ADRIANO-ANO-ANO - LUNEDì ARRIVA “ROCK ECONOMY” AL SAPORE DI BANANA (SU CANALE 5) - I 22MILA BIGLIETTI DELL’ARENA DI VERONA ESAURITI IN 48 ORE - LO SHOW SARA’ PER 70% DI CANZONI E 30% DI MONOLOGHI E TALK - MORANDI LA “SPALLA” MUSICALE - RIZZO E STELLA PER L’ANTI-CASTA (MA CHE C’ENTRA FITOUSSI, CDA TELECOM E BANCA INTESA?) - CI SARA’ L’ENDORSEMENT PER BEPPE GRILLO?...

Andrea Scanzi per Il Fatto Quotidiano

La strategia del mistero non cambia. Adriano Celentano blinda (quasi) ogni anticipazione, perché lo ha sempre fatto e perché neanche lui sa con esattezza cosa dirà. Rock Economy andrà in onda lunedì e martedì prossimi. In diretta dall'Arena di Verona. Prima serata, Canale 5. Teoricamente due concerti, di fatto l'ennesimo one man show dove tutto è possibile. E l'unica certezza è la polemica. Il titolo, palesemente, richiama gli spettacoli precedenti (in Rai). Rockpolitik andò in onda nel 2005.

Piena era berlusconiana. Ci andò Michele Santoro, non accettarono l'invito Enzo Biagi e Daniele Luttazzi. Sette anni dopo, Celentano focalizza l'attenzione sull'economia. Tema poco televisivo, ma che lo ha sempre attratto. Celentano è un precursore seriale. Magari involontariamente, magari confusamente: ma precursore. Nella musica, Elvis nostrano che Fellini non poteva non notare subito. Nei temi ambientali, ragazzo della via Gluck e "figlio della foca". Nelle derive predicatorie.

E nell'essere un anti-casta ante litteram: ideologicamente friabile, ma istintivamente in grado di capire che qualcosa non andava. Nella gestione della spesa pubblica, nella morale della politica. Basta riascoltare, tra le tante, Mondo in Mi7 e Svalutation.
Come si coniuga questo desiderio ostinato di analisi economica con il ritorno ai concerti? Celentano, anche se a volte può non sembrare, è anzitutto un cantante. Trasversalmente amato.

Con un rapporto conflittuale con la dimensione live. Ha abbandonato i concerti, una prima volta, a fine Anni Settanta. Poco dopo Mina. Nel 1994 tornò sul palco, con una fortunata tournèe europea. Sono passati 18 anni. E il suo ritorno, musicalmente, qualche preoccupazione la suscita.

L'attesa è innegabilmente alta. Celentano sa creare l'evento a prescindere. Anche quando sbaglia. I 22mila biglietti, per le due serate, sono andati esauriti in 48 ore. Prezzi variabili, da sopra i 100 euro all'euro simbolico. I bagarini, negli ultimi giorni, hanno agito diversamente: da 300 a 12500 euro. Cifre assurde, per persone che - oltretutto - potrebbero rimanere fuori dall'Arena, poiché sprovviste di biglietti regolari.
Rock Economy sarà così divisa: settanta percento canzoni, trenta monologhi e dibattiti.

Ogni serata durerà due ore. Il repertorio andrà dal rock'n'roll di fine anni Cinquanta all'ultimo disco. Un terreno sconfinato, che Celentano dovrà alternare ai momenti "politici". Impegnativo. Molto impegnativo. Celentano ha smesso con i tour perché non era il suo pane. A volte si dimentica i testi, in altri casi va fuori tempo. La sua cover de Il conformista di Gaber, in tivù, suonò affettuosa ma irrisolta. Idem il tributo a De Andrè (poi chiese scusa per gli errori durante La guerra di piero).


Anche sei mesi fa, all'Ariston, si è rifugiato spesso nel brano rock in simil-inglese (lo fa, egregiamente, dai tempi di Prisencolinensinainciusol). Quando deve cantare un brano "vero", e ne ha di splendidi, soffre. Si allena da agosto, prima ad Asiago e poi a Verona. Durante le prove si diverte. Il doppio esame lo affascina. E con quella voce lì, e quel repertorio lì, può permettersi pure le stecche. Ma la sfida, a 74 anni, resta notevole.
Con Celentano ci sarà un'orchestra di 18 elementi, diretta da Fio Zanotti. Ballerine, coriste. Un coro gospel (friulano). E Gianni Morandi, unico ospite musicale sicuro. Parteciperà a entrambe le serate, proseguendo il discorso avviato a Sanremo. Tecnologia d'avanguardia. Impianto audio da 100 mila watt, 800 metri quadri di schermi, 400 fari motorizzati per le luci, 130 motori e più di 300 tecnici.

Tredici telecamere, di cui tre speciali e due aeree. La scenografia ricalcherà quella di un borgo, con bar e tavoli (clichè dell'artista). E qui si svolgerà l'altra parte dello show. Quella più temuta. Un terzo del programma sarà costituito da sermoni e riflessioni. Celentano ha verosimilmente avuto la tentazione di tramutare Rock Economy in una bomba (economica, politica) incendiaria. In parte ce l'ha ancora. Tessere le lodi dell'amico Grillo, che stima apertamente e di cui è una sorta di versione "1.0", è scenario non improbabile. Due giorni fa, peraltro, è arrivato l'ulteriore appoggio di Mina.

