franco battiato aldo grasso

“QUEL CHE RESTA VERAMENTE DI FRANCO BATTIATO È IL CANTO ESTIVO DI CUCCURUCUCU PALOMA” – ALDO GRASSO RIDIMENSIONA IL CANTAUTORE SICILIANO SCOMPARSO DUE ANNI FA: “PER QUANTO CI SI INDUSTRII A CREARE UNA SOLIDA CORNICE, CHE VA DAL PERIODO ‘SPERIMENTALE’ DI FETUS ALLA COLLABORAZIONE CON SGALAMBRO, RIMARRÀ IL PERIODO DI MASSIMO SPLENDORE, CHE VA DA ‘L’ERA DEL CINGHIALE BIANCO’ A ‘COME UN CAMMELLO IN UNA GRONDAIA’. AGGIUNGEREI ‘LA CURA’, CHE, NEL FRATTEMPO, È DIVENTATA LA COLONNA SONORA DEI MATRIMONI CIVILI…”

 

 

Estratto dell’articolo di Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”

 

ALDO GRASSO

[…] Ho rivisto il documentario «Il coraggio di essere Franco», scritto e diretto da Angelo Bozzolini (Rai3). Mi è parso più brutto della prima volta, pieno di luoghi comuni, privo di coraggio, incapace di distinguere la «ricerca spirituale» (che è una strada personale) dalla produzione discografica (che è mercato). Però la cultura pop funziona così, magari fra dieci anni questo documentario sarà salutato come un capolavoro […]

 

Per quanto ci si industrii a creare una solida cornice, che va dal periodo «sperimentale» di Fetus alla collaborazione con il «paroliere» Manlio Sgalambro, nei cui libri si teorizza che l’indifferenza è il maggior sforzo che si possa fare per l’altro, dall’innamoramento per Gurdjieff alla direzione di film non proprio esaltanti, quello che resta veramente di Franco Battiato è il canto estivo di «Cuccurucucu paloma /Ahia-ia-ia-iai cantava/Cuccurucucu paloma /Ahia-ia-ia-iai cantava».

 

 

franco battiato la voce del padrone

Il periodo di massimo splendore, ora descritto come atto di volontà, come desiderio determinato di avere successo (la cultura di massa non può prescindere dalla massa) va da L’era del cinghiale bianco (1979) a Come un cammello in una grondaia (1991), che si apre con l’inno antifa Povera patria , ed è quello che rimarrà.

 

franco battiato la voce del padrone 5

Aggiungerei anche La cura (1996) che, nel frattempo, è diventata la colonna sonora dei matrimoni civili. Battiato è grande e insuperabile quando gioca con il «kitsch colto» […], quando mette insieme i «Gesuiti euclidei vestiti come dei bonzi per entrare a corte degli imperatori della dinastia dei Ming», citando Matteo Ricci, con «il mio maestro mi insegnò com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire», citando Gurdjieff.

 

È lui il maestro dell’estetica dei frammenti, armonizzati in una nuova lettura dalla musica, dalla melodia. Non casualmente, finito di giocare, le ultime sue interpretazioni sono omaggi ai grandi della musica leggera, da Sergio Endrigo a Jacques Brel.

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