massimo gramellini

“GRAMELLINI, IL QUALUNQUISMO GIORNALISTICO DAL TONO PONTIFICATORIO” - RITRATTO AL VETRIOLO DI MASSIMO GRAMELLINI DE “IL GIORNALE”: “AL LICEO LO CHIAMAVANO ‘IL MUCCA’ PER LA SUA INDOLE PACIOSA. GIUNSE A ROMA PER FIDANZARSI COL MITO DEI MITI: MARIA LAURA RODOTÀ. SI SPOSANO MA POI, DOPO NON MOLTO, SI SEPARANO. LEI FA COMING OUT SPOSANDO IN SECONDE NOZZE UNA DONNA, LA COLLEGA TONIA MASTROBUONI (FIGLIA DEL PORTAVOCE DI ANDREOTTI). LUI PRIMA SI RISPOSA CON UNA DOPPIATRICE CHE LO TIENE A BACCHETTA (‘HAI ROTTO IL CAZZO CON LA TUA RUBRICA DI MERDA, LEGGITELA DA SOLO’) E DOPO SI RI-RISPOSA CON UNA SCRITTRICE, SIMONA SPARACO, BEN RECENSITA DAL SOLITO GIRO DELLA STAMPA…”

Luigi Mascheroni per “il Giornale”

 

massimo gramellini

«L'amore non ha un perché, l'amore è il perché». «L'amore salva solo chi si è già salvato da solo». «Perché se incontrarsi resta una magia, è non perdersi la vera favola».

In effetti se tutti ormai sappiamo cos' è il gramellinismo (fa bibliografia la fondamentale pagina Facebook Buongiorno un cazzo), non si è ancora capito però se Massimo Gramellini è il Fabio Fazio della carta stampata o Fabio Fazio il Gramellini della televisione. La formula ammettiamolo, vincente - è la stessa.

 

Ostentazione oleosa di buoni sentimenti, asticella del codice morale altissima, tono pontificatorio, stereotipi e ammiccamenti, paternalismo, conformismo un cicinin di pietismo - e tartufismo. Ottimo quello di Alba. Che in piemontese si dice trifola.

 

massimo gramellini 3

Trifolone piemontese, ghiottone, 62 anni, tre mogli, una sorellastra pornostar di recente assurta alle cronache nazionali, vanitoso come solo i giornalisti sanno essere ha diretto un solo foglio, Lo specchio, e narcisisticamente qualcosa vorrà pur dire individualista, ancora indeciso se dirigere il Salone del Libro di Torino o condurre il festival di Sanremo, per lui è uguale; impareggiabile nel trovare ogni volta il modo per stare dalla parte del più forte - doppio, vërgnàch e cortese - Massimo Gramellini, il cui desiderio è essere più buono di Walter Veltroni e Fabio Fazio messi insieme, è il Charlie Brown della porta accanto. Il banale Buongiorno del lettore comune.

 

Ma il qualunquismo giornalistico facile come bere un Caffè - è solo la faccia presentabile del populismo politico. Una rubrichetta e 1.400 battute, spazi inclusi.

simona sparaco massimo gramellini

Inclusivo, comprensivo, progressista, immigrazionista e pretone laico della tolleranza, Massimo Gramellini detto Gramella dai suoi puffi è tutto ciò che un giornalista vorrebbe essere. Lavorare al Corriere della sera, scrivere 22 righe al giorno, andare in televisione, essere ricco, famoso e di sinistra. Se rinasco, rinasco Gramellini, neh.

 

Nato torinese, liceo classico all'Istituto San Giuseppe dove lo chiamavano il mucca per la sua indole paciosa, da cui la predisposizione ai corsivi compassionevoli studi universitari in Legge presto interrotti, cosa che forse giustifica lo scivolone di voler rimettere in discussione il diritto al voto su base meritocratica, inizi giornalistici al Corriere dello Sport, poi trent' anni alla Stampa: dai tempi di Paolo Mieli, quando lui, più soft, e Curzio Maltese, più hard, si dividevano l'antiberlusconismo della testata, fino a sfiorarne la direzione.

 

MASSIMO GRAMELLINI

Senonché l'unica volta che, come «vice», gli fecero guidare il giornale, era un sabato, alle 2 del mattino non c'era ancora una pagina chiusa. Poi collaborazione con la trasmissione Che tempo che fa su RaiTre, il bestseller Fai bei sogni, un'autobiografia alla Paulo Coelho che ha venduto 2 milioni e mezzo di copie (che invidiaaaaaaaaaa!!!), quindi il grande salto al Corriere della sera (dove diciamo così è mal sopportato): nuovo nome ma stessa rubrica (quella cui si concentra per tutto il giorno, scrivendo e riscrivendo allo sfinimento, già dai tempi della Stampa, quando ti sequestrava in corridoio e ti portava nel suo ufficio per declamartela: «Ti piace, eh.. Ti piace?».

