massimo fini

ARRIVA IN LIBRERIA UNA RACCOLTA DI SCRITTI DI MASSIMO FINI NEL VOLUME "IL GIORNALISMO FATTO IN PEZZI" - I REPORTAGE DA MOSCA, LE INCHIESTE SULLA FIAT, IL RACCONTO DI MILANO E DELLA BARI ORFANA DI ALDO MORO - LE DUE INTERVISTE A PIER PAOLO PASOLINI, DA CUI HA PRESO LA SUA ISPIRAZIONE ANTIMODERNA - NEL 1977 FINI SCRIVEVA CHE LA COPPIA "APERTA, PARITARIA, PROGRESSISTA" FINISCE PER RISULTARE "SCHIZOFRENICA", PERCHÉ "HA IN TESTA, CULTURALMENTE E IDEOLOGICAMENTE, UN CERTO SCHEMA", PERÒ "NON RIESCE A VIVERLO SE NON A PREZZO DI GRANDI SOFFERENZE E MISTIFICAZIONI"

Antonio Carioti per il “Corriere della Sera”

 

MASSIMO FINI - IL GIORNALISMO FATTO IN PEZZI

Oltre a mostrare un indubbio talento in veste di commentatore e saggista, Massimo Fini si è esercitato a lungo come inviato di cronaca e di costume, esploratore dei cambiamenti che attraversavano la società italiana, ma anche osservatore attento di altre realtà del mondo.

 

Tuttavia non aveva mai raccolto in volume una rassegna di questo suo repertorio. Era tempo quindi che uscisse Il giornalismo fatto in pezzi (Marsilio), una ricca raccolta d'inchieste, interviste, reportage. Da battitore libero quale è sempre stato, Fini svaria sui più diversi argomenti.

 

Indaga sugli equilibri di potere interni alla Fiat - instaura anche un rapporto amichevole con Susanna Agnelli -, come sui feroci rancori che all'inizio degli anni Settanta provocano una faida sanguinosa nel piccolo comune calabrese di Guardavalle. Che ci parli di personaggi potenti e famosi o dell'ergastolano uxoricida evaso dal carcere e rintracciato per caso dopo trentadue anni, quando ormai si era rifatto una vita onesta, il lavoro di Fini è sempre da giornalista vecchia maniera, che consuma le suole delle scarpe, come si usa dire, andando sul posto, parlando faccia a faccia con la gente.

massimo fini

 

E in effetti la sua prosa palpita di umanità vissuta. Pare di vederle le persone che descrive, al Cairo o in Giappone, nella sua Milano o nella Bari del 1978 orfana di Aldo Moro. Particolarmente interessanti sono gli articoli di costume sulla crisi della coppia e in particolare del maschio, argomento che poi riprenderà in altri libri sulle relazioni tra i sessi e sul disagio indotto dalle trasformazioni turbinose della modernità (a suo avviso nel complesso deleterie).

 

MASSIMO FINI

Già nel 1977 Fini scrive che la coppia «aperta, paritaria, progressista» finisce in realtà per risultare «schizofrenica», perché «ha in testa, culturalmente e ideologicamente, un certo schema», però «non riesce a viverlo se non a prezzo di grandi sofferenze e mistificazioni». Spiccano, per i ritratti e gli scorci che li punteggiano, i reportage di Fini dall'estero, realizzati in genere per la «Domenica del Corriere» diretta allora da Pierluigi Magnaschi.

 

massimo fini

Nella Mosca ancora sovietica segnala il ribollire di «una miriade di commerci privati, semilegali ed illegali», per concludere: «Il Paese che ha abolito ufficialmente il mercato è, in realtà, tutto un mercato, un enorme e vorticoso bazar». Tra l'altro dimostra una notevole lucidità nei giudizi politici, per esempio quando indica il risentimento degli arabi di cittadinanza israeliana come un problema destinato ad aggravarsi per lo Stato ebraico.

 

O come quando, nel 1987, suggerisce ai sudafricani bianchi di trattare al più presto con Nelson Mandela, come in effetti fortunatamente faranno, prima che sia troppo tardi e che subentri una generazione di leader neri più radicali. Il volume si chiude con due belle interviste a Pier Paolo Pasolini, un personaggio a cui l'autore si sente intellettualmente vicino e dal quale dichiara di aver mutuato molto della sua ispirazione antimoderna.

MASSIMO FINI

 

Colpisce che il poeta già nel 1974 giudicasse ingenuo e innocuo prendersela con «un fascismo arcaico, che non esiste più e che non esisterà mai più» (quello storico di Mussolini), denunciando invece la società dei consumi come «una civiltà dittatoriale» molto più sottile e più insidiosa del passato regime. Peccato che Pasolini, di cui sta per ricorrere il centenario della nascita, non possa più farsi sentire per scuotere la banalità del dibattito pubblico. Abbiamo però Fini che a suo modo si muove su un'analoga scia. Vale la pena di leggerlo e ascoltarlo, ha il dono di far riflettere.

MASSIMO FINI

Ultimi Dagoreport

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…

elon musk donald trump caveau oro

DAGOREPORT - ALTA TENSIONE TRA IL MONDO FINANZIARIO AMERICANO E KING TRUMP - PRIMA DI DICHIARARE GUERRA A WASHINGTON, I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI ASPETTANO CHE TRUMP E MUSK CACCINO IL PRESIDENTE DELLA FEDERAL RESERVE  PER IMPORRE I BITCOIN COME RISERVA NAZIONALE. UNA MONETA DIGITALE E SOVRANAZIONALE CHE AFFOSSEREBBE IL DOLLARO, E QUINDI L'ECONOMIA USA. E GOLDMAN SACHS SI PORTA AVANTI CONSIGLIANDO DI INVESTIRE IN ORO - LE RIPERCUSSIONI PER L'ITALIA: MELONI SA CHE I GRANDI FONDI, SE VOLESSERO, POTREBBERO MANDARE GAMBE ALL'ARIA IL DEBITO TRICOLORE...