
1. QUARTA SERATA DI NUOVO COL BOTTO: 9.857.000 SPETTATORI PARI AL 47.82% - 10 PUNTI DI SHARE IN PIÙ PER SEPPELLIRE IL FAZISMO PRESUNTUOSO (2014, 4 SERATA: 8.188.000 - 37,97%) 2. E CON IL TRIONFO COMICO DI VIRGINIA RAFFAELE (VIDEO) FINISCE DEFINITIVAMENTE NEL CESTINO ANCHE L’UMORISMO (PER MANCANZA DI RISATE) DELLA INGUARDABILE LITTIZZETTO
VIDEO DI VIRGINIA RAFFAELE NEI PANNI DELLA VANONI
VIDEO DELLA PRIMA PERFOMANCE DI VIRGINIA RAFFAELE
1. I CONTI TORNANO
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Su Rai1 la quarta serata del Festival di Sanremo 2015 ha conquistato 9.857.000 spettatori pari al 47.82%. Nello specifico la prima parte ha ottenuto 12.021.000 spettatori (46.28%) mentre la seconda parte ha raccolto 6.253.000 spettatori (53.5%). La media delle prime quattro serate del Festival è di 10.554.000 spettatori pari al 47.12% share.
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Carlo Conti può ormai dormire sonni tranquilli perché il suo Festival di Sanremo è entrato di diritto nella storia della kermesse di Rai 1 come una delle edizioni più seguite. La terza serata di ieri ha toccato il 49,50% di share; per trovare un risultato migliore occorre tornare indietro di ben dieci anni, quando Paolo Bonolis nel 2005 raggiunse il 51,05%. In valori assoluti, invece, i 10.586.000 spettatori che hanno seguito la vittoria di Nek nella gara-omaggio alla musica italiana valgono a Conti il quinto posto dietro a Morandi (2011), Bonolis (2005) e Fazio (2000 e 2013). E questa sera la quarta serata.
2. TRIONFO COMICO DI VIRGINIA RAFFAELE - NON VANNO IN FINALE BIGGIO & MANDELLI, LARA FABIAN, RAF E ANNA TATANGELO
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Alessandra Comazzi per La Stampa
Macedonia sempre più carica, maionese che rischia di impazzire, un profluvio di ingredienti, butta dentro, vai con la fusion, Asia de Cuba sotto il cielo di Sanremo. Serata ricca e moscia nello stesso tempo, un momento via l’altro, scaletta cambiata di continuo, orari che slittano e si riprendono, giovani premiati adesso, premiati dopo, sala stampa in tumulto. Ieri la mancanza di un filo conduttore, scegliere di non scegliere, era particolarmente vistosa.
Caccamo vince il Festival per le nuove proposte, e si aggiudica pure il premio della critica sezioni giovani e quello della sala stampa. Campioni eliminati: Fabrizio Biggio & Francesco Mandelli, Lara Fabian, Raf e - a sorpresa - Anna Tatangelo.
Nel discontinuo giro dei comici, ne è finalmente arrivata una vera e ottima, Virginia Raffaele, l’imitatrice del ministro Boschi e della Pascale, di gran lunga la migliore, grande uso della voce, intonatissima, spiritosa e raffinata, che ha giocato alla centralinista, novella Bice Valori, e ha cantato un medley di Ornella Vanoni.
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E sembrava veramente la Vanoni ultima versione, quella ahinoi tutta rifatta. Un po’ svampita e dolcemente sessuomane, «Mi raserò l’aiola», «Patty Pravo sotto è nera», «Abbiamo fatto l’amore io e te? C’è tempo, la serata è lunga». «Sanremo è come l’amore, in tre minuti ti giochi la carriera». «Il mio migliore Sanremo? Quando arrivammo qui col Gino Paoli e ci venne voglia di fare l’amore, siamo planati col deltaplano sull’asciugamano di Tony Renis, abbiamo fatto un terzetto ed è nato Grande grande grande». «Io son qui tra le vecchie glorie, Al Bano e Romina, gli Spandau Ballet, ma questo è Sanremo o Cocoon?». «I parenti di Donaggio credevano fosse morto».
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«Ci sono giornalisti? Non rompetemi i maroni coi soldi in Svizzera, rompeteli alla Mina che son vent’anni che sta a Lugano». Bravissima. Perché gli imitatori di cantanti al Festival? «Perché altrimenti non farei il Tale e quale Show, l’arte dell’imitazione è antica è rispettabile». Butta dentro, butta dentro.
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Ecco Gabriele Cirilli che fa il numero sulla paura dell’aereo, ecco le meraviglie dell’Expo, butta dentro, ecco Antonio Conte, il ct azzurro, che regala al quasi omonimo Conti la maglietta n. 65, come l’edizione del Festival. Si siedono sugli scalini, ricordano i migliori Sanremo della sua (di Conte) vita. La prima è Se stiamo insieme ci sarà un perché, ricordo di quando, nel ‘91, partì da Lecce per andare a vivere da solo a Torino.
E infine Conte canta da Conti, l’ha detta lui ma l’hanno detto i post di mezza Italia. E poi Sammy Basso, il ragazzo del Viaggio di Sammy del National Geographic Channel. E Giovanni Allevi, e i Pilobolus, ed Elena Sofia Ricci, butta dentro.
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Stasera si chiude, e mai come quest’anno la storica battuta di Chiambretti, «Comunque vada sarà un successo», si è rivelata azzeccata. Anche perché questa edizione un successo lo è stata davvero, nonostante il minor numero spettatori in valore assoluto (è la contemporaneità, bellezza). Terza sera di nuovo col botto, sfiorato il 50 di share.
Ieri aveva un’arietta particolarmente spiritosa, Carloconti, sembianze rilassate nonostante il frullatore, sempre qua e là in giro per trasmissioni, la Rai gli ha tessuto intorno una rete di sostegno poderosa, lui disponibile e sorridente, l’anima di filo di ferro a difendere le scelte. Sempre più misteriosa la sua vera natura, forse è cattivissimo. «Uno scherzo del Kutso», ha detto persino la sua lepidezza.
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Il celebrato salvatore della patria Rai 1 si dichiara lieto soprattutto di aver fatto cantare le nuove proposte in prima serata, portando quei freschi volti nuovi all’onore dei 10 milioni di spettatori. Hanno stonato assai meno dei loro colleghi sedicenti campioni, in molti casi, pure loro, illustri sconosciuti ai più.
E d’altronde Emma prima di scendere la scala ha chiesto «una musica da figa». Insomma, la rilassatezza pareva ormai regnare, là su quel palcoscenico così impegnativo. Ma forse era solo un’impressione, e dietro le quinte si sviluppavano pochi estatici tormenti.