 

«Sì, bella Massimo, bella... Scusa, però, adesso devo andare, io sto lavorando»), fino al programma tutto suo Le parole: autori, amici e ospiti sempre del giro Stampa-RaiTre. Format: tre boomer ad esempio: Gramellini, Bersani e Vecchioni - parlottano di modi di dire e si ripromettono di ritrovarsi prima di Natale. «Wow! Stasera da Gramellini NON sono invitati Beppe Severgnini e Marianna Aprile. Puntatona». Trend topic: #PiùBarberoMenoGramellini.

selfie rodota mastrobuoni con cane

 

E del resto, più o meno, Gramellini un diminutivo di se stesso è questa cosa qui. Sai già come la pensa prima ancora di leggerlo. Tòpoi: i leghisti sono cattivi, chi non è di sinistra è fascista, Berlusconi ci fa vergognare come italiani, gli amarcord granata non si è mai ripreso dallo scudetto del '76, Castellini, Santin, Salvadori, Patrizio Sala, Mozzini, Caporale, Claudio Sala, Pecci, Graziani, Zaccarelli, Pulici «Hai visto Urbano che la so tutta?!» gli immigrati sono più buoni degli italiani, i gay anche, gli Lgbtq due volte di più, la sofferenza rende migliori, che bello quando qui era tutta campagna, dài inginocchiamoci contro i poliziotti cattivi - strano non si sia ancora tagliato in diretta una ciocca di capelli per solidarietà con le ragazze iraniane - e poi tutti sul pullman della Talmone a cantare Bella ciao.

MASSIMO GRAMELLINI

 

Ciao, Massimo: è che quando parli arrotando la tua voce beruschiana, accompagnando la rotondità dei concetti con una prossemica precisa: roteando i pollici sul petto, con le braccia ad altezza del torace, fino ad assottigliare gli immaginari cerchi concentrici sui capezzoli (ne faceva un'irresistibile imitazione Pigi Battista al tempo in cui lavoravate insieme alla Stampa) beh, ci fai venire in mente Agostino Ghiglia, politico dell'Msi, torinese anche lui, e vi prendevano in giro, doppiatori involontari uno dell'altro: stessi sussurri, stesso accento, stesse vocali larghe...

 

ELISA GALLETTA

È che Torino è sempre andata stretta a Gramellini. E fu così che il giovane piemontese giunse nella capitale per fidanzarsi col mito dei miti: Maria Laura Rodotà, figlia di quel Rodotà, già famosa in virtù di una stupenda rubrica di gossip su L'Espresso e autrice di Pizza di farro alla rucola con nutella, 1995, magnifico volume di decifrazione degli anni Ottanta che s' appaia all'indimenticato Sbucciando piselli di Federico Zeri e Roberto D'Agostino.

 

Comunque, il Gramellini e la Rodotà si sposano matrimonio commovente in San Lorenzo in Lucina - ma poi, e sembra una sceneggiatura di Woody Allen, dopo non molto si separano e prendono strade alternative. Lei fa coming out sposando in seconde nozze una donna, la collega Tonia Mastrobuoni (figlia di quel Mastrobuoni, Pio, già portavoce di Andreotti), stesso giro della Stampa, poi Repubblica.

briatore twitta foto di gramellini

 

Lui prima si risposa con una doppiatrice che lo tiene a bacchetta «Non mangiare due fette di torta!», «Fai così, fai cosà», «Hai rotto il cazzo con la tua rubrica di merda, leggitela da solo» e dopo si ri-risposa con una scrittrice, Simona Sparaco (strano: adesso i suoi libri sono allegati al Corriere...), e ben recensita dal solito giro della Stampa. Che sarà Busiarda, ma quando c'è da aiutare gli amichetti è affidabilissima.

 

Inaffidabile (l'uomo è certo geniale, ma il giornalista caotico), fan di Carl Gustav Jung e di Andrea De Carlo, e ci sfugge il nesso, citazioni che si esauriscono fra Cavour, Pulici e Montanelli, bambinone, che in piemontese si dice citòn, credulone di un esoterismo da quattro soldi che fa un mischione di Gurdjieff, Franco Battiato, il Re del mondo e la teoria del paleocontatto («Noi sappiamo che la vita è venuta da un altro pianeta vero?», ama sussurrare a colleghi), Gramellini che alla fine è un simpaticone, dài forse non è neppure buonista («È buono perché non è in grado di fare il cattivo», dicono gli amici) e neanche di sinistra.

SELFIE DI FABIO FAZIO E MASSIMO GRAMELLINI

 

Ideologicamente appartiene alla corrente democristiana di Edmondo De Amicis: resta un torinese liberal-socialista ottocentesco dei buoni sentimenti. Il meccanismo che scatta leggendo Gramellini invariabilmente è: «Questo l'ho sempre pensato anch' io, ma non trovavo le parole per dirlo!». Ecco. Purtroppo ogni mattina le trova lui.

