davide oldani

“A 16 ANNI FACEVO IL CENTRAVANTI IN C2, POI MI RUPPI TIBIA E PERONE E SONO DIVENTATO CUOCO” - LO CHEF DAVIDE OLDANI SI RACCONTA A ALDO CAZZULLO SUL CORSERA: “GUALTIERO MARCHESI È STATO UN SECONDO PADRE. NON HO MAI AVUTO UN PIANO B: SAPEVO CHE LA CUCINA SAREBBE STATA LA MIA VITA. A LONDRA INCONTRAI UN RAGAZZO INGLESE DI TALENTO: LUI FACEVA I PESCI, IO LE CARNI. SI CHIAMAVA GORDON RAMSAY – LO SPOT CON FEDERER? ROGER E’ LA CLASSE IN PERSONA, NON SOLO NEL TENNIS" - CON LE BASETTE E LA RIGA IN MEZZO, HA L’AURA DEL PLAYBOY DELLA CUCINA: “SONO FELICE CON LA MIA EVELINA” – E POI RIVELA PERCHE’ E’ COSÌ MAGRO… - VIDEO

 

 

Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera” - Estratti

davide oldani

 

Nella piazza del paese, di fronte alla chiesa, c’è il suo ristorante, il D’O, due stelle Michelin. A sinistra, il nuovo locale, l’Olmo, tre tavoli in tutto.

A destra, il laboratorio per la panificazione, Next D’OOr. A un chilometro, la scuola statale alberghiera, con 380 allievi, tutti in divisa, di cui Davide Oldani è il mentore. Non è periferia di Milano; è Cornaredo, che ormai ricorda certi borghi gastronomici francesi.

 

Lei Oldani è di qui?

«Sono nato a Milano: codice fiscale F205Y. Di secondo nome mi chiamo Maria, Davide Maria, come mia figlia di nove anni: Camilla Maria. Di Cornaredo però erano i miei genitori. Io sono ritornato alle radici».

 

Quali sono i suoi primi ricordi?

davide oldani

«Borg che si inginocchia dopo aver vinto Wimbledon. Il rapimento di Moro. E i pranzi di Natale: il risotto, anzi al risott , l’oca e il panettone, da cui scartavo i canditi».

 

(…)

Lei però nasce calciatore.

«Prima di giocare a pallone dovevo aiutare mamma a fare gnocchi e ravioli. Erano le regole: prima di avere bisogna dare. In famiglia ho sempre sentito una forte tensione etica, che ho portato nel mio lavoro».

 

In che ruolo giocava?

davide oldani premiato foto di bacco

«Centravanti. Un numero 9 strutturato, per l’età. A sedici anni ero già in C2, nella squadra di Rho, la Rhodense, ormai professionista. Però frequentavo l’alberghiero, e i compagni mi chiesero di giocare nel torneo scolastico. Mio padre non voleva, mi avvertì di non correre rischi inutili».

 

E lei?

«Nascosi la scarpe da calcio in fondo alla borsa di scuola, e andai al campo. Mi trovai a tu per tu con il portiere avversario, che fece un’uscita spericolata, forse anche un po’ cattiva. Mi travolse, mi falciò: frattura esposta e scomposta di tibia e perone. Intervento chirurgico al Cto di Milano, un mese di trazione, sei mesi di recupero. Metodo Ilizarov: la gamba mi fu immobilizzata da un fissatore esterno, senza gesso. La carriera da calciatore era finita; cominciava quella da cuoco. Sliding doors: si chiudeva la porta dello sport, si apriva quella della cucina».

davide oldani e evelina

 

Da Gualtiero Marchesi, via Bonvesin della Riva, Milano. Che tipo era?

«Un signore. Mai un insulto, mai una volgarità, mai una parola fuori posto: non aveva bisogno di alzare la voce per farsi ascoltare. Per me è stato un secondo padre. Eravamo un gruppo di ragazzi... Poi arrivò Enrico Crippa, che ora ha tre stelle a Piazza Duomo ad Alba».

