bonolis

BONOLIS MAI BANALIS – ''HO GIA' DECISO QUANDO MI RITIRO''. LA BALBUZIE GIOVANILE, LO SCONTRO CON LIDIA RAVERA, LE VACANZE NUDI A FORMENTERA, “RENZI MI STA SIMPATICO, ANCHE BERLUSCONI. PARLO UN LINGUAGGIO ANALOGICO IN UN MONDO DIGITALE” – “IL POLITICAMENTE CORRETTO È LA COSMESI BEN FATTA DELL’IPOCRISIA. I SOLDI? LI PRENDO PERCHÉ HO IL MERCATO CHE ME LI DÀ. LE POLEMICHE SU MIA MOGLIE? LEI HA 13 ANNI MENO DI ME, È CRESCIUTA...”

bonolis

Alessandro Ferrucci per “il Fatto Quotidiano”

 

Ore 18 l' appuntamento. Ore 17.59 arriva Paolo Bonolis, strati di lana a proteggerlo, apre la porta del suo appartamento romano: pochi mobili, quelli essenziali, al muro una gigantografia con Walter Bonatti accovacciato sulla punta di un monte ("uno dei miei miti"), libri ovunque, anche García Márquez in lingua originale ("sì, leggo in spagnolo"); tutto è in ordine, con un' eccezione: il tavolo dal salotto invaso da fogli di carta, scritti a penna, "perché non uso il computer e sono impegnato nella stesura di un libro".

bonolis

 

Quando parla ama le citazioni, non si perde in digressioni, e se una domanda non la ama del tutto, compare una leggera balbuzia: "Fino a 12 anni i professori neanche mi potevano interrogare, ci mettevo troppo a rispondere". Del Paolo Bonolis caciarone, ammiccante, spinto nei termini, resta solo il sorriso.

 

Vive qui?

No, ci sono per le riunioni, per prendere appunti, e a volte per stare solo e allungarmi sul divano.

 

Finito lo show, silenzio.

Totalmente zitto, no, altrimenti sarebbe una forma di autismo. In generale sono più pacato rispetto alla tv: la telecamera prevede un atteggiamento anche esasperato, perché trovo divertente esasperare, mentre fuori dagli studi rallento di colpo.

 

bonolis valletto

Come i comici

Sono realmente tranquillo, direi timido, con una vita riservata. Esco pochissimo.

 

Niente salotti romani.

Non saprei cosa dire, non li conosco, e un po' mi inquieta questa straordinaria familiarità che hanno tra di loro: mi sentirei uno Stranger in a Strange Land (Straniero in terra straniera, romanzo di Robert Heinlein del 1961).

 

Si sente romano?

Romano de Roma, no: papà milanese, mamma di Salerno.

bonolis bruganelli

 

È considerato un fuoriclasse.

Ho solo una traiettoria di divertimento che piace anche agli altri.

 

Si diverte realmente.

Qualche volta ancora sì, e nonostante l' imponente quantità di lavoro, ci salviamo con lo spirito.

 

Qual è?

Siamo disincantati, ci piace dare un calcio nel sedere all' ipocrisia comportamentale della televisione, lì dove vince la continua affettazione dell' apparire.

 

Esempio.

L' altra sera si è seduta di fronte a me una donna stravolta da interventi estetici e botulino.

La guardo. Le domando: "Lei chi era?"

 

Politically correct grande nemico.

keita bonolis

È la cosmesi ben fatta dell' ipocrisia; poi la moltiplicazione dei social, il commento continuo, l' opinione indiscriminata ti porta quasi ad aver paura di pensare e parlare.

 

Dicevamo, si diverte meno.

È fisiologico: quello che era affascinante, con gli anni diventa abitudine, consuetudine e cresce la stanchezza fisica. Recupero con maggiore fatica rispetto a vent' anni fa.

 

Non sente il brivido della telecamera?

Non sento la necessità morbosa di esserci, tanto che tra un paio di anni vorrei fermarmi, perché non sono più contemporaneo.

 

d'urso bonolis 4

In cosa?

Parlo un linguaggio analogico in un mondo digitale, non ho più i riferimenti da offrire, quelli che rispondono alle esigenze di questi tempi: non uso il computer, ho un cellulare vecchio, con il quale rispondo e mando al massimo gli sms. (Si ferma un paio di secondi) Sono cresciuto in un' epoca che si avvitava sulle ideologie, oggi si avvita sulle tecnologie.

 

E le fa paura.

Temo che la tecnologia possa diventare un' ideologia, e mi rendo conto della distanza generazionale attraverso il confronto con i miei figli: in mezzo ci sono delle ere, e non ho più voglia di correre appresso a tutto ciò, mi diverto ogni tanto a condannarlo , o a mettere dai piccoli argini con le persone a cui voglio bene, ma senza condizionare esistenzialmente.

