ADDIO ALL’UOMO CHE SDOGANÒ IL PORNO, QUELLO VERO - È MORTO AL GOLDSTEIN, EDITORE DI “SCREW” (SCOPARE), EROE DELLA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE E DI ESSERE OSCENI - E IL “NEW YORK TIMES” LO CELEBRA IN PRIMA PAGINA!

1. IL "NEW YORK TIMES" METTE IN PRIMA PAGINA IL NECROLOGIO DI AL GOLDSTEIN, EDITORE DI "SCREW" E PRIMO A FARE PORNO ANCHE IN UNA TV LOCALE DI NEW YORK

http://www.nytimes.com/2013/12/20/nyregion/al-goldstein-pioneering-pornographer-dies-at-77.html?pagewanted=1&_r=0&rref=obituaries&hpw


2. MORTO AL GOLDSTEIN, L'EDITORE CHE SDOGANÃ’ IL PORNO
Anna Guaita per "Il Messaggero"

Se tutti ricorderanno i nomi di Hugh Hefner e Playboy, e di Bob Guccione e Penthouse, sarà difficile che il mondo ricordi a lungo anche Al Goldstein e Screw. I primi due contribuirono alla liberazione sessuale degli Stati Uniti, con riviste a luci rosse che però riuscirono a salvare anche il buon gusto e aggiungere spesso anche articoli di vero valore giornalistico.

Al Goldstein non volle mai neanche avere questa pretesa: il suo Screw voleva essere quel che la parola significa, cioé una pubblicazione spudoratamente dedicata a "sco**re".

Goldstein è stato una figura rivoluzionaria e rivoltante allo stesso tempo, liberatoria e imbarazzante, divertente e umiliante. E in piena coerenza con la sua vita di contraddizioni, si è spento a 77 anni, in un ospizio, in assoluta povertà, nonostante a un certo punto della sua carriera di pornografo avesse accumulato una grande ricchezza.

Al Goldstein aveva tentato decine di mestieri nella gioventù, da fotogiornalista (finì anche in prigione a Cuba pe aver fotografato senza permesso Raul Castro, il fratell di Fidel) ad autista di tassì, da commesso a spia industriale, fino a che nel 1968 creò la rivista più dichiaratemente oscena sul mercato.

In quelle pagine non c'erano solo foto ultrarealistiche, ma anche indirizzi di prostitute, recensioni di "saloni di massaggi" e di pellicole hard-core, e insomma tutto quel che poteva servire a chi cercava avventure nel sottobosco porno.

La rivista vendeva circa 100 mila copie, nulla se paragonata ai milioni di copie di Playboy e Penthouse, ma siccome costava pochissimo pubblicarla, Goldstein fece comunque fortuna. E quando pubblicò in copertina una foto di Jackie Kennedy nuda (foto rubata su una spiaggia greca), la rivista toccò quota mezzo milione.

Con quei soldi Goldstein si comprò una villa in Florida, dove fece costruire sul prato una statua alta tre metri con il dito medio ritto, a significare il suo disprezzo per la morale benpensante. Comprò anche una casa a New York, e i diritti per trasmettere un programma - Midnight Blue - sui canali tv pubblici della città di New York.

Lo conduceva lui stesso, spesso bestemmiando liberamente. Inveiva contro tutto e tutti, soprattutto contro l'ipocrisia dei politici, per poi intervistare qualche star del cinema porno - rigorosamente nuda - e farsi raccontare ogni sconcio particolare.

Volgare ben oltre i limiti del buon gusto, Goldstein è stato però anche salutato come un eroe della libertà di parola. Più volte denunciato per oscenità, finì in prigione 24 volte, ma solo per pochi giorni.

Nonostante la sua intuizione originale - che cioé c'era un pubblico avido di pornografia senza veli e di polemiche stridenti contro i politici beghini - Goldstein non capì invece Internet e le sue possibilità. E così, sia il suo programma che la sua rivista vennero facilmente scavalcati dal nuovo medium che è in grado di offrire lo stesso prodotto senza costi e anche più realisticamente.

Negli ultimi anni pur essendo molto noto nella città di New York Goldstein era caduto in povertà, e per un certo periodo era addirittura diventato senzatetto. Aiutato da alcuni amici del mondo dello spettacolo, fra questi il noto comico Penn Jillette, ha poi trovato una camera in un ospizio, dove si è spento per una crisi renale.

 

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