“COM’È POSSIBILE MANDARE IN ONDA UNA DOCUSERIE DI COSE STRAVISTE, LA CUI UNICA NOVITÀ È L’AUTOPROMOZIONE DI ROBERTA BRUZZONE?” – ALDO GRASSO INFILZA LA CRIMINOLOGA, PROTAGONISTA DELLA DOCUSERIE “NELLA MENTE DI NARCISO”: “BASTA VEDERE COME SI PRESENTA IN SCENA, IL SUO STILE DARK, IL TATUAGGIO, L’ABITO CON UNA SCRITTA BEN VISIBILE, PER CAPIRE CHE IL NARCISISMO DEV’ESSERE MATERIA DI SUO GRANDE INTERESSE. MI SONO SEMPRE CHIESTO PERCHÉ I PIÙ BRAVI CRIMINOLOGI ITALIANI NON APPAIANO MAI IN TELEVISIONE. LA RAI DOVREBBE PORSI LA STESSA DOMANDA…”
Estratto dell’articolo di Aldo Grasso per www.corriere.it
«Io sono Roberta Bruzzone, psicologa e criminologa, e vi porto con me nella mente di Narciso». Ma la Rai è ancora un servizio pubblico? Com’è possibile mandare in onda una docuserie di cose viste e straviste, la cui unica novità è un’autopromozione della «criminologa e opinionista» (Wikipedia) Roberta Bruzzone che parla di narcisismo. Basta vedere come si presenta in scena, il suo stile dark, il tatuaggio, l’abito con una scritta ben visibile sulla manica destra, per capire che il narcisismo dev’essere materia di suo grande interesse. Com’è noto, per una persona affetta da narcisismo c’è una sola realtà: quella dei propri processi mentali, delle proprie sensazioni e delle continue manifestazioni pubbliche. […]
Nel realizzare la docuserie «Nella mente di Narciso» (da un’idea di Francesca Verdini e Luca Bellosi), Bruzzone se la cava con poco: un’introduzione di quelle in cui si spiega che il narcisismo è un disturbo della personalità (ma va?), che c’è un narcisismo buono detto Overt e uno cattivo […] attraverso spezzoni di trasmissioni che hanno trattato i casi in maniera sensazionalistica […] Sono temi così delicati che meriterebbero anche dai Contenuti Digitali e Transmediali della Rai una delicatezza e una profondità che in questa proposta non si vedono.
Mi sono sempre chiesto perché i più bravi criminologi italiani, penso, tra gli altri, a studiosi seri come Roberto Catanesi (ordinario Univ. Bari), Adolfo Ceretti (ordinario Milano-Bicocca), Isabella Merzagora Betsos (ordinario Statale Milano) non appaiano mai in televisione, lavorino sempre dietro le quinte per rispetto del loro lavoro e dei casi di cui si occupano. Il servizio pubblico dovrebbe porsi la stessa domanda.
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