AHI! TECH - MICROSOFT, MAXI-MULTA: L’ANTITRUST DELL’UE SANZIONA L’AZIENDA DI BILL GATES CON 516 MLN € - I COREANI AVANZANO NEL RISIKO DEL MERCATO TECNOLOGICO: SAMSUNG ACQUISTA UNA PARTE DI SHARP, DIVENTANDO AZIONISTA DI MAGGIORANZA DI UNO DEI PRINCIPALI FORNITORI DI DISPLAY PER I DISPOSITIVI APPLE - PARANOID ANDROID: IL GOVERNO DI PECHINO CONTRO IL SOFTWARE DI GOOGLE: “OSTACOLA LE AZIENDE LOCALI”...

A cura di Andrea Andrei per Dagospia

(Twitter: @andreaandrei_ )

1 - MICROSOFT, MAXI-MULTA: L'ANTITRUST DELL'UE SANZIONA L'AZIENDA DI BILL GATES CON 516 MLN € PER AVER LIMITATO LA LIBERTÀ DI SCELTA DEL BROWSER PER GLI UTENTI WINDOWS

Da "Reuters.com"
http://reut.rs/Wtz7G1

Altro gigante della tecnologia, altri guai con la legge. È toccato a Samsung, Apple e Google, e ora tocca anche a Microsoft: l'azienda fondata da Bill Gates è stata sanzionata per non aver rispettato le norme antitrust sul suo browser Internet Explorer. Microsoft avrebbe infatti negato la libertà agli utenti di Windows di scegliere il proprio programma per navigare in rete. Uno scherzetto che costerà all'azienda una multa da 561 milioni di euro, inflitta dall'autorità antitrust dell'Unione Europea.

La causa va avanti dal 2009, anno in cui l'autorità per la concorrenza guidata da Joaquin Almunia aveva già messo sotto osservazione Microsoft proprio per il suo software Internet Explorer, impostato come browser di default sui dispositivi Windows. L'azienda si era impegnata per risolvere il problema, promettendo di inserire, nelle successive versioni del suo famoso sistema operativo, una schermata di scelta imparziale dei vari browser disponibili in fase d'installazione.

Ma da allora, a giudizio dell'antitrust, non è stato preso nessun provvedimento in proposito. Si tratta di una sanzione che punta a dare l'esempio alle altre grandi multinazionali coinvolte in cause per violazione della concorrenza in Europa. Ma con Microsoft si direbbe quasi che ci sia stato un accanimento, visto che l'azienda, negli ultimi dieci anni, ha sborsato 2,16 miliardi di euro in multe.


2 - I COREANI AVANZANO NEL RISIKO DEL MERCATO TECNOLOGICO: SAMSUNG ACQUISTA UNA PARTE DI SHARP, DIVENTANDO AZIONISTA DI MAGGIORANZA DI UNO DEI PRINCIPALI FORNITORI DI DISPLAY PER I DISPOSITIVI APPLE

Da "Reuters.com"
http://reut.rs/WujUEP

La guerra di posizione fra Apple e Samsung si arricchisce di un nuovo colpo di scena. I coreani hanno conquistato terreno sui rivali acquisendo, per 110 milioni di dollari, il 3 per cento di Sharp, l'azienda giapponese produttrice di schermi led. Sembrerebbe una mossa innocua se non fosse che in questo modo Samsung diventa il maggior azionista di uno dei principali fornitori dei display montati sui dispositivi con la mela.

Sharp stava cercando un finanziatore per risollevarsi dalla profonda crisi che l'ha colpita negli ultimi anni. I coreani, parallelamente, hanno sia assestato un duro colpo a Cupertino, sia ampliato i loro orizzonti per quel che riguarda la produzione di schermi e TV, la cui concorrenza di LG aveva appunto creato grossi problemi a Sharp.


3 - PARANOID ANDROID - IL GOVERNO DI PECHINO METTE NEL MIRINO IL SOFTWARE DI GOOGLE, CHE IN CINA È IL PIÙ DIFFUSO: "MOUNTAIN VIEW OSTACOLA LE AZIENDE LOCALI"

Da "The Wall Street Journal"
http://on.wsj.com/102d72g

Se Google ha appena ricevuto delle buone notizie dalla Germania, dove alla fine potrà evitare di pagare l'indicizzazione dei suoi contenuti, meno buone sono invece quelle che arrivano dall'estremo oriente, dove l'azienda del famoso motore di ricerca punta ad espandersi. Un istituto di ricerca del governo cinese ha messo sotto accusa il software per smartphone Android, grazie alla grande diffusione del quale (quattro cellulari su cinque lo hanno installato), Mountain View metterebbe in difficoltà le aziende locali.

Anche produttori cinesi che stanno conquistando ampie fette di mercato del "mobile" come Huawei e ZTE, infatti, montano il celebre sistema operativo che, come sottolinea il rapporto dell'istituto di ricerca, anche se "open source", è comunque controllato da Mountain View. Il timore delle autorità cinesi è che l'azienda americana possa in questo modo mettere i bastoni fra le ruote agli sviluppatori locali.

Pechino ha così risposto alla sfida che Google gli lanciò tre anni fa, dicendo che non si sarebbe piegata alle restrizioni della rete imposte dal governo del dragone. Chissà se la minaccia resterà tale o se avrà invece delle conseguenze, come eventuali sanzioni. E si sa, le punizioni cinesi sono sempre le peggiori.

 

MICROSOFT MULTASHARP GOOGLE CINA

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