“ARANCIATE! BIRRA! CAFFÈ BORGHETTI!” – LA PRIMA VOLTA A TEATRO DI NANNI MORETTI CHE A 70 ANNI ESORDISCE CON “DIARI D’AMORE”, DUE TESTI DI NATALIA GINZBURG - DOPO UNA PAUSA, NANNI APRE UNA SACCA E TUONA SCHERZOSO (“ARANCIATE! COCA! BORGHETTI!”) REGALANDO AL SUO CAST VARI LIBRI DELLA SCRITTRICE (CHE VANNO A RUBA) – "SEDUTO NELLA SECONDA FILA DEL TEATRO VASCELLO, CON DUE COPIONI CHE SA A MEMORIA, NANNI HA L’ARIA D’UN REGISTA ANGLOSASSONE CHE OGNI TANTO..."
Estratto dell’articolo di Rodolfo di Giammarco per https://www.repubblica.it/venerdi/
Quando Nanni Moretti dà il via alla prova cui assistiamo del suo primo lavoro di teatro e, rivolgendosi alle attrici, esclama «Pronte? Azione!», come si fa a non pensare a una consuetudine del set trasferita sul palco? E come escludere che abbia scelto due commedie di Natalia Ginzburg perché attratto anche, per certi versi, da una rappresentazione di donne?
Quando Moretti, dopo una pausa, apre una sacca e tuona scherzoso «Aranciate! Birra! Coca! Caffè Borghetti!» regalando al suo cast vari libri della scrittrice (che vanno via a ruba), come non mettere insieme le care pratiche di cinematografi e platee? E quando al termine d’una filata dal vivo fa un calmo commento stendendosi sul letto occupato da attori: come non convincersi che a 70 anni aveva bisogno di toccare un arredo della ribalta?
Seduto nella seconda fila del Teatro Vascello, con due copioni che sa a memoria, ha l’aria d’un regista anglosassone che ogni tanto, imperscrutabile, sembra entri in parte, sia appagato, pronto a fare garbate correzioni, battute, rilievi sociali, sorrisi complici. Mostra insomma che è suo, l’atto d’amore per il dittico Diari d’amore. Ma c’è di più. Sono introdotto in una cerimonia contemporanea che riafferma con sommo rispetto e pudore il dramma del non capirsi del Novecento, espresso in modi semplici, umani, frugali.
Moretti dirige due coniugi improvvisamente alla deriva a causa d’una relazione di lei che però sfuma, poi la vita dei due ricomincia, forse per una mano tesa, forse per frustrata ma anche sincera solidarietà. Oppure eccomi a spiare la pazienza, la meticolosità, la devozione del regista di oggi che s’occupa della dissonanza d’un gineceo alle prese con le temperie d’un uomo senza qualità. Enigmi entrambi affrontati nella loro nitidezza di parole, partiture, musicalità.
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Protagonisti Valerio Binasco, Daria Deflorian, Alessia Giuliani, Arianna Pozzoli e Giorgia Senesi, i due atti unici debuttano dal 9 al 29 ottobre al Teatro Carignano dello Stabile di Torino, coproduttore con Teatro di Napoli, Carnezzeria, Emilia Romagna Teatro, LAC Lugano e con i teatri di Marsiglia, Tolone, Villeurbanne, Amiens.
«“Come mai si fa così poco il repertorio di Natalia Ginzburg che io ritengo una grande scrittrice?” fu la domanda che mi fece Moretti un anno fa» riflette Binasco. «Quanto a me, io ho due passioni: il culto per Ginzburg, che ho messo in scena già tre volte, e il culto personale per lui, per Moretti. Nanni lavora in modo concentrato, implacabile. Con lui si va dritti per dritti, in un clima astratto ma non irreale. Ci ha spinti nell’impianto: un letto, e un divano».
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Guardo di nuovo Moretti: per anni l’ho scorto entrare a teatro, a vedere imprese di culto di artisti inediti o d’antico stampo. Un’affezione covata per 47 anni, dal film del ’76 Io sono un autarchico con lui attore d’una compagnia sperimentale. Ora ha fatto pace con lo “spavento” per la scena che inibiva anche la sua autrice del cuore Ginzburg.
«La fuga dalla normalità è insita nei due copioni», nota Alessia Giuliani , «la vacanza in Spagna del Dialogo è un viaggio in agenda. La crociera in Fragola e panna è la necessità di mollare tutto».
E certi ruoli inducono a meditare. «La mia Tosca col suo sentire» confessa Daria Deflorian «mi ricorda le badanti di mia madre che avevano lasciato i figli in Moldavia: ti trovi davanti a situazioni che non permettono un giudizio. Spero di comunicare anche un’ironia al femminile».
Malgrado i dissidi, i testi hanno un epilogo quasi dialettico. «Non a caso uno dei due titoli è Dialogo» riflette Binasco «perché i personaggi si scambiano un bene che in modo sbrigativo chiamiamo amore». E la sua affermazione prescinde dal peso di una sua battuta finale.
Il primo spettacolo di Nanni Moretti ha scene di Sergio Tramonti, costumi di Silvia Segoloni, luci di Pasquale Mari, con Martina Badiluzzi assistente alla regia, collaborazione di Carrozzerie n.o.t, coordinamento di Aldo Miguel Grompone. E i due testi Fragola e panna e Dialogo di Natalia Ginzburg vengono pubblicati in forma autonoma da Einaudi il 26 settembre.