1. ARRIVA LO SCANDALO ''LUXLEAKS'': MIGLIAIA DI DOCUMENTI RISERVATI RIVELANO CHE OLTRE 300 MULTINAZIONALI HANNO APPROFITTATO DEL REGIME FISCALE FAVOREVOLE DEL LUSSEMBURGO, GUIDATO PER 18 ANNI DALL’ATTUALE PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE UE JEAN-CLAUDE JUNCKER, PER ELUDERE LE TASSE NEI PROPRI PAESI 2. TRA I GRUPPI ITALIANI FIGURANO FINMECCANICA, CHE SAREBBE CONTROLLATA DALLO STATO (QUELLO CHE CI CHIEDE LE TASSE), INTESA, UNICREDIT, UBI BANCA, BANCA SELLA, BANCA DELLE MARCHE, BANCA POPOLARE DELL’EMILIA ROMAGNA E IL GRUPPO IMMOBILIARE HINES DI MANFREDI CATELLA (FINANZIATORE DEL PD RENZIANO). LO SCANDALO PUÒ COSTARE LA POLTRONA A JUNCKER, ANCHE SE AL MOMENTO LA COSA APPARE ANCORA IMPROBABILE 3. LE 8 RIGHE CHE AVETE APPENA LETTO SONO UN MODESTO ESEMPIO DI COME SI DANNO LE NOTIZIE SU INTERNET. VEDIAMO INVECE COSA HANNO COMBINATO, CON IL LORO GRANDE SPAZIO A DISPOSIZIONE, I GIORNALONI DI CARTA STAMPATA. ROBA CHE, AL CONFRONTO, LA (NON) COPERTURA DEL CASO MONCLER-REPORT È GRANDE INFORMAZIONE
Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia
1. MALEDIZIONE, UNA NOTIZIA!
Arriva lo scandalo Luxleaks: migliaia di documenti riservati rivelano che oltre 300 multinazionali hanno approfittato del regime fiscale favorevole del Lussemburgo, guidato per 18 anni dal presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, per eludere le tasse nei propri paesi. Tra i gruppi italiani figurano Finmeccanica, che sarebbe controllata dallo Stato (quello che ci chiede le tasse), Intesa Sanpaolo, Unicredit, Ubi Banca, Banca Sella, Banca delle Marche, Banca popolare dell’Emilia Romagna e il gruppo immobiliare Hines di Manfredi Catella (finanziatore del Pd renziano). Lo scandalo può costare la poltrona a Juncker, anche se al momento la cosa appare ancora improbabile.
Le 8 righe che avete appena letto, parentesi a parte, sono un modesto esempio di come si danno le notizie su internet. Vediamo invece cosa hanno combinato, con il loro grande spazio a disposizione, i giornaloni di carta stampata. Roba che, al confronto, la (non) copertura del caso Moncler-Report è grande informazione.
JUNCKER STROZZA LUIS DE GUINDOS
Il Corriere della Sera illude con un bel titolone centrale in prima pagina: “Fisco, si apre il caso Juncker”, ma dentro è un tomba. Nel pezzo portante, nel sottotitolo, si parla genericamente di centinaie di aziende e in tutto il pezzo ci sono soltanto i nomi di Amazon e Fiat Finance, che al momento pare non c’entrino con Luxleaks, ma sono già sotto inchiesta da parte di Bruxelles (p. 13). Si legge con trepidazione allora il sotto-pezzo di Mario Gerevini dal titolo accattivante: “Un paradiso fiscale in abito blu che attira clienti da tutto il mondo” e uno si chiede chi saranno i clienti italiani. Ma niente, si recuperano notizie di archivio su Luxottica, sulla scalata Telecom e su Tronchetti, ma non c’è una riga su Intesa, Unicredit, Finmeccanica e le altre banche. Cioè sulla notizia del giorno.
Repubblica non mette una riga in prima pagina (c’è da parlare degli scontrini e della “bomba d’acqua su Roma”, si capisce) e dedica pagina 8 alla vicenda. In tutta la titolazione non c’è traccia di multinazionali italiane. Se ne parla di sfuggita nella seconda colonna, dove sono citati Hines, Finmeccanica, Intesa e Unicredito: tutto in 9 righe.
FINMECCANICA ECO G kbqD U mmF x Corriere Web Sezioni x
Anche la Stampa di Torino non ritiene la notizia da prima pagina (non è la solita polemica Juncker-Renzi, che invece è roba forte) e se la cava con uno sciatto pezzullo nella parte bassa di pagina 6. Anche qui, nessun nome nella titolazione, ma nella penultima colonna, con qualche imbarazzo, si legge: “Comunque, nell’elenco dei ‘contrattualizzati’ appaiono anche nomi italiani, da Finmeccanica a Intesa Sanpaolo, passando per Banca Sella, il gruppo immobiliare Hines, poi Unicredit e Ubi Banca”. “Comunque” è meraviglioso.
Il Sole 24 Ore, che in fondo si occupa sempre di queste faccende, dedica un taglio basso in prima pagina (“Evasione fiscale, bufera su Juncker”) e dentro scodella un pezzullo in cui, nella titolazione, si parla genericamente di “sconti a oltre trecento società”. Nell’articolo, la curiosità cresce quando si parla di “31 società italiane o con attività in Italia”, ma nomi niente. Non sarebbe elegante.
Il Messaggero mette un colonnino in prima: “Bufera Juncker, il capo della Ue sotto accusa per il fisco facile”, a riprova che qualsiasi accenno ad aziende italiane coinvolte era giornalisticamente inopportuno. Poi dedica un pezzetto a pagina 11 in cui si rivanga la storia di Fiat e verso la fine si citano, in un elenco internazionale alla rinfusa, Unicredit, Intesa e Finmeccanica.
