ARRIVANO I SAN-FEDISTI! L’EX DIRETTORE DEL TG4 FONDA IL PARTITO “VOGLIAMO VIVERE” - EMILIO SEMBRA FARE SUL SERIO (MA CHI LO PRENDERA’ SUL SERIO?) - “FONDO UN MOVIMENTO DI OPINIONE PERCHÉ HO ASCOLTATO TANTA GENTE CHE MI INCORAGGIA. IL PDL RISCHIA DI DIVENTARE UNO SPARTITO STONATO” - PREOCCUPATISSIMO PER IL TRISTE DESTINO CHE ATTENDEREBBE LA SUA AMATA COALIZIONE: “IL CENTRODESTRA NON PUÒ FINIRE IN MANO ALLA SANTANCHÈ…”

Enrico Arosio e Paolo Fantauzzi per L'Espresso
Emilio Fede entra in politica. Con un suo partito. O, come dice lui, «un movimento di opinione». Si chiamerà "Vogliamo Vivere". A luglio ha depositato il marchio a Como, per non dar nell'occhio. Ma "l'Espresso" se n'è accorto. L'idea è maturata a inizio estate, la lunga estate seguita al suo coinvolgimento nel processo Ruby, accusato di favoreggiamento della prostituzione con Lele Mora e Nicole Minetti.

Ad agosto l'ex direttore del Tg4, per anni evangelista del verbo di Berlusconi, poi messo bruscamente in pensione da Mediaset, si è mosso tra Anacapri (nella villa della moglie Diana De Feo), Perugia, Milano, Varigotti e Forte dei Marmi. E una traccia misteriosa era apparsa su Twitter a ridosso di Ferragosto: «Vogliamo Vivere... Leggerete sempre più spesso questo slogan».

Fede conferma a "l'Espresso": «Fondo un movimento di opinione perché ho ascoltato tanta gente che mi incoraggia. Il Pdl rischia di diventare uno spartito stonato». Si sta muovendo da solo? «Mi muovo da solo, e ci metto soldi miei. Berlusconi non ne sa niente. "Vogliamo Vivere" riassume il malessere di tanti, sotto il cosiddetto governo tecnico. Il centrodestra non può finire in mano alla Santanchè. E di là chi c'è? Beppe Grillo. Io non sono un politico, io ho una storia, sessant'anni di giornalismo, la Rai, l'Africa, le guerre seguite al Tg4. Questa storia due anni fa è stata inquinata, ma non mi faccio intimidire».

Il suo tono a tratti è concitato. L'avventura è carica di rischi. Non è più un ragazzo, la liquidazione Mediaset non basterà al suo stile di vita dispendioso, ci sono il processo di Milano e l'antipatica indagine sui presunti versamenti di contante in Svizzera. Lui si dice fiducioso: «Uscirò a testa alta dal Rubygate. E quanto alla storia ridicola della Svizzera, nata da una lettera anonima, sono certissimo dell'archiviazione. Io non ho portato nessuna valigetta: al valico di Brogeda, 2 milioni e mezzo in contanti, chi ci può credere?».

Come si colloca il movimento fedista, o sanfedista? Il Pdl ha subito fuoriuscite, la tensione con la Lega e gli ex An. «Penso a una lista di appoggio nel centrodestra. E mi rivolgo specialmente all'elettorato femminile, mica può andare tutto dalla Santanchè, no? "Il Giornale" la vuole vicepremier? Prego. Io faccio da me. L'ha scritto anche "l'Unità": "Fede non era un pagliaccio".

Penso anche ai tanti anziani e giovani asfissiati da questo governo Monti». Fede divaga, cambia tema, ma affiora l'amarezza: scaricato da Mediaset, da Piersilvio Berlusconi, dai giornali della destra. "Vogliamo Vivere" ricorda "Preferisco vivere", vecchio spot antidroga caro a Maurizio Costanzo; i seguaci si chiameranno viveur? Chissà. Il marchio lo ha realizzato un amico grafico: due foglie stilizzate, in bianco e verde, e stilizzate le figure di un anziano e di un bambino.

A fine settembre, racconta l'ottantunenne, farà stampare migliaia di manifesti, poi tante spille col simbolo, all'americana. Lui è convinto: la legislatura finirà in lieve anticipo. Fede ha come manager di campagna un leader del tifo organizzato del Milan. Se i riscontri saranno buoni, dice, si candiderà «al Nord e in Sicilia», le sue due patrie. Alla Camera. Programma politico?

Qui c'è un po' di confusione, i giovani al Sud, la dignità dei pensionati, i tecnici come consulenti, non come ministri: «Ci vuole un comitato di esperti veri che affianchi i singoli ministri per un massimo di sei mesi». E la cura Monti per l'Italia? «Fallirà», scandisce: «Non mi piace il governo tecnico, imposto sopra la testa della gente. Ma chi sono? Manco si capisce quando parlano. E Monti, poi: mi annoia, mi annoia da mo-ri-re».

 

 

emilio fede daniela santanchèEMILIO FEDE SFONDO BERLUSCONI MAURIZIO COSTANZO

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)