battisti moglie figlio luca bollorè mogol

ACQUA AZZURRA, GUERRA CHIARA: NON C’È PACE PER L’EREDITÀ DI LUCIO BATTISTI - IL TRIBUNALE DI MILANO NOMINA UN ALTRO LIQUIDATORE PER LA SOCIETÀ "ACQUA AZZURRA" DILANIATA DALLE BATTAGLIE TRA GLI AZIONISTI (LA SOCIETÀ DELLA MOGLIE DEL CANTANTE E DEL LORO UNICO FIGLIO LUCA, LA CASA DISCOGRAFICA 'UNIVERSAL' DI BOLLORÉ E MOGOL) – NESSUNO SI SIEDERÀ MAI AL TAVOLO PER TRATTARE IL CATALOGO STORICO BATTISTI-MOGOL DA 16 MILIONI FINCHÉ…

Mario Gerevini per corriere.it

 

lucio battisti e la moglie

Non c’è pace per l’eredità di Lucio Battisti. Il Tribunale di Milano è dovuto intervenire ancora una volta per affidare a un nuovo timoniere quella polveriera che è Acqua Azzurra, la società dove da anni si fanno la guerra i tre azionisti: la società Aquilone della moglie del cantante e del loro unico figlio Luca, 48 anni, la casa discografica Universal di Vincent Bolloré e Giulio Rapetti, ovvero Mogol.

 

Tutti in causa con la loro stessa società, per tutelare legittimi ma talvolta contrapposti interessi. In palio c’è un patrimonio storico della musica leggera italiana, il repertorio classico Battisti-Mogol. Sul suo valore erano circolate varie indiscrezioni. Ora dai documenti consultati emerge il riferimento a una perizia ufficiale acquisita agli atti della società che lo fissa a 16 milioni.

 

La firma sui documenti

il figlio di lucio battisti luca

Le ultime notizie dal fronte arrivano con un po’ di ritardo e quasi per caso: su alcuni documenti societari si nota la firma del professionista milanese Luigi Giovanni Saporito, rappresentante legale della Edizioni Musicali Acqua Azzurra. Ma che c’entra questo quotato commercialista milanese?

 

Il liquidatore non era l’avvocato Gaetano Presti nominato dal tribunale nel 2018 perché i soci litigavano a tal punto da aver paralizzato l’azienda? In effetti ci sono novità. Vediamo cosa sta succedendo nella società dove — scriveva ai soci l’ex liquidatore Presti poco prima di fare le valigie — «la più importante ipoteca sul futuro è legata alla causa intrapresa da Luca Battisti (alla cui richiesta si è associato Giulio Rapetti Mogol) per la risoluzione dei contratti di edizione delle opere del catalogo (...) un ostacolo alla sua cessione» oltre che «alla normale prosecuzione dell’attività della società».

 

lucio battisti 9

 

L’origine

L’origine di tutto ha una data precisa: 5 marzo 1969, quando in piena epoca vinile esce il primo album «Lucio Battisti», con i testi di Mogol. Pochi giorni dopo cantante, paroliere e casa discografica si mettono in società, incanalando tutti i contratti e i diritti. Nasce così la Acqua Azzurra srl che incassa i soldi dai diritti di sfruttamento (quelli gestiti dalla Siae) di tutta la discografia della coppia. Dodici album fino a «Una giornata Uggiosa», l’ultimo insieme nel 1980. Emozioni, Pensieri e Parole, Il mio canto libero, Ancora tu: è il Battisti dall’inconfondibile voce di «come può uno scoglio arginare il mare ...», «lo scopriremo solo vivendo …», «il carretto passava e quell’uomo gridava …».

 

Mezzo secolo soci

vincent bollore

Il cantante resta presidente di Acqua Azzurra fino a pochi giorni dalla morte, il 9 settembre 1998 a 55 anni: era nato il 5 marzo 1943, 24 ore dopo Lucio Dalla. Lui e la moglie, sua coetanea, ex segretaria del Clan di Celentano e conosciuta durante Sanremo 1967, detenevano attraverso la società Aquilone il 56% di Acqua Azzurra, la casa discografica Ricordi (poi Universal) il 35% e Mogol il 9%. L’assetto, con gli eredi, è rimasto tale quale fino a oggi. Con il 56% in mano, moglie e figlio hanno a lungo governato senza lasciare spazi alle minoranze e, secondo Mogol che ha fatto causa ottenendo un risarcimento milionario, senza sfruttare adeguatamente il prezioso catalogo.

 

Il tribunale

L’incomunicabilità e le opposte visioni tra i soci ha poi condotto Acqua Azzurra in liquidazione ma i primi due liquidatori nominati dagli azionisti hanno alzato subito bandiera bianca: impossibile gestire in armonia. È a quel punto che entra in campo una prima volta il tribunale nominando Presti con ampi poteri, compresi quelli di mettere a reddito il catalogo anche online (canale sempre osteggiato dagli eredi). Nel 2019 Battisti sbarca sulle piattaforme di streaming musicale ma ancora non ci sono dati sui maggiori ricavi realizzati. Nell’estate 2020 Aquilone, la società degli eredi che ha il 56% Acqua Azzurra, approva i bilanci 2017 e 2018 che aveva bocciato gli anni precedenti: non l’avesse fatto l’azienda si sarebbe automaticamente dissolta.

lucio battisti mogol

 

Lo scontro

Sulla distribuzione dell’utile, però, lo scontro con il liquidatore è frontale: gli eredi deliberano a maggioranza di pagare un dividendo pescando dall’utile di 600 mila euro. Il liquidatore si oppone sostenendo che è suo dovere mantenere una disponibilità per soddisfare i creditori, compresi quelli che hanno azioni giudiziali in corso, cioè gli stessi soci. Un intreccio soffocante. Sul rinnovo della retribuzione al liquidatore si consuma lo strappo finale. I soci questa volta compatti (tranne Mogol che non partecipa alle assemblee) chiedono, motivandola, una riduzione e votano contro la proposta. Il liquidatore prende atto e rimette il mandato solo che gli azionisti non trovano accordo sulla nomina di un nuovo professionista e così si torna al tribunale di Milano che chiama Saporito attribuendogli gli stessi poteri del predecessore. Dopo quattro mesi ha già preso le misure. È il quarto liquidatore che sale sul ring. E anche lui sa che nessuno si siederà mai al tavolo per trattare il catalogo storico Battisti-Mogol da 16 milioni finché i tribunali saranno intasati dalle cause degli azionisti (e degli stessi avvocati degli azionisti) alla società.

battisti mogol

 

 

MOGOL

Ultimi Dagoreport

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...