA DEL FONDO ALGEBRIS?)…

zuppi sinodo claudio giuliodori ruini bergoglio

DAGOREPORT – ATTENZIONE: SI AGGIRANO CORVI SUL CUPOLONE – CON BERGOGLIO ANCORA CONVALESCENTE, L’ALA CATTO-CONSERVATRICE DI RUINI SI È “VENDICATA” SUL LIBERAL ZUPPI: SUL DOCUMENTO NON VOTATO DALL’ASSEMBLEA SINODALE CI SAREBBERO INFATTI LE MANINE DELL’EX CAPO DELLA CEI AI TEMPI DI BERLUSCONI. COME? NEL PORTARE A SINTESI I TEMI DISCUSSI NEL LUNGO CAMMINO SINODALE, SONO STATI SBIANCHETTATI O “AGGIRATE” QUESTIONI CRUCIALI COME IL RUOLO DELLE DONNE NELLA CHIESA, LA TRASPARENZA SUGLI ABUSI E L’OMOSESSUALITÀ. PIÙ DI UN VESCOVO HA CRITICATO L’ASSENZA NEL TESTO DELLA SIGLA “LGBTQ” – LA MIGLIORE SPIEGAZIONE SUL CAMBIO DI CLIMA LA DA' UN PORPORATO ANZIANO: "ANNI FA, ALLA FINE AVREMMO ABBOZZATO E VOTATO..."

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - CERCASI DISPERATAMENTE TALE MELONI GIORGIA, DI PROFESSIONE PREMIER, CHE DEFINIVA “UN’OPPORTUNITÀ” LA MANNAIA DEL DAZISTA TRUMP - DOVE È ANDATA A NASCONDERSI L’’’ANELLO DI CONGIUNZIONE’’ TRA AMERICA FIRST E L’EUROPA DEI "PARASSITI?" A CHE È SERVITA LA SUA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON LO PSICO-DEMENTE DELLA CASA BIANCA CHE CINGUETTAVA: “MELONI È UN LEADER E UNA PERSONA FANTASTICA”? - CHE FOSSE TAGLIATA FUORI DAI GIOCHI, LA REGINA DI COATTONIA DOVEVA FICCARSELO IN TESTA QUANDO L’ALTRO GIORNO HA CHIAMATO URSULA PER SCONGIURARLA DI NON RISPONDERE CON I CONTRO-DAZI AL TRUMPONE. LA KAISER DI BRUXELLES LE HA RISPOSTO CON PIGLIO TEUTONICO CHE LA DECISIONE FINALE SULLA POLITICA COMMERCIALE DELL’UNIONE APPARTIENE SOLO A LEI. COME A DIRE: "A COSETTA NON T’ALLARGA’, QUI COMANDO IO!" - ED ORA “IO SONO GIORGIA” SI TROVA A DOVER AFFRONTARE UNA GUERRA COMMERCIALE CHE TOCCA MOLTO DURAMENTE LA SUA BASE ELETTORALE, E NON SOLO QUELLA CHE VIVE DI EXPORT, COME AGRICOLTURA, LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE, I TESSILI. UN BAGNO DI SANGUE E, IN PROSPETTIVA, UNA CATASTROFE POLITICA…