arthur gregg sulzberger new york times nyt

UN AFFARE DI FAMIGLIA - IL 36ENNE ARTHUR GREGG SULZBERGER RICEVE DAL PADRE L’INCARICO DI GESTIRE (E RISOLLEVARE) IL “NEW YORK TIMES” - NELLA SUA MISSIONE SARA’ AFFIANCATO DA DUE CUGINI - PRIMO PASSO? LA RISTRUTTURAZIONE LACRIME E SANGUE DELLA REDAZIONE

Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”

 

arthur gregg sulzbergerarthur gregg sulzberger

Nel mondo dell' editoria americana un cambio al vertice della proprietà del New York Times è come la successione alla corona britannica o l'elezione di un Papa. La fumata bianca, nella torre della Ottava Avenue disegnata da Renzo Piano è arrivata l'altra sera anche se l' editore attuale, Arthur Ochs Sulzberger Jr., in carica dal 1992, è sempre al suo posto e in piena salute. Ma era stato lui stesso - avvicinandosi ai 65 anni, l' età a cui il padre, un altro Arthur Sulzberger, gli passò lo scettro - ad avviare la ricerca del successore.

 

Arthur Ochs Sulzberger Arthur Ochs Sulzberger

Fin dall' inizio non c'erano molti dubbi che la carica sarebbe rimasta in famiglia. Alla fine la scelta è caduta sul figlio dell' attuale editore. Un altro Sulzberger e un altro Arthur: Arthur Gregg. Si è deciso che, per evitare confusioni, il futuro editore verrà identificato come A. G. È il quinto membro della dinastia ad assumere il ruolo di publisher da quando nel 1896, 120 anni fa, la guida del Times fu presa da Adolph Simon Ochs.

 

La scelta (non ancora operativa: per ora A.G. è stato nominato vice-editore e il padre non ha deciso quando si ritirerà) potrebbe sembrare nepotista, ma non lo è. Il 36enne A.G. era in competizione con due cugini: Sam Dolnick, 35 anni, che nella società si occupa di iniziative legate alla realtà virtuale e ai podcast e David Perpich, 39 anni, che ha lavorato all' introduzione del paywall, il sito a pagamento e a nuovi servizi in abbonamento.

 

Adolph Simon OchsAdolph Simon Ochs

A.G., invece, è cresciuto in redazione. Giornalista giudicato dai colleghi umile ma anche molto sveglio, ha fatto a lungo il cronista, ma negli ultimi anni era emerso sul piano editoriale come l'autore dell'Innovation Report , un documento di 90 pagine presentato due anni fa: una sorta di manifesto del New York Times proiettato nell'era digitale nel quale A. G. sottolineava i ritardi (usava addirittura la parola «passività») del giornale nell' adottare le nuove tecnologie.

 

Nella complessa struttura di questa compagnia, Times Company, che ha come amministratore delegato l'inglese Mark Thompson e che riserva la maggioranza dei diritti di voto alle azioni della società controllate dalla famiglia, la scelta di Arthur Gregg è stata ratificata dal consiglio d' amministrazione dopo la «raccomandazione» venuta da un comitato di sette «saggi» nominato appositamente per scegliere il nuovo publisher: una commissione che si è riunita per ben 12 volte intervistando i candidati, ognuno dei quali ha dovuto presentare due diversi documenti con i suoi progetti e le sue visioni.

 

David PerpichDavid Perpich

Ora toccherà ad A. G. gestire questa transizione e anche una ristrutturazione della redazione inevitabilmente dolorosa: quella contenuta nel piano 2020, ora all'esame del direttore esecutivo, Dan Baquet. In questo lavoro il nuovo editore (potrebbe entrare in carica a metà dell' anno prossimo, ma forse la successione verrà anticipata) avrà bisogno del contributo dei due cugini, specializzati proprio in tecnologie digitali. Tanto che qualcuno in azienda parla di una successione morbida che potrebbe sfociare in una specie di triumvirato.

Sam DolnickSam Dolnick

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