RENZI INTERVISTA PAOLO BONOLIS ALLA LEOPOLDA 9

 

Il suo apice in carriera è "Il senso della vita", ed è un programma molto politically correct

Non sono d' accordo, ed è un format di cui avevo bisogno: amo leggere e riflettere, ma ho i limiti di conoscenza, cultura, e capacità intellettuale; con quella trasmissione ho cercato persone da ascoltare, soggetti in grado di schiudere un pensiero rivelatore; un brivido d' intimità in un periodo sociale nel quale l' intimo è quasi cancellato dall' esteriore.

 

Oramai in tv i protagonisti svelano particolari intimi.

bonolis

Pensano sia una delle benzine del successo, e capita soprattutto con chi è in difficoltà nel raggiungere l' agognato riflettore; così mettono in piazza qualunque lato della loro esistenza, quando dovrebbero mantenere un po' di pudore.

 

Basta che se ne parli.

Mi inquieta parecchio e non avviene solo in tv: sano sempre tante, troppe le persone che quando ti incontrano ti buttano addosso una sacca di fatti propri e di altri.

 

Non vuole sapere.

Ogni volta penso: "Ma a me, che me ne frega?".

 

In quanti si avvicinano a lei per un secondo fine?

Non cerco di capirlo, delle persone mi fido, se poi quello che mi mostrano è un' illusione, allora complimenti, il numero mi è piaciuto, in quel crederci sono stato bene.

 

sonia bruganelli paolo bonolis

È forse il presentatore più pagato.

Li prendo perché ho il mercato che me li dà.

 

Lineare.

Anni fa avevo un contratto da 7, 8 miliardi, e una giornalista mi disse: "Non prova vergogna per quello che guadagna?" Questa domanda mi provocò notevole fastidio

 

Risposta?

"Con me l' azienda fattura intorno ai 175 miliardi l' anno, quindi sono sottopagato".

 

A scuola provocava anche i professori?

sonia bruganelli paolo bonolis 3

Non ricordo, ma come dicevo, fino ai 12 anni, non mi hanno potuto interrogare, rispondevo per iscritto; mio padre stesso, quando tentavo di dirgli qualcosa, a un certo punto si rompeva: "Aoh, scrivi".

 

Intimidito dalla balbuzia?

Un po' mi ha chiuso nei confronti dell' esuberanza, mentre il personaggio televisivo maschera quello che sono, e fa emergere solamente ciò che vorrei essere.

 

Deriso?

Da nessuno, o forse è successo, ma certi atteggiamenti mi entravano da una parte e uscivano dall' altra. Ogni tanto capita ancora. Mio figlio ha lo stesso problema, ma è pure un accavallarsi di pensieri, si crea come un ingorgo, e me ne sono accorto quando da giovanissimo ho recitato a teatro, e avevo una sola battuta: "Arrivano le guardie!" Cacchio, la pronunciavo perfettamente, ero così stupito da ripeterla in continuazione.

 

Tra poco c' è Sanremo, e lei sul palco portò Tyson.

sonia bruganelli paolo bonolis 6

È stato il colpo a effetto di quel Festival, uno che indubbiamente ha commesso delle colpe e ha pagato; poi quando ci parli, ti prende un colpo, non tanto per la muscolatura, piuttosto per una vocina da castrato simile a quella di Luca Laurenti.

 

Ha intervistato Donato Bilancia

Prima di quell' incontro, avevo intrapreso un percorso emotivamente impegnativo: volevo capire qual è il momento in cui la parte oscura diventa prevalente, cosa scatta, se è una questione biochimica o altro. Al termine ho chiesto di parlare con Donato Bilancia, uno che fino a un momento prima di uccidere, era passato inosservato. E Quando si è seduto davanti ho visto una pupilla che non si dilatava mai, assenza completa di interazione, come un cyborg che valutava solamente le proprie intenzioni.

paolo bonolis sonia bruganelli

 

Ora un quiz: a una data fondamentale, il suo ricordo. 9 maggio 1978.

La morte di Aldo Moro: avevo 17 anni e non sono mai stato politicamente coinvolto, la mia vita era banale rispetto a quegli anni; la forza ideologica l' ho scoperta dopo.

 

Non percepiva l' aria

Sì, ma sfuggivo: giocavo a pallone, poi studiavo, quando potevo viaggiavo.

 

Dove andava?

Seguivo un amico di mio padre che lavorava per la rivista Mondo sommerso; con lui ho scoperto la Cambogia, il Nord Africa, la valle del Nilo, il Sahara, la Tanzania.