 

In quale città è cresciuto?

davide oldani chef foto di bacco

«A vent’anni Marchesi mi propose di andare a Londra, a Le Gavroche. Mio padre era contrario: “Attenzione, là sarà tutto sulle tue spalle”. Ma io lo tranquillizzai: “Penserò a me stesso, tu non ti devi preoccupare”. Sentivo di dover tagliare il cordone ombelicale. Anche se poi piangevo ogni sera, per le difficoltà che dovevo affrontare; comprese le collect call alla famiglia. Non ho mai avuto un piano B: sapevo che la cucina sarebbe stata la mia vita. A Le Gavroche incontrai un ragazzo inglese di talento: lui faceva i pesci, io le carni. Si chiamava Gordon Ramsay».

 

Poi lei andò da Alain Ducasse, il più grande cuoco del mondo.

«All’Hotel de Paris a Montecarlo. L’anno scorso abbiamo cucinato a quattro mani alla reggia di Venaria per 120 persone, c’erano anche Giuseppe Lavazza e Ferran Adrià: tartufo bianco, salsa di spugnole, composta di mirtillo, briciole di pane, riso...».

 

federer davide oldani

In quali altri posti è stato?

«Rientrato come chef da Marchesi, giravo il mondo nei suoi ristoranti, dal resort di Pebble Beach in California al New Otani di Tokyo: in America mi portavano a vedere le balene, in Giappone la mangiavano. Ma non era mancanza di rispetto; erano due culture del cibo diverse. Avevo imparato il surf, ma ho scoperto che c’erano gli squali e ho smesso. Ma l’arte della pasticceria l’ho imparata a Parigi da Pierre Hermé, il re dei macaron».

 

Qui al D’O la cucina è a vista, ma non si sente gridare «sì chef», «grazie chef».

«Magari tra poco lo sentirà. Però sarà un modo per dire “sì, ho capito”; non un gesto di sottomissione. Fin da prima del Covid questo è un locale “paperless”: non si usa carta, abbiamo inserito la tecnologia in un mestiere artigianale, per abbattere gli sprechi. Si cresce per merito e per esperienza. È nostro anche il design: dai tavoli ai bicchieri, dalle lampade al gratta-tartufo, abbiamo disegnato novanta pezzi».

 

Qual è la formula della sua cucina?

federer davide oldani

«Armonia, esattezza, molteplicità. Equilibrio nei contrasti. Rispettare tutti gli ingredienti, dalle erbe all’acqua; e non ripeterne mai nessuno».

L’ha chiamata cucina pop.

 

Cosa vuol dire?

«Seguire le stagioni. Costare il giusto. Rispettare le regole di economia applicata della buona madre di famiglia. Sulla mia cipolla caramellata mettevo il tartufo; ora metto il gelato al grana invecchiato, che crea l’equilibrio di contrasti che è il valore aggiunto della mia cucina».

 

All’Expo del 2015 preparò una cena senza pane.

«Lo facciamo in casa, ma non lo servo mai in tavola prima del secondo: non voglio che i clienti si sfamino con quello. La vera impresa dell’Expo fu cucinare 70 mila risotti. E i pistilli del fiore dello zafferano vanno mondati uno a uno: un lavoro enorme».

federer davide oldani

Chi viene qui a cena a Cornaredo?

«Fabio Volo, Donato Carrisi. E diversi calciatori». 

 

(...)

 

Lei è diventato celebre per lo spot con Federer. Che tipo è?

«La personificazione della classe. Un uomo che mette bellezza e arte in ogni gesto che compie, in ogni cosa che fa. Per questo resterà unico, non solo nella storia del suo sport».

Dove vi siete visti?

davide oldani 1

«Il set sono state due ville in Brianza; il mese dopo lui vinse il suo ultimo Slam, gli Australian Open al quinto set contro Nadal. L’ho incontrato poi a Wimbledon, ci siamo incontrati in Svizzera e poco tempo fa a Milano, per un evento Luxottica».

 

(...) Con le basette e la riga in mezzo, lei ha l’aura del playboy della cucina italiana. «Sono felice con la mia Evelina».

Come fa a essere così magro?

davide oldani e evelina

«Mangio in prevalenza quel che cucino».

beatrice venezi davide oldani foto di baccodavide oldani davide oldani 1davide oldani davide oldani 1intervista davide oldanidavide oldaniDAVIDE OLDANI E GUALTIERO MARCHESIdavide oldani jose manuel barroso francesca fagnani foto di bacco

Ultimi Dagoreport

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME