ANNA CATALDI, UNA DONNA TRA FALCK, CARACCIOLO, BERLUSCONI E CAIRO - JACARANDA CARACCIOLO FALCK RACCONTA LA MADRE SCOMPARSA NEL 2021 – IL COLPO DI FULMINE PER GIORGIO FALCK (“UN GRANDE PLAYBOY. IL MATRIMONIO SALTO’ QUANDO LUI SCOPRI' CHE NON ERO FIGLIA SUA MA DI CARLO CARACCIOLO") – LA "GRANDE AMICIZIA" CON BERLUSCONI (“PARTIRONO INSIEME PER UN CORSO DI TOTAL IMMERSION DI INGLESE A LONDRA”) E IL MATRIMONIO CON CAIRO (“SI ERANO CONOSCIUTI PERCHÉ MIA MADRE DOVEVA VENDERE UNA SUA CASA A PORTO CERVO”) – I REPORTAGE DA SARAJEVO E LA PERDITA DEL FIGLIO GIOVANNI…

Andrea Ducci per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

jacaranda caracciolo falck insieme alla madre anna cataldi

Sua madre Anna Cataldi amava dire di aver vissuto più vite. La prima negli anni sessanta, quando, ragazza di proverbiale bellezza, sposa l’imprenditore Giorgio Falck. Come si erano conosciuti? «Mia madre era torinese con un padre che lavorava in un’azienda farmaceutica.

 

Sognava una vita esotica, ma - racconta Jacaranda Caracciolo Falck — aveva una famiglia molto severa, quindi per evadere a un certo punto si è sposata con il suo migliore amico: lui si chiamava Dado e stava partendo per andare a fare il Politecnico a Losanna. Mia madre lo seguì. Una volta arrivati a Losanna, sebbene fosse la prima sera da sposati, Dado le dice che ha invitato un suo compagno di corso. Il compagno di corso era Giorgio Falck, che entra in casa e all’istante tra i due è un colpo di fulmine. In poche settimane lei lascia il marito, però la famiglia la mette al bando.

 

giorgio falck

 

Anche i genitori di Giorgio, molto cattolici, sono all’inizio contrari a questa unione, ma quando lei resta incinta del primo figlio si sposano. Il loro è stato un grande amore». La fine del matrimonio è dolorosa e il tribunale assegna i figli a Falck. «Credo che il loro sia stato un rapporto passionale e un legame fortissimo, hanno avuto due figli, mio fratello e mia sorella. In quell’epoca mia madre inizia una vita da jet set, mentre Giorgio preferiva la barca a vela.

 

Un matrimonio, insomma, a maglie larghe, sebbene con un equilibrio, che tuttavia salta quando Giorgio — un grande playboy — scopre che non ero sua figlia. La separazione avviene in modo brutale perché mia mamma si divide da un uomo, che in quel momento, è rappresentativo di una delle famiglie industriali più emblematiche di Milano».

 

jacaranda caracciolo falck

Lei è figlia di Carlo Caracciolo, questa la causa del divorzio. «A mia madre tocca uno stigma pesantissimo che si traduce in ripercussioni drammatiche: il tribunale le toglie i figli, me compresa, e ci assegna a Giorgio. All’inizio non ha diritto a quasi nulla dal punto di vista economico e soltanto dopo qualche tempo riesce a farsi affidare almeno me. Una cosa che oggi non avverrebbe più. Giorgio è stato durissimo, malgrado non fosse una persona cattiva».

 

Nel 1977 dopo il divorzio decide di andarsene in Africa. Lì inizia una nuova vita?

«Era un modo di reagire, una fuga che le ha permesso di tornare più forte. Una scelta davvero inusuale, perché mi ha portato con sé togliendomi da scuola, io avevo 5 anni e mi disse: “Andiamo a Khartum”. L’arrivo di notte in aeroporto in Sudan fu uno shock, era un universo completamente diverso da Milano, dove all’epoca i bambini andavano a messa al San Carlo e indossavano i loden.

 

giorgio falck 3

Per caso all’Hilton di Khartum incontrammo un amico di mia madre, Chicco Recchi, che in Africa aveva grandi cantieri di costruzioni, ci aiutò: a cominciare dalle cose semplici come il parmigiano e la pasta. Siamo restate un anno, durante il quale mia madre è diventata amica del grande fotografo Peter Beard, abbiamo anche attraversato il Mar Rosso a vela con un piccolo Sangermani di 13 metri».

