1- NIENTE, NEPPURE UNA RIGA. ANNEGA NEL PORTO DELLE NEBBIE DELL’INFORMAZIONE LA “MEDIOBANCA CONNECTION” CHE METTE IN SCENA LA CADUTA DEI POTERI STORTI MENEGHINI 2- NON FA NOTIZIA SULLE PRIME PAGINE DEL “CORRIERE DELLA SERA” E DE “LA REPUBBLICA” SE NELL’EX TEMPIO DELLA FINANZA CI SI SPIA ALLEGRAMENTE CON TANTO DI MICROFONI NASCOSTI NEI CORSETTI E, SOTTOBANCO, SI SOTTOSCRIVONO PATTI (SCELLERATI?) 3- FUORI DAL “CORRIERE” ALTRE DECINE DI GIORNALISTI? IL PIANO DI TAGLI DI SCOTT JOVANE NON PIACE A FLEBUCCIO DE BORTOLI. COME GESTO DI SOLIDARIETÀ NEI CONFRONTI DELLA REDAZIONE, POTREBBE DIMETTERSI PRIMA DELLA SCADENZA DEL SUO CONTRATTO AD APRILE 2013. AL SUO POSTO, DA QUALCHE TEMPO, SCALPITA MARIOPIO CALABRESI

DAGOREPORT
Niente, neppure una riga.
La "Mediobanca Connection" è sparita definitivamente dalle pagine dei giornaloni.
Come a dire? non fa notizia se nell'ex tempio della finanza laica ci si spia allegramente con tanto di microfoni nascosti nei corsetti e, sottobanco, si sottoscrivono patti (scellerati?).

Già, quando si deve pascolare nei recinti dei Poteri marci il gregge dei direttori finisce ben presto di abbaiare e comincia miseramente a scodinzolare.
Sapete qual era la notizia con cui l'altro giorno ha aperto "la Repubblica" di Ezio Mauro?
Che il governatore della Lombardia è indagato per corruzione dalla procura di Milano nell'inchiesta sulle presunte tangenti nel sistema sanità della regione.

Vabbè che il presidente del Pirellone da mesi è al centro della campagna di stampa avviata dal quotidiano fondato da Scalfari, ma la notizia sulla sua chiamata in causa (avviso di garanzia) da parte dei magistrati era stata già anticipata dal "Corriere della Sera".

Sullo scandalo Mediobanca, una spy story capace di arricchire le pallide pagine estive dei giornali (parolai), invece, solo un pezzettino (anonimo), nelle pagine dell'economia.
Muto anche il solfureo debenedettino Max Giannini. Sì, lui il vice direttore dal pizzetto feroce che appena un anno fa aveva varcato in ginocchio piazzetta Cuccia per decantare le virtù dei nipotini del sobrio e integerrimo zio, Cipresso Maranghi.

Dimenticandosi, nell'occasione solenne, di segnalare ai lettori che lo stipendio milionario annuo degli attuali amministratori, Renato Pagliaro e Alberto Nagel, è di gran lunga superiore a quanto hanno guadagnato Enrico Cuccia, e il suo delfino Maranghi, in oltre mezzo secolo di serio lavoro in Mediobanca.

Ma fanno storcere la bocca ai Gabibbo alle vongole, Stella&Rizzo, solo gli stipendi dei manager pubblici (spesso davvero scandalosi). Quando si tratta di banchieri e finanzieri che hanno portato i propri istituti sul l'orlo del crack (Profumo&C), CianciAntonio Stella e il Grande Fratello, Sergio Rizzo, si coprono gli occhi. Come le scimmiette alla zoo (di carta).

Del resto, Stella&Rizzo sono prestatori d'opera di un editore, l'Rcs Media Group, che oltre ad avere un rosso di bilancio che sfiora il miliardo di euro si è permesso il lusso di scialacquare - negli ultimi dieci anni -, oltre 100 milioni di euro tra liquidazioni e buonuscite.
Finiti tutti nelle tasche dei pochi manager che si sono succeduti in via Solferino alla guida del gruppo. In verità, visti i risultati di bilancio, senza alcun merito.

E da Crescenzago, sede dell'Rcs Media Group, giungono voci su una semestrale di fine luglio tutta lacrime a sangue anche per i giornalisti del Corrierone.
Non è escluso neppure un nuovo ricorso allo stato di crisi per buttare fuori da via Solferino altre decine di giornalisti.
Un piano di tagli predisposto dal nuovo amministratore dell'holding, Pietro Scott Jovane, che non piace a Flebuccio de Bortoli.

Si mormora in via Solferino che il direttore, come gesto di solidarietà nei confronti della redazione, potrebbe dimettersi prima della scadenza del suo contratto ad aprile 2013.
Al suo posto, da qualche tempo, è stato indicato Mariopio Calabresi oggi alla guida de "la Stampa" degli Agnelli.