Il Giornale concede un richiamino in prima e a pagina 7 fa un titolo severo: “Juncker dava casa agli evasori fiscali”. E chi saranno mai questi “evasori fiscali”. E ce ne saranno di italiani, gente che conosciamo? Macchè, niente. Citata solo Fiat, che tanto non è più italiana.
Poi si lamentano che la gente cerca le notizie sul web.
Alla luce del Luxleaks, assume somma pregnanza la pubblicità a pagina 7 del Corriere di oggi: “Diamo credito all’Italia. Il sostegno di Intesa Sanpaolo ai progetti degli italiani”. Progetti in Italia o in Lussemburgo?
2. NAZARENO DEI DISPETTI
Pittibimbo lancia un bell’avvertimento al Banana: non sto ad aspettarti in eterno, deciditi. E flirta con i grillini. Repubblica: “Il patto del Nazareno sta scricchiolando. Renzi apre a M5S e Lega” (p. 1). “Consulta, vince l’asse Pd-grillini. Eletti Sciarra, la candidata di maggioranza, con 630 voti e Zaccaria, indicato dal M5S, per il Csm. Salta l’esponente di Fi. A questo punto i penta stellati aprono al dialogo anche sulla legge elettorale. Grillo: ‘Abbiamo sbloccato il Parlamento” (p. 4). Stampa: “Renzi fa chiamare Grillo per il via libera definitivo. La mossa del premier: l’accordo con i Cinque Stelle per stanare Berlusconi. Potrebbero entrare nel Pd quattro senatori del gruppo di Scelta civica” (p. 3).
Il Corriere racconta il caos azzurro: “Accuse di bluff e ricatti. Berlusconi placa i suoi: non temo l’asse con i grillini. Partito nervoso sull’Italicum. Il leader: credo nel patto. . Il segretario pd e l’ex premier si sentiranno domenica per verificare la situazione. Verso un cambio della guardia tra negoziatori: Romani si prepara a sostituire Verdini” (p. 3). Poi intervista il grillino Di Maio che va dritto al punto che conta: “Se nel Pd c’è buon senso in futuro noi ci saremo anche per il Quirinale” (p. 5). Anche il Messaggero si concentra su Forza Italia nel caos: “La faida FI silura la candidata azzurra. Fitto prepara il raduno dei dissidenti. Domenica a Roma l’ex governatore torna a parlare in pubblico. I mal di pancia verso Verdini” (p. 7).
3. BELLA GENTE A CENA DA PITTIBIMBO
RENZI E GRILLO a bbed a aee b ae aad
Tutti a strusciarsi al premier, ieri sera a Milano, e pure a pagamento. E stasera si replica a Roma. “E’ overbooking alla cena da mille euro. Anche big di Feltrinelli, Unipol e Campari. Manager e vip a sostegno del Pd. Oggi bis a Roma: da Possini (Lamborghini) al chirurgo Sasha Thomas” (Messaggero, p. 4). Poi dicono che c’è la crisi. Non per tutti.
4. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
La manovra è ancora un cantiere: “Renzi accelera su local tax e taglio della Asl. Bankitalia, Istat e sindacati: tutti i dubbi sulle misure. Il governo apre su Tfr e fondi pensione” (Repubblica, p. 13). E da Bruxelles arriva il centosettesimo avvertimento: “L’Eurogruppo avverte l’Italia: ‘Le regole vanno rispettate’. Moscovici: investimenti fuori dai vincoli del Patto? Troppo creativo” (Corriere, p. 11).
5. TOGHE ROTTE
Continua la saga al quinto piano del palazzo di giustizia milanese. “Pm Milano, il Csm minaccia trasferimenti. Nuova puntata nel conflitto Bruti-Robledo. L’aggiunto attacca il capo: ‘Ha abusato dei suoi poteri’. Legnini, il numero 2 di Palazzo dei Marescialli: ‘La vicenda ora va risolta in maniera risolutiva” (Repubblica, p. 17). Risolta in maniera risolutiva? E perché non definita in maniera definitiva? O decisa in modo deciso? Attendiamo con speme.
6. COMPAGNI CHE SBAGLIANO
Nuovi sviluppi nell’indagine romana sulle tangenti Enpam. Li racconta il Corriere: “Valigette piene di soldi e affitti gonfiati. La rete del deputato pd. Accuse a Di Stefano, coordinava un tavolo alla Leopolda. I Pulcini e i rapporti con De Lillo (Ncd), Giordano e Foti (Pdl) e il capo segreteria di Alemanno. Al telefono: ‘Ho fatto le primarie con gli imbrogli, ma ora li tiro dentro tutti” (p. 9).
CITTADINI PROTESTANO PER LA PANDA DI MARINO
Pezzo anche sul Messaggero: “Enpam, all’estero i soldi delle tangenti. Truffa all’ente di previdenza dei medici: la presunta mazzetta per Di Stefano sarebbe stata portata in auto da Nizza a Roma. Per seguire il flusso di denaro sotto tiro una fiduciaria lussemburghese: fondamentali le conversazioni intercettate” (p. 15).
7. IL SENSO DI SOTTO-MARINO PER LA LEGALITA’
Il sindaco della capitale, alle prese con la non-alluvione di Roma, continua a scivolare sulla sua pandina rossa. “Nove multe sospese al sindaco Marino’. È polemica a Roma. ‘In centro senza permesso’. Interpellanza Ncd ad Alfano. La replica: ‘Le telecamere non leggevano il mio pass temporaneo’. Il primo cittadino non è titolato a presentare ricorsi al prefetto o al giudice di pace” (Repubblica, p. 27)