“SIAMO NELLE MANI DELLA SUSCETTIBILITÀ DEI SOCIAL” - ALDO GRASSO IMPUGNA LA LANCIA PER IL CASO DI GIORGIO MICHELETTI, CHE HA LASCIATO LA CONDUZIONE DI TOSCANA TV ED È ANDATO IN PENSIONE DOPO IL CASO BECCAGLIA: “LA MAGGIOR PARTE DELLE CRITICHE È PROVENUTA DAL PLOTONE DI ESECUZIONE DEI SOCIAL, DAI LEONI DA TASTIERA CHE NON SANNO NEMMENO COSA SIA UNA DIRETTA TV. È QUESTA LA COMUNICAZIONE? È SUCCESSO A TOSCANA TV, MA DOMANI POTREBBE SUCCEDERE NEI GRANDI MEDIA…”
Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”
Qualcosa non torna. Giorgio Micheletti ha lasciato la conduzione di Toscana Tv ed è andato in pensione. Il conduttore era finito al centro di pesanti polemiche lo scorso 27 novembre per essersi rivolto alla giornalista Greta Beccaglia inviata allo stadio di Empoli, negli istanti successivi alla molestia sessuale subita da parte di un tifoso della Fiorentina, con la frase «dai non te la prendere».
Andato o convinto ad andarsene? Fabio Ravezzani, conduttore di Telelombardia e direttore generale del Gruppo Mediapason, pensa a un invito forzato: «Dice che aveva deciso da tempo, ma nessuno gli può credere. Troppi consequenziali eventi e decisione». E aggiunge: «Le scuse successive di Micheletti non sono bastate alla narrazione di certe prefiche del politically correct. Fa specie che la sua emittente anziché difenderlo per senso di giustizia lo abbia vilmente subito sospeso».
Tutta colpa di «buona parte della comunicazione», sempre assetata di «mostri». Ravezzani ha ragione, ma a quale comunicazione si riferisce? Micheletti è stato invitato da Geppi Cucciari, su Rai3, che gli ha permesso di raccontare la sua versione. È stato difeso da Ferrara sul Foglio : «Possibile che la cultura del piagnisteo sia arrivata al punto di considerare censurabile, omertoso, maschilista, un gesto di affetto e di sostegno espresso in una formula verbale dignitosa?».
A proposito della sospensione, sul Corriere ho scritto: «È una decisione senza senso, demagogica e puerile». Certo, c'è stato l'improvvido intervento del presidente dell'Ordine toscano Giampaolo Marchini, ma la maggior parte delle critiche è provenuta dal plotone di esecuzione dei social, dai leoni da tastiera che non sanno nemmeno cosa sia una diretta tv. È questa la comunicazione? È successo a Toscana Tv, ma domani potrebbe succedere nei grandi media: siamo nelle mani della suscettibilità dei social.
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