 

Pagava suo padre?

E chi aveva i soldi? Lui scaricava il burro ai mercati generali, al massimo poteva mandarmi a Coccia di Morto.

 

11 luglio 1982.

PAOLO BONOLIS CHI HA INCASTRATO PETER PAN

I tre gol alla Germania nella finale dei Mondiali. Lo sport l' ho sempre seguito e in tutte le sue latitudini, quando posso vado allo stadio o alle gare dei miei figli e se ci sono le Olimpiadi, mi commuovo.

 

Che ragazzo era?

Avevo iniziato da poco la televisione, e nel frattempo studiavo.

 

Ancora non la riconoscevano per strada

La fama è arrivata con Bim Bum Bam, in particolare dal secondo anno, quando avevamo iniziato a scriverlo noi, e non Lidia Ravera.

BONOLIS

 

Esautorata?

Nonostante le sue indubbie qualità di scrittrice e giornalista, aveva uno stile un po' stucchevole, melassoso; ne parlai con i vertici e gli chiesi se potevo sostituirla insieme a Giancarlo Muratori.

 

A 21 anni contro la Ravera, vuol dire carattere.

Non mi è mai mancato. E poi non sono un attore, non sono in grado di fingere, quello che dico e faccio mi deve appartenere; comunque dalla Rai mi hanno mandato via dopo il primo anno: pensavano avessi un carattere poco addomesticabile.

 

Ci rimase male?

In realtà puntavo alla carriera diplomatica, per questo studiavo Scienze politiche, volevo continuare a viaggiare.

 

Non pensava alla tv.

Per niente, sono andato avanti solo perché a un certo punto ha iniziato a rendermi del denaro e con i soldi ho soddisfatto le prime necessità, a partire dalla macchina.

paolo bonolis sonia bruganelli

 

Quale?

Una Dyane rossa da sei cavalli: un' estate ho percorso l' intero perimetro dell' Italia.

 

8 novembre 1989.

La caduta del Muro: il ventennale l' abbiamo festeggiato nella seconda serata di Sanremo.

 

La politica era entrata nella sua vita?

Tempo dopo ho scoperto il piacere dell' osservazione storica più della frequentazione.

 

Tipo?

La rivoluzione hippy o lo psichedelismo e i movimenti musicali in stile peace e love; ancora oggi se vedo Hair di Milos Forman, piango all' ultima scena (quando il pacifista parte per la guerra in Vietnam).

PAOLO BONOLIS AI TEMPI DI BIM BUM BAM

 

Si identifica.

Quelle suggestioni, quel coinvolgimento, quei cromosomi culturali sono dentro di me e se fossi stato lì, in quel momento, sarei stato uno di loro; a 58 anni, con la famiglia, vado ancora in vacanza a Formentera, un posto diventato commerciale, eppure insisto nel ricordo di quando potevamo stare nudi in spiaggia senza che importasse a nessuno.

 

23 maggio 1992.

La morte di Falcone. In quel periodo stavo prendendo più coscienza, e quella tragedia è una delle grandi contraddizioni di questo Paese: siamo una nazione di clienti con dei livelli di clientela più fragili e alcuni tremendamente gravosi; la mafia è un livello di clientela altissimo con dentro lo Stato i suoi conniventi e i suoi nemici.

 

Non ama la politica, però è andato da Renzi alla Leopolda.

Mi sta simpatico; è uno gradevole, intelligente e bizzarro, sicuramente preso da sé, ma quando arrivi a quel livello devi avere un po' di presunzione; il problema è quando l' io è sovrastato dall' ego. Anche Berlusconi mi sta simpatico.

 

I due si assomigliano.

paolo bonolis 2

Non lo so, può essere (ride).

 

Sua moglie è criticata sui social per l' aereo privato, le borse e altri ammennicoli.

Lei è più giovane di me, ha tredici anni meno, ed è cresciuta in un' altra dimensione: io con Sandokan scusi un attimo (squilla il cellulare, risponde, dall' altra parte il silenzio. Bonolis incalza: "Mauro Mauro Mauroooo o parli o vaffanculo" Altro silenzio. "Ok, hai scelto vaffanculo, vabbè". Attacca e sorride). È un amico.

 

Riprendiamo

Dicevo Sandokan, Tognazzi e Vianello, Il libro Cuore, I ragazzi della via Pal, mentre su mia moglie hanno inciso Dynasty e Falcon Crest.

 

Abissi.

A un certo punto devi fare un compromesso. Ma è divertente, un po' come scrivere nel 2019 un libro a penna.

 

A che punto è della stesura?

Indietro, ma non voglio avere fretta, preferisco godermelo.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…