belpietro pupo emanuele filiberto napolitano

“LA VICENDA PUPO-EMANUELE FILIBERTO SVELA IL SEGRETO DI PULCINELLA: IL CAPO DELLO STATO È TUTT’ALTRO CHE UNA FIGURA SUPER PARTES” – BELPIETRO SI SCATENA SULLA PRESUNTA TELEFONATA DI NAPOLITANO CHE CAMBIO’ LA CLASSIFICA DI SANREMO 2010: “È UN PICCOLO GRANDE ESEMPIO DI QUANT’È FASULLA LA STORIA DELLA NEUTRALITÀ PRESIDENZIALE. NON SERVE FARE UNA RIFORMA DEL PREMIERATO, È PIÙ URGENTE FARE LA RIFORMA PRESIDENZIALE, COSÌ ALMENO SAREMO NOI E NON I PARTITI A SCEGLIERE CHI DEVE SALIRE AL COLLE..."

Maurizio Belpietro per “la Verità” - Estratti

 

MAURIZIO BELPIETRO

Ci voleva Pupo, al secolo Enzo Ghinazzi, personaggio poliedrico, cantante, conduttore, paroliere e anche scrittore, oltre che giocatore d’azzardo incallito, per strappare il velo d’ipocrisia che avvolge il Quirinale e in particolare la figura di Giorgio Napolitano, primo presidente della Repubblica a essere rieletto per una seconda volta. Per anni ci hanno raccontato che il capo dello Stato è un’istituzione super partes, che ha il solo compito di rappresentare l’unità della nazione e mai esonda dal proprio ruolo.

 

Beh, in un’intervista a Repubblica, Pupo racconta che nel 2010, con la canzone Italia amore mio, lui ed Emanuele Filiberto di Savoia, che sul palco dell’Ariston cantava il brano insieme al tenore Luca Canonici, avevano vinto il Festival di Sanremo, ma dal Colle giunse una telefonata che impose agli organizzatori di cambiare, perché un erede del re non poteva conquistare il primo posto. Per di più, il brano era un inno al futuro, alla giustizia e al lavoro, un elogio verso un Paese «più normale», con una frase che parlava di chi non poteva tornare pur non avendo fatto niente di male.

pupo emanuele filiberto canonici

 

Un riferimento che al Quirinale forse qualcuno considerò un po’ troppo monarchico.

 

Al di là dell’episodio divertente, di una presidenza della Repubblica che si preoccupa dello «scandalo» di un erede al trono che vince la competizione canora più importante d’Italia, con la pretesa che il trio destinato al successo sia retrocesso al secondo posto, la vicenda svela il segreto di Pulcinella.

 

Ovvero che il capo dello Stato è tutt’altro che una figura super partes designato dalla Costituzione a tagliare nastri, ricevere ambasciatori e sollecitare ogni tanto il Parlamento all’unità nazionale e al rispetto dei principi condivisi. 

 

(...)

giorgio napolitano

Il più attivo nel manovrare le leve della Repubblica tuttavia, pare sia stato Giorgio Napolitano, che da comunista applaudì l’invasione russa dell’Ungheria per poi trasformarsi in atlantista e applaudire gli aerei americani, inglesi e francesi che bombardarono la Libia.

 

Quando è scomparso, tutti si sono affrettati a erigergli un monumento, smentendo che avesse brigato per far fuori Silvio Berlusconi e mettere al suo posto Mario Monti. Balle. Io stesso ho raccolto la testimonianza di un importante uomo politico tuttora sulla scena che fu testimone delle pressioni di Napolitano su Gianfranco Fini, affinché l’ex leader di An e all’epoca presidente della Camera togliesse la fiducia al Cavaliere con una scissione del Pdl. Del resto, Marco Reguzzoni, a quei tempi capogruppo alla Camera della Lega, ha raccontato di aver egli stesso ricevuto pressanti inviti dell’allora capo dello Stato a cambiare cavallo e quando respinse i solleciti ricevette in cambio una velata minaccia.

Accompagnandolo alla porta, Napolitano gli avrebbe infatti suggerito di non mettersi contro.

 

pupo marcello lippi emanuele filiberto

Che l’ex comunista asceso ai vertici dello Stato fosse solito fare e disfare, peraltro lo ha rivelato proprio ieri lo stesso capo della Procura di Napoli, Nicola Gratteri. Il magistrato pare fosse stato scelto da Matteo Renzi come ministro della Giustizia, ma il Colle avrebbe detto no, bocciandolo. Ora scopriamo che Napolitano non solo si intrometteva nella scelta dei ministri (che ancora in qualche misura ci può stare, visto che tocca al presidente della Repubblica nominarli su indicazione del premier), ma metteva bocca perfino sui vincitori di Sanremo.

giorgio napolitano

 

Tutto ciò, oltre a essere divertente, mi porta a un paio di considerazioni. La prima è che non serve fare una riforma del premierato, è più urgente fare la riforma presidenziale, così almeno saremo noi e non i partiti a scegliere chi deve salire al Colle. La seconda riflessione riguarda non tanto come siano andati i festival di Sanremo, ma come sarebbe stata l’Italia senza Scalfaro e Napolitano e senza i governi tecnici. Che i capi dello Stato abbiano spesso scippato agli italiani il diritto a decidere da chi essere governati ormai è assodato. Ma senza i Ciampi, i Dini, i Monti e i Draghi, il nostro Paese sarebbe stato padrone del proprio destino e non vittima di scelte fatte da chi, in nome del bene per l’Italia, ha deciso contro gli italiani.

Ultimi Dagoreport

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…