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DA BARBIE A KILLER: I MILLE VOLTI DI RACHEL McADAMS “NON HO NIENTE CONTRO I PERSONAGGI ADORABILI, MA QUELLI UN PO’ STORTI MI PIACCIONO DI PIÙ” - MUSA DI ALLEN E MALICK, HA ESORDITO CON VIRZI’ IN “MY NAME IS TANINO”

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Arianna Finos per “la Repubblica”

 

Dentro il corpo da Barbie una grinta da tigre. La contraddizione, cui Rachel McAdams deve l’inarrestabile ascesa di carriera, è fotografata dalla sua presenza, su grande e piccolo schermo, in due ruoli antitetici.

 

In Southpaw (diretto da Antoine Fuqua, dal 2 settembre nelle sale italiane per 01 e Leone group film) è moglie adorabile del pugile Jake Gyllenhaal. Nella serie televisiva True detective 2 (lunedì la sesta puntata su Sky) indossa coltelli e tatuaggi di Antigone “Ani” Bezzerides, investigatrice votata all’alcol e al sesso frugale.

 

E all’occorrenza diventa anche una killer spietata. Nell’incontro al Four seasons l’attrice canadese, 36 anni e 25 film, veste un abito accollato incongruo nell’afa di luglio e un nuovo taglio di capelli «sempre più corto», sospira toccandosi la testa.

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In Southpaw il suo è un ruolo di appoggio al servizio del toro scatenato Gyllenhaal e ha richiesto una lunga preparazione: «Mi sono immersa nel mondo della boxe, sono andata a vedere molti incontri, ho parlato con ex pugili: era importante che comprendessi quel mondo come farebbe una moglie nella vita reale ».

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La meticolosità nel preparare i personaggi è «una scusa per imparare cose nuove»: per Midnight in Paris ha studiato per mesi francese, anche se nel film di Woody Allen dice un paio di frasi.

 

Sostiene che il pubblico la ricorda soprattutto per la lolita cinica di Mean girls , ma i suoi fan l’amano per lo struggente The notebook- Le pagine della nostra vita di Nick Cassavetes con Ryan Gosling, ex fidanzato ed ex baby attore, come lei. La ragazzina dell’Ontario a dieci anni recitava Shakespeare nel gruppo teatrale locale. L’esordio al cinema è stato con Paolo Virzì, My name is Tanino , che lei ricorda «con tenerezza». Vive lontana da Hollywood, la maggior parte dell’anno la trascorre nella casa che divide con il fratello in Ontario.

 

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La musa di Woody Allen e Terrence Malick ha trovato il personaggio più difficile e complesso in una serie tv: «Ani Bezzerides è un ruolo liberatorio. Non la fidanzata del detective, non la protagonista che deve per forza piacere al pubblico. È una persona vera. Vive in un pezzo di mondo dominato dagli uomini, e rivendica la libertà di essere se stessa, con il proprio dolore, con le proprie debolezze. Non ho niente contro i personaggi adorabili, ma quelli un po’ storti mi piacciono di più».

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Dell’atmosfera gotica della serie dice che «all’inizio ero preoccupata dell’ambientazione oscura e dalle ricadute psicologiche di tanta tensione: dieci ore al giorno, tutti i giorni, a esplorare zone oscure. Invece è stato il set più divertente e stimolante che abbia mai calcato. Un’esperienza che definirei luminosa ».

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