ALLARME A TRIESTE – ALTRO CHE AZIONE DI RESPONSABILITA’: IL VERO INCUBO DI PERISSIROTTO, AGRUSTI & FRIENDS E’ L’INCHIESTA PENALE IN CORSO A TRIESTE – LE INDAGINI SAREBBERO A UNA SVOLTA E NULLA SARA’ PIU’ COME PRIMA – NULLA, SALVO CHE GRECO E’ SEMPRE PIU’ FORTE
DAGOREPORT
A Trieste tira un'ariaccia pesante pesante. E la bora, questa volta, non c'entra nulla. Il vento gelido è quello che agita le acque delle Generali guidate dall'amministratore delegato Mario Greco. Un'aria così pesante intorno alla compagnia assicurativa del Leone non si era mai respirata, assicura chi conosce da vicino l'unica grande multinazionale nostrana rimasta.
E a contribuire a questo clima non è soltanto la prospettiva, ormai sempre più concreta, che il consiglio di amministrazione del 19 febbraio voti la promozione di un'azione di responsabilità verso gli ex vertici delle Generali, ossia l'ex amministratore delegato Giovanni Perissinotto, cacciato da Trieste tra maggio e giugno del 2012, e l'ex direttore generale nonché suo storico braccio destro, Raffaele Agrusti.
Alla base dell'azione di responsabilità , che punta a ottenere il risarcimento del danno patrimoniale subito dalla compagnia assicurativa, c'è tutta una serie di operazioni in odore di conflitto di interesse che le Generali di Perissinotto e Agrusti avrebbero chiuso con i soci veneti, in primis i fondi Palladio e Finint, e che non avrebbero rispettato le corrette procedure. Sembra che gli ex vertici abbiano per lo più deciso sulle stesse operazioni senza consultare il consiglio di amministrazione o facendolo solo in maniera parziale.
Resta, tuttavia, un dubbio non di poco conto: è davvero realistico ipotizzare che per un decennio Perissinotto e Agrusti abbiano potuto, praticamente indisturbati, fare il bello e il cattivo tempo alle Generali? Non ci saranno state delle forme di connivenza se non addirittura delle corresponsabilità all'interno della compagine soci e/o tra i componenti del consiglio, molti dei quali sono peraltro rimasti immutati?
In ogni caso, va rilevato che, se fino a qualche mese fa i grandi soci del Leone, e dunque Mediobanca, De Agostini e le famiglie Del Vecchio e Caltagirone, tendevano a difendere almeno in parte l'operato del tandem Perissinotto-Agrusti, oggi gli schieramenti in campo appaiono mutati. E l'unico che spreca fiato per parlare a favore dell'ex ad della compagnia assicurativa sembra essere il numero uno della De Agostini, Lorenzo Pellicioli.
A ogni buon conto, è proprio su queste operazioni "irregolari" che da qualche mese a questa parte sta indagando anche il sostituto procuratore di Trieste, Federico Frezza. L'inchiesta è ancora in corso e il riserbo è massimo, ma qualche osservatore assicura che a Trieste sono molto più attenti e preoccupati dalle mosse della Procura che non da quelle del consiglio di amministrazione delle Generali, che come detto è abbastanza scontato che decida a favore dell'azione di responsabilità .
Dall'indagine dei Pm potrebbero scaturire esiti che soltanto fino a due anni fa, quando a Trieste Perissinotto ancora regnava sovrano, sarebbero stati inimmaginabili. Le voci cittadine registrano un nervosismo crescente e la sensazione che l'inchiesta penale sia a un punto di svolta che potrebbe riservare sorprese.
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