benigni referendum dario fo

CHE BENIGNI TI FO - IL NOBEL CONTRO L’OSCAR, ‘CONVERTITO’ AL REFERENDUM RENZIANO IN PRIMA SERATA SU RAI1: ‘FAVORISCE IL GOVERNO E IL POTERE. SARÀ RIPAGATO. PERÒ MI STUPISCE TERRIBILMENTE’ - GASPARRI: ‘JOHNNY LECCHINO PRENDERÀ UN SACCO DI CONTRATTI IN RAI’ - LA REPLICA DELLA ‘COSTITUZIONE PIÙ BELLA DEL MONDO’ FA IL 15,4%

1. ASCOLTI TV GIOVEDÌ 2 GIUGNO 2016

Mr. Odo per www.tvblog.it

 

La più bella del mondo, con Roberto Benigni, in replica, ha registrato 3,486.000 telespettatori, share 15.4%.

roberto benigni la costituzione piu bella del mondoroberto benigni la costituzione piu bella del mondo

Italia-Francia U21, amichevole, ha registrato 1.627.000 telespettatori, share 6.93%.

Il film Alla luce del sole ha registrato 1.559.000 telespettatori, share 6.54%.

Masters of Magic - Campionato del Mondo di Magia ha registrato 2.463.000 telespettatori, share 13.28%.

 

616 Flight ha registrato 908.000 telespettatori, share 4.21%.

Il film Die Hard - Vivere o morire ha registrato un netto di 1.585.000 telespettatori, share 7.59%.

Eccezionale Veramente, finale, ha registrato 867.000 telespettatori, share 5%.

 

 

2. POLEMICHE SU BENIGNI MA L’ATTORE CONFERMA “LA CARTA PUÒ CAMBIARE”

Silvia Fumarola per “la Repubblica”

 

gasparri mette johnny lecchino benignigasparri mette johnny lecchino benigni

E’ ancora “la più bella del mondo”, come aveva intitolato la serata evento del 2012 su RaiUno dedicata alla Costituzione (seguita da oltre 12 milioni di spettatori col 44% di share), ma anche la più bella si può cambiare. Lo spiega Roberto Benigni nell’anteprima della replica del suo omaggio alla Carta, sei minuti cruciali nei giorni in cui discute del referendum che divide la politica e a cui è legato il destino del premier Matteo Renzi.

 

«La riforma dobbiamo farla o non farla? Ma certo, è scritto proprio dentro la Costituzione», dice il premio Oscar «naturalmente non la prima parte. Ma si può cambiare grazie all’articolo 138 gli articoli sono 139 - il penultimo ». Immagina così l’assemblea dei padri costituenti, con qualcuno che ci ripensa.

 

«“Stavo per andare via mi è venuta in mente una cosa: si può rivedere la Costituzione?”. Allora hanno scritto: “Sì, la possiamo rivedere seguendo scrupolosamente le regole dell’articolo 138”. Naturalmente bisogna cambiarla bene, pensarci, ed è un’occasione straordinaria quella di cui in questi giorni si fa un gran parlare perché ognuno di noi rifletta e prenda le sue decisioni in totale serenità».

dario fodario fo

 

Lo dice nell’intervista su Repubblica con Ezio Mauro («Col cuore mi viene da scegliere il “no”, ma con la mente scelgo il “sì” e anche se capisco profondamente e rispetto le ragioni di coloro che scelgono il “no”, voterò sì”»). E anche in tv, fa capire come la pensa. «Niente è intoccabile », insiste Benigni «certo che è un paradiso la Costituzione, ma un paradiso da cui non si può uscire diventa un inferno: si può fare tutto ma bisogna farlo nel migliore dei modi».

 

Parole che hanno scatenato un bel pò di reazioni sui social ma anche tra i politici. All’attacco vanno ad esempio i parlamentari di centrodestra come Gasparri. Ma è soprattutto Dario Fo, sull’Huffington Post, a non nascondere l’amarezza: «La questione non è votare questo o quello, ma lasciarsi andare alla deriva. C’è qualcosa del “dare e avere”. Non c’è dubbio che questa posizione» osserva il premio Nobel «favorisce il governo e il potere. Sarà ripagato. Però mi stupisce terribilmente».

 

benigni repubblica referendumbenigni repubblica referendum

Con La più bella del mondo il premio Oscar ripercorre le tappe verso i diritti «perché spiegare la Costituzione vuol dire parlare di come è nato il nostro vivere insieme, perché si parla, ci si sorride anche si soffre, però liberi: questo è l’importante». «Settanta anni fa, il 2 giugno 1946, votarono tutti per scegliere tra la monarchia o la Repubblica: la monarchia, cioè un re solo o la Repubblica, tutti re. Siamo diventati tutti re con la “vincita” della Repubblica ». «Pensate che la legge diceva che non potevano votare gli analfabeti e chi non aveva un certo reddito. Nel 1912 votarono solo gli uomini, poi ci fu il fascismo e votarono solo loro: “Votiamo noi per voi, sappiamo noi quale è il partito giusto”.

 

Poi arrivò il 2 giugno del 1946 e per la prima volta sapete chi votò? Le donne! Vinse la Repubblica grazie a loro. Sono un fervente ammiratore delle donne e della forma repubblicana, straordinaria. Quel giorno, oltre a votare tra monarchia e Repubblica, si votò per eleggere l’assemblea costituente. Quegli uomini erano i migliori e fecero una cosa che fino agli anni Trenta era impensabile, crearono lo stato sociale democratico costituzionale in cui tutti possono partecipare e vivere da uomini liberi, in cui c’è solidarietà e benessere. Le parole di Calamandrei furono “per debellare il dolore e produrre la minore quantità di infelicità possibile”».

 

BENIGNI FOBENIGNI FO

Benigni aveva iniziato la serata col sorriso: «Buonasera a tutte le italiane e a tutti gli italiani, sembro il presidente della Repubblica, anche perché è la festa della Repubblica, niente di più bello della solennità e del divertimento quando sono uniti». Un cenno agli ascolti del 2012: «Quasi 13 milioni di persone: Perché la Costituzione è meravigliosa. Come mai un uomo solo che parla a tutto questo pubblico? Perché non ero solo e non sono solo: ci sono dodici ospiti d’onore memorabili, i dodici principi, che sono come dodici cantanti di jazz, dodici grandi attori, dodici poeti».

 

MATTEO RENZI CONFERISCE LA CITTADINANZA ONORARIA DI FIRENZE A ROBERTO BENIGNI MATTEO RENZI CONFERISCE LA CITTADINANZA ONORARIA DI FIRENZE A ROBERTO BENIGNI

Chiude con una dichiarazione d’amore per il paese: «Come disse Salvatorelli quando l’Italia uscì dalle macerie: guardate che si batte perché è viva, siamo uno degli stati più giovani d’Europa. Per questo abbiamo turbolenze, siamo la nazione del miracolo permanente non ci ferma nessuno e siamo destinati a un luminoso avvenire. Siamo passati sopra la resurrezione, il Risorgimento, il boom economico». Un Benigni così ottimista non si era mai visto.

 

 

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