Uno spot grillino sulle reti Mediaset sarebbe uno sberleffo autentico, in pieno stile celentaniano. La tentazione sembra però quella di muoversi sotto traccia. Niente sobrietà: lo attesano gli spot criptici e l'atmosfera da fine del mondo: ricette della casa. Ma Grillo non ci sarà. Né personalmente (impensabile), né con un video (ma qualche spiraglio rimane). Ha declinato anche Dario Fo ("Non andrò mai in un programma Mediaset"). E sono state smentite le partecipazioni di Mina, Giuliano Sangiorgi, Franco Battiato e Jovanotti.

Ci sarà invece Jean-Paul Fitoussi. Economista francese, docente alla Luiss di Roma, membro del Cda Telecom e del consiglio di sorveglianza Banca Intesa San Paolo. Un ospite colto. Non esattamente popolare. Apparentemente poco eversivo. Celentano ha però chiamato anche Rizzo e Stella, i giornalisti anti-casta per eccellenza. Impensabile che, dialogando con loro, rinunci a stoccate sull'attualità.

E lì, ancor più pensando al contesto berlusconiano, apparirà fuoriluogo. Demagogo. Qualunquista. "Antipolitico". Esattamente ciò che vuole. Da ex democristiano bacchettone a fiancheggiatore grillista: semplificazione facile, ma calzante, per un'icona che non vede l'ora di ricominciare a provocare. Sempre ammesso che abbia mai smesso.

 

 

TELESCHERNO - LA SINDROME DEL PREDICATORE - GRILLO CELENTANO GUZZANTI BENIGNICELENTANO E BEPPE GRILLOCELENTANO MORANDI STELLA CISNETTO RIZZO Jean Paul Fitoussi

Ultimi Dagoreport

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?

giorgia meloni gioventu meloniana

DAGOREPORT -  NEL GIORNO DELLA MEMORIA LA MELONI HA SORPRESO FACENDO UNA BELLA ACROBAZIA SUL FAMIGERATO VENTENNIO: “SHOAH, UNA TRAGEDIA OPERA DI NAZISTI CON COMPLICITÀ FASCISTA” - LA DUCETTA CERCA DI EVOLVERSI IN SENSO LIBERALE? PROSEGUIRÀ TOGLIENDO LA “FIAMMA TRICOLORE” POST-FASCISTA DAL SIMBOLO DI FDI? - INTANTO, UNA DICHIARAZIONE CHE DIMOSTRA COME L’UNDERDOG ABBIA GRAN FIUTO POLITICO E  CAPACITÀ DI MANOVRA PER NEUTRALIZZARE LO ZOCCOLO NOSTALGICO DI FRATELLI D’ITALIA - SECONDO: DI FRONTE ALLA IMPETUOSA AVANZATA DELLA TECNODESTRA DI MUSK E TRUMP, LA CAMALEONTE GIORGIA HA CAPITO CHE NON HA ALCUN BISOGNO DI METTERSI IL FEZ IN TESTA. QUINDI VIA DI DOSSO NON SOLO LE SCORIE DEL FASCISMO, A CUI LA SINISTRA SI ATTACCA PER SPUTTANARLA, MA ANCHE MANDANDO IN SOFFITTA POPULISMO E SOVRANISMO E CAVALCARE L’ONDA DELLA TECNODESTRA - L’ABILITÀ DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA È DI SAPER GIRARE LA FRITTATA SEMPRE A SUO FAVORE, AVVANTAGGIATA DA UN’OPPOSIZIONE EVANESCENTE, ANNICHILITA DALLA SCONFITTA

gaetano caputi giorgia meloni giuseppe del deo

DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL PROCURATORE CAPO DI ROMA, FRANCESCO LO VOI: IL DOCUMENTO-BOMBA PUBBLICATO DA "DOMANI", CHE RIVELA LO SPIONAGGIO A DANNO DI GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO DELLA MELONI, NON SAREBBE MAI DOVUTO FINIRE NEL FASCICOLO D'INDAGINE (NATO PROPRIO DA UNA DENUNCIA DI CAPUTI) - LA DUCETTA, DAL BAHREIN, HA URLATO CONTRO I SUOI E CONTRO L'AISI - E IL QUOTIDIANO DI FITTIPALDI CI METTE IL CARICO SCODELLANDO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO, DOVE SI AMMETTE CHE PALAZZO CHIGI SPIAVA… PALAZZO CHIGI! – L’AISI RISPONDE CHE AD ATTIVARE L'INDAGINE È STATO GIUSEPPE DEL DEO, ALLORA VICE DELL’AISI (ORA NUMERO DUE DEL DIS), SU DISPOSIZIONE DELL'EX DIRETTORE DELL'AGENZIA INTERNA, MARIO PARENTE. DOMANDA: PARENTE DA CHI HA RICEVUTO TALE RICHIESTA? 

francesco saverio marini sabino cassese giorgia meloni premierato

DAGOREPORT – IL PREMIERATO? ANNACQUATO! DOMANI GIORGIA MELONI RIUNIRÀ I SUOI COSTITUZIONALISTI PREFERITI (MARINI E CASSESE) PER METTERE NERO SU BIANCO L’IPOTESI DI UN PREMIERATO “DI FATTO”. UNA RIUNIONE PRELIMINARE A CUI SEGUIRÀ UN INCONTRO CON I VERTICI DEL PARTITO PER TIRARE LE SOMME E VARARE LA NUOVA STRATEGIA: LA COSTITUZIONE NON SI TOCCA, PER FARE LA “MADRE DI TUTTE LE RIFORME” BASTA CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE – TROVATA LA QUADRA PER LA CONSULTA: MARINI IN QUOTA FDI, LUCIANI PER IL PD E…

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…