LA SECCHIATA DI GRAMELLINI

E bon. Arvëddse, Massimo.

Ultimi Dagoreport

ursula von der leyen donald trump xi jinping cina unione europea stati uniti

FLASH! - COME REAGIRE ALLA TERZA GUERRA MONDIALE DI TRUMP? PIU’ CHE UNA WEB-TAX SULLE BIG TECH, PER METTERE IN GINOCCHIO IL DAZISTA DELLA CASA BIANCA, FACENDO RITORNARE DI COLPO LE ROTELLE AL LORO POSTO, SAREBBE SUFFICIENTE LA VENDITA DEL 10% DEI TITOLI DEL TESORO AMERICANO IN POSSESSO DI CINA E UNIONE EUROPEA (AL 2024 PECHINO NE DETENEVA 768 MILIARDI, MENTRE I 27 PAESI UE NE HANNO IN PANCIA OLTRE DUEMILA MILIARDI) – DI TALE MOSSA MORTALE, CONFERMATA A DAGOSPIA DA FONTI AUTOREVOLI, NE STANNO DISCUTENDO NELLA MASSIMA RISERVATEZZA GLI EMISSARI DEL DRAGONE DI XI JINPING E GLI SHERPA DEI CAPOCCIONI DI BRUXELLES (COME DICONO A QUARTICCIOLO: ‘’EXTREME EVILS, EXTREME REMEDIES…’’)

donald trump matteo salvini giuseppe conte vladimir putin

DAGOREPORT – ALLEGRIA! RICICCIA L’ALLEANZA DEGLI OPPOSTI POPULISMI: SALVINI E CONTE - SABATO SCORSO, I GEMELLI DIVERSI SI SONO RITROVATI IN PIAZZA A SBANDIERARE LE COMUNI POSIZIONI TRUMPUTINIANE CHE DESTABILIZZANO SIA LA MAGGIORANZA DI GOVERNO CHE L’OPPOSIZIONE - IL LORO RUOLO DI GUASTATORI NEI RISPETTIVI SCHIERAMENTI FA GODERE TRUMP, CHE HA PRESO DUE PICCIONI CON LA SUA FAVA: CONDIZIONA IL GOVERNO MELONI E SPACCA IL PD DI ELLY SCHLEIN – SFANCULATO BEPPE GRILLO, ANNIENTATO LO ZOCCOLO DURO PENTASTELLATO, AL POSTO DELL'ELEVATO", COME "IDEOLOGO", CONTE HA MARCO TRAVAGLIO - IL RUOLO DI CASALINO NEL SUCCESSO DELLA MANIFESTAZIONE ANTI-RIARMO DI SABATO... - VIDEO 

giorgia meloni donald trump economia recessione dazi

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI VOLERÀ FINALMENTE NEGLI STATI UNITI PER IL TANTO AGOGNATO FACCIA A FACCIA CON TRUMP: MA COSA ANDRÀ A FARE? SOPRATTUTTO: QUALE RISULTATO OTTERRÀ? -L’UNICO SPAZIO CHE OGGI HA A DISPOSIZIONE LA THATCHER DELLA GARBATELLA È IL PERIMETRO STABILITO DA KAISER URSULA CON MACRON E MERZ, CHE SI RIASSUME IN TRE PUNTI: DIALOGO, REAZIONE E DIVERSIFICAZIONE DEI MERCATI - L'EVENTUALITA' CHE, DOPO OCCHIONI E MOINE MELONIANE, IL TRUMPONE RINCULI DAL 20% A ZERO DAZI E' DA ESCLUDERE: IL TYCOON BANCAROTTIERE PERDEREBBE LA FACCIA - MA L'UNDERDOG NON PUO' TRATTARE NEMMENO UN DIMEZZAMENTO DELLE TARIFFE RECIPROCHE AL 10% PERCHE' LA NEGOZIAZIONE DEVE PASSARE PER BRUXELLES – LA DUCETTA PUÒ SOLO PROVARE A ESERCITARE UNA MORAL SUASION SUL SUO AMICO TRUMP E FARSI SCATTARE QUALCHE FOTO PER FAR ROSICARE DI INVIDIA MATTEO SALVINI - VIDEO