 

 È stata una jet setter girovaga, ne soffriva l’assenza?

«In verità il periodo mondanissimo tra Parigi, Gstaad e i balli Rothschild risale a prima della separazione. Dopo la sua vita è cambiata, mi portava con sé ovunque, non ho avuto mancanze particolari».

 

In Kenya scopre la figura della scrittrice danese Karen Blixen e se ne innamora. «Durante quel soggiorno inizia a leggere i libri di Blixen e si invaghisce della storia di questa donna di frontiera e combattiva, vissuta in Africa, in cui si riconosce. Si entusiasma e decide di mettere insieme una sceneggiatura per un film sulla vita di Blixen».

 

(...)

jaracanda caracciolo falck 33

Era molto bella, sapeva sedurre?

«Sì, era simpatica e assolutamente davvero seducente».

 

Negli anni Settanta è stata molto amica di Berlusconi, si continuavano a sentire?

«Di tanto in tanto. Hanno avuto una grande amicizia prima che lui iniziasse con le tv, hanno fatto dei viaggi insieme. Mia madre si era messa in testa di imparare l’inglese e sosteneva che anche lui dovesse, così partirono insieme per un corso di total immersion di inglese a Londra».

 

Lo ha mai votato?

«No (ride) , mai, ma lo ha sempre trovato simpatico».

Che idee aveva in politica?

carlo caracciolo

«Era dichiaratamente di sinistra. Sempre e comunque». Berlusconi era un editore, lo stesso mestiere del terzo marito di sua madre, Urbano Cairo, oggi presidente e maggior azionista di Rcs. Si sposarono malgrado tanti anni di età di differenza. Cosa li aveva uniti? «Si erano conosciuti perché mia madre doveva vendere una sua casa a Porto Cervo e chiese aiuto a Berlusconi.

 

Ad occuparsene fu Urbano, che all’epoca era il giovane braccio destro del Cavaliere. Così iniziarono a frequentarsi, poi, un bel giorno, mia madre ci annunciò che era nato un amore. Sono stati una coppia con un bellissimo rapporto fino alla fine, e, forse, per la prima volta mia madre ha trovato un equilibrio».

 

La sua terza vita inizia nel 1993, all’indomani della perdita del figlio Giovanni. Come cambiò sua madre?

«La sua terza vita era iniziata qualche tempo prima, si era messa a scrivere per il settimanale Panorama, realizzando alcuni reportage da Sarajevo durante la guerra. La morte improvvisa di mio fratello ha cambiato tutto. Mia madre stravedeva per Giovanni: era la luce dei suoi occhi e lui era protettivo con lei. La perdita le spaccò il cuore».

anna cataldi

 

Aveva coraggio o più incoscienza?

«Un misto di entrambe le cose. Certo aveva coraggio, trovava una carica di adrenalina nella sfida continua ai limiti del rischio. Questo suo lato si è accentuato dopo la morte di mio fratello: si sentiva meglio quando fronteggiava un dolore più grande del suo, rendendosi utile».

 

Nel 1998 il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, la nomina messaggera di pace. Trovò conforto occupandosi degli altri?

berlusconi cairo

«Molto. Quell’esperienza l’ha cambiata, studiava e cercava di capire le ragioni dei conflitti. Ha partecipato a missioni in Africa e Asia. Riuscire ad inserirsi nel meccanismo degli aiuti umanitari con un ruolo di peso non era scontato per una donna nella sua posizione e della sua età».

 

Era ostinata, discutevate?

«Sì, tantissimo. Era litigiosa, ma finita la vampata non covava rancore. È la persona che mi ha insegnato di più come affrontare la vita».

 

 

anna catalditiziana ferrario anna cataldi in un volo umanitario per l afghanistan nel 2001anna cataldi all'onu nel 2005anna cataldi 1anna cataldi 5ANNA CATALDI LA CODA DELLA SIRENAmuhammad ali, jane goodall, anna cataldi, michael douglas, elie wiesel anna cataldi e marellina caraccioloanna cataldi

(...)

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…