Ma torniamo alla "Mediobanca Connection" scomparsa come l'Albertine proustiana e finita nel porto delle nebbia dell'informazione.
Se il primo giornale italiano (per copie vendute) "la Repubblica", relegava lo scandalo Mediobanca nelle pagine economiche (un breve servizio non firmato), il suo concorrente-inseguitore (in edicola), appunto il Corrierone, metteva a riposo il suo miglior cronista giudiziario, Luigi Ferrarella, dando un taglio tutto economico alla stuzzicante spy story di piazzetta Cuccia.

Titolo del quotidiano di Flebuccio de Bortoli giovedì 26 luglio, cioè il giorno dopo l'esplosione dello scandalo di piazzetta Cuccia:" Ligresti, Consob aspetta le carte segrete".
Ma quali carte segrete!

Come aveva rivelato il giorno prima proprio il "Corriere della Sera", Jonella Ligresti era andata in procura consegnando la lettera d'intenti sottoscritta tra Alberto Nagel, l'amministratore di Mediobanca, e i Ligresti con cui gli veniva destinata una somma-premio (45 milioni di euro) a conclusione dell'affare Premafin-Unipol.

E poiché la famiglia di don Salvatore è a conoscenza dei "metodi" spesso in uso in piazzetta Cuccia, la figliola Jonella si era presentata all'appuntamento con Nagel munita di registratore.
Così, all'insaputa del suo interlocutore, si era fatta ripetere, in viva a voce, dall'amministratore di Mediobanca, non dal suo usciere, la promessa dei 45 milioni (a fondo perduto?) da versare alla famiglia Ligresti.
Così com'era contenuto nell'appunto già nelle mani della segretaria del patto di Mediobanca, l'avv. Cristina Rossello.

Ma quale "giallo" d'Egitto, allora!
Ecco perché di fronte alla "Mediobanca Connection" i direttori dei giornali, che ogni anno vanno a ritirare premi per aver difeso la libertà di stampa (degli editori), somigliano non soltanto a dei cani scodinzolanti ma a dei pesci che pensano di poter fare a meno dell'acqua (le notizie) in cui nuotano ormai in apnea.

 

 

 

 

 

 

 

 

sede MEDIOBANCAEZIO MAURO FOTO AGF REPUBBLICA jpegFERRUCCIO DE BORTOLI MASSIMO GIANNINI ALBERTO NAGEL E RENATO PAGLIAROenrico cuccia02 lapPIERO MARANGHI RERGIO RIZZO E GIAN ANTONIO STELLA tris09 paolo colonnello luigi ferrarella

Ultimi Dagoreport

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...

massimiliano filippo romeo matteo salvini luca zaia

DAGOREPORT – AL CONGRESSO DELLA LEGA DEL 6 APRILE, SALVINI SARÀ RIELETTO SEGRETARIO PER LA TRAGICA ASSENZA DI SFIDANTI. L’UNICO CHE AVREBBE POTUTO IMPENSIERIRLO SAREBBE STATO IL COORDINATORE DEL CARROCCIO IN LOMBARDIA, L'EX FEDELISSIMO MASSIMILIANO ROMEO: MA IL COINVOLGIMENTO DEL FRATELLO, FILIPPO DETTO ''CHAMPAGNE'', NELLO SCANDALO LACERENZA-GINTONERIA NE HA AZZOPPATO LE VELLEITÀ – MA SUL TRIONFO DI SALVINI GRAVA UNA NUBE: CHE FARÀ IL “DOGE” ZAIA? SI PRESENTERÀ O RIMARRÀ A SCIABOLARE AL VINITALY DI VERONA?

stephen schwarzman jonathan grey giorgia meloni giancarlo giorgetti blackstone

DAGOREPORT: CHI TOCCA I FONDI, MUORE... – CHE HANNO COMBINATO DI BELLO IN ITALIA I BOSS DI BLACKSTONE, LA PIU' POTENTE SOCIETA' FINANZIARIA DEL MONDO? SE IL PRESIDENTE SCHWARZMAN ERA A CACCIA DI VILLONI IN TOSCANA, JONATHAN GRAY, DOPO UNA VISITA A PALAZZO CHIGI (CAPUTI) CON SALUTO VELOCE A MELONI, HA AVUTO UN LUNGO COLLOQUIO CON GIORGETTI SULLO STATO DEGLI INVESTIMENTI IN ITALIA (TRA CUI ASPI, DOVE I DIVIDENDI SONO STATI DECURTATI) – MENTRE IL FONDO USA KKR POTREBBE VALUTARE UN'USCITA ANTICIPATA DALLA RETE EX TIM (3 ANNI ANZICHE' 5)PESSIMI RUMORS ARRIVANO ANCHE DAL FONDO AUSTRALIANO MACQUARIE, PRESENTE IN ASPI E OPEN FIBER: MEGLIO DISINVESTIRE QUANDO I DIVENDENDI NON SONO PIU' CONVENIENTI....