IL 2013 NEL CINEMA AMERICANO - CONTINUA SEMPRE DI PIU’ IL VISTOSO SCIVOLAMENTO DEL CINEMA VERSO ALTRI SCHERMI - LA BELLISSIMA SOAP PRODOTTA DA DAVID FINCHER PER NETFLIX, ‘HOUSE OF CARDS’, E’ ARRIVATA (TUTTA IN UNA VOLTA!) DIRETTAMENTE SUL COMPUTER

Giulia Vagnolo Vallan per Dagospia

Intanto un anno ricco, il cui "spirito del tempo" si riflette, come un caleidoscopio, tra il magnifico documentario dell'ottuagenario Fred Wiseman At Berkeley (la lotta per l'utopia intrinsica alla piu' grande universita' pubblica americana) e Spring Breakers del ragazzo terribile Harmony Korine (il lisergico romanzo di formazione di tre liceali del Midwest nell'utopia infernale di Miami Beach);

tra due struggenti film sulla solitudine della "condizione umana" - Gravity di Alfonso Cuaron e Her di Spike Jonze - rispettivamente il miglior tipo di blockbuster che una Major possa produrre oggi (grazie Warner Bros.!), e il miglior modo di usare I soldi di un padre plurimiliardario (per la produttrice indipendente Megan Ellison, dietro anche a Korine, The Master e American Hustle);

tra i cinema chiusi di The Canyons di Paul Schrader, i traders debosciati di Scorsese e del suo The Wolf of Wall Street , i vampiri che collezionano libri di Jim Jarmush (Only Lovers Left Alive) e la vertigine dell'ignoto dietro all'imperscrutabile superficie dell'acqua inquadrata dall'alto nell'ultimo documentario di Errol Morris, The Unknown Known, un film sull'horror vacui della politica, non (come si aspettavano in molti) sugli orrori dell'era Bush.

In teoria, parte dello zeitgeist lascerebbe presuspporre anche una new wave del cinema black (magari da collegare alla presidenza Obama). Oltre a 12 Years a Slave e The Butler , va ricordato il vincitore del Sundance, Fruitvale Station e un altro film lanciato al festival di Redford, Mother George.

Ma, nonostante questi due esordi promettenti, l'immaginario cinema afroamericano ci sembrava piu' vitale e interessante quando, negli anni novanta, attingeva all'asfalto delle inner cities, all'hip hop fuori legge e non puntava cosi' smaccatamente ad essere rispettabile, "all'Oscar".

Non a caso le sue forze piu' creative e colte non appaiono in questo ipotetico rinascimento: Spike Lee oggi e' ridotto a fare remake di iperviolenti film coreani che poi vanno malissimo in sala (Oldboy). Il suo corrispettivo losangelino, Charles Burnett, non lavora nemmeno quasi piu'.

Il 2013 e' stato anche l'anno in cui un regista italiano che vive in Texas (piu' vicino per affinita' al progetto poetico documentario di Gianfranco Rosi che a quello industriale d'autore di Sorrentino) ha completato la sua trilogia. Roberto Minervini era a Cannes (fuori concorso), anche se non se ne sono accorti in molti, occupati com'erano a fare pronostici su La grande bellezza. I suoi tre film, storie americane da una zona poverissima del Lone Star State -The Passage, Low Tide e Stop the Pounding Heart - sono tutti girati in 35mm, sono bellissimi da guardare e hanno un budget complessivo di meno di centomila dollari.

Il 2013 e' stato l'anno in cui George Lucas e Steven Spielberg -gli inventori del blockbuster contemporaneo- hanno predetto che Hollywood sarebbe implosa a forza di produrre sequel che costano centinaia di milioni di dollari e che poi al pubblico non piacciono tanto.

In realta', nonostante fallimenti colossali come The Lone Ranger, non e' successo: Il botteghino USA e' infatti salito dell'un percento rispetto all'anno scorso (10.9 miliardi in biglietti venduti), e i film che sono andati meglio quest'anno -Iron Man 3 The Hobbit 2, Hunger Games Catching Fire...- sono sequel. Prevedibilmente, per il 2014 le Majors hanno gia' anticipato listini fatti di una dieta analoga.

E, sempre nel 2013, e' continuato sempre di piu' il vistoso scivolamento del cinema verso altri schermi, e fuori dal formato narrativo "chiuso" del lungometraggio. Dopo il miliare Behind the Candelabra, Steven Soderbergh si ritira, e immediatamente si mette a lavorare a una serie TV.

Ma abbiamo scritto "altri schermi" perche', in effetti, non si puo' piu' solo parlare di televisione, visto che la bellissima soap washingtoniana prodotta da David Fincher per Netflix, House of Cards, e' arrivata (tutta in una volta!) direttamente sul computer. Amazon e Hulu hanno seguito I suoi passi investendo su produzioni originali. A fine gennaio la seconda stagione.

Dopo aver riportato, qualche settimana fa, dati penosi sull'eguaglianza tra sessi nel cinema di Hollywood, va detto che il 2013 e' stato l'anno in cui due tra i dieci campioni d'incasso erano interpretati da protagoniste femminili, Gravity e Catching Fire. Ai miliardi in biglietti venduti da Sandra Bullock e Jennifer Lawrence vanno aggiunti quelli della cicciona Melissa McCarthy, attrice comica impagabile e intenibile, quest'anno in due grandi successi, Identity Thief e The Heat.

 

 

spring breakers james franco LINDSAY LOHAN - THE CANYONS12 years Slave selena gomez e vanessa hudgens in spring breakers jpegSTEVEN SPIELBERG E GEORGE LUCAS ALLA SOUTHERN CALIFORNIA UNIVERSITY house of cards poster

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