vespa meloni berlusconi

DAGOREPORT - VABBE’, HA GIRATO LA BOA DEGLI 80 ANNI, MA QUALCOSA DI GRAVE STA STRAVOLGENDO I NEURONI DI "GIORGIA" VESPA, GIA' BRUNO - IL GIORNALISTA ABRUZZESE, PUPILLO PER DECENNI DEL MODERATISMO DEMOCRISTO DEL CONTERRANEO GIANNI LETTA, CHE ORMAI NE PARLA MALISSIMO CON TUTTI, HA FATTO SOBBALZARE PERFINO QUELLO SCAFATISSIMO NAVIGATORE DEL POTERE ROMANO CHE È GIANMARCO CHIOCCI – IL DIRETTORE DEL TG1, PRIMO REFERENTE DELLA DUCETTA IN RAI, E’ RIMASTO BASITO DAVANTI ALL’”EDITORIALE” DEL VESPONE A "CINQUE MINUTI": "DAZI? PER IL CONSUMATORE ITALIANO NON CAMBIA NULLA; SE LA PIZZA A NEW YORK PASSERÀ DA 21 A 24 EURO NON SARÀ UN PROBLEMA". MA HA TOCCATO IL FONDO QUANDO HA RIVELATO CHI È IL VERO COLPEVOLE DELLA GUERRA COMMERCIALE CHE STA MANDANDO A PICCO L’ECONOMIA MONDIALE: È TUTTA COLPA DELL’EUROPA CON “GLI STUPIDISSIMI DAZI SUL WHISKEY AMERICANO’’ - VIDEO

tulsi gabbard donald trump laura loomer timothy haugh

DAGOREPORT - È ORA D’ALLACCIARSI LE CINTURE. L’INTELLIGENCE OCCIDENTALE E' NEL PANICO TOTALE: SU CONSIGLIO DI UNA MAGA-INFLUENCER, LA PROCACE LAURA LOOMER, GIOVEDI' TRUMP HA CACCIATO SU DUE PIEDI IL GENERALE TIMOTHY HAUGH, DIRETTORE DELLA NATIONAL SECURITY AGENCY - LA NSA È LA PRINCIPALE AGENZIA DI CYBERSPIONAGGIO DEGLI STATI UNITI (CON 32 MILA DIPENDENTI, È QUASI IL 50% PIÙ GRANDE DELLA CIA) - LA CACCIATA DI HAUGH AVVIENE DOPO LA DECAPITAZIONE DEI CAPI DEI SERVIZI SEGRETI DI CIA E DI FBI, CHE TRUMP CONSIDERA IL CUORE DI QUEL DEEP STATE CHE, SECONDO LUI, LO PERSEGUITA FIN DALL’ELEZIONE PRESIDENZIALE PERDUTA CONTRO BIDEN NEL 2020 – UNA EPURAZIONE MAI VISTA NELLA TRANSIZIONE DA UN PRESIDENTE ALL’ALTRO CHE STA ALLARMANDO L’INTELLIGENCE OCCIDENTALE. CON TRUMP CHE SI FA INTORTARE DA INFLUENCER BONAZZE, E FLIRTA CON PUTIN, CONDIVIDERE INFORMAZIONI RISERVATE CON WASHINGTON, DIVENTA UN ENORME RISCHIO - (E C’È CHI, TRA GLI 007 BUTTATI FUORI A CALCI DA ''KING DONALD'', CHE PUÒ VENDICARSI METTENDO A DISPOSIZIONE CIÒ CHE SA…)

elon musk donald trump matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - LE “DUE STAFFE” NON REGGONO PIÙ. IL CAMALEONTISMO DI GIORGIA MELONI NON PUÒ PIÙ PERMETTERSI DI SGARRARE CON MACRON, MERZ, URSULA, CHE GIÀ EVITANO DI CONDIVIDERE I LORO PIANI PER NON CORRERE IL RISCHIO CHE GIORGIA SPIFFERI TUTTO A TRUMP. UN BLITZ ALLA CASA BIANCA PRIMA DEL CONSIGLIO EUROPEO, PREVISTO PRIMA DI PASQUA, SAREBBE LA SUA FINE -  UNA RECESSIONE PROVOCATA DALL’AMICO DAZISTA TRAVOLGEREBBE FRATELLI D’ITALIA, MENTRE IL SUO GOVERNO VIVE SOTTO SCACCO DEL TRUMPUTINIANO SALVINI,

IMPEGNATISSIMO NEL SUO OBIETTIVO DI STRAPPARE 4/5 PUNTI AGLI ‘’USURPATORI’’ DELLA FIAMMA (INTANTO LE HA “STRAPPATO” ELON MUSK AL CONGRESSO LEGHISTA A FIRENZE) - UN CARROCCIO FORTIFICATO DAI MEZZI ILLIMITATI DELLA "TESLA DI MINCHIA" POTREBBE FAR SALTARE IN ARIA IL GOVERNO MELONI, MA VUOLE ESSERE LEI A SCEGLIERE IL MOMENTO DEL “VAFFA” (PRIMAVERA 2026). MA PRIMA, A OTTOBRE, CI SONO LE REGIONALI DOVE RISCHIA DI BUSCARE UNA SONORA SCOPPOLA…