benny benassi

"IO IN CONSOLLE A 82 ANNI COME MORODER? SE RESTERÒ CONNESSO CON I GIOVANI CONTINUERÒ, MA NON MI CI VEDO A FARE I PARTY REVIVAL" - BENNY BENASSI CELEBRA I 20 ANNI DELLA SUA HIT GLOBALE "SATISFACTION": "ERO UN DJ CHE VIVEVA A REGGIO EMILIA E CERCAVA DI SUONARE NEI CLUB DELLA ZONA. LAVORAVO CON MIO CUGINO. QUEL BRANO È ANCHE SUO" - VIDEO

Chiara Maffioletti per il “Corriere della Sera”

 

BENNY BENASSI

Quando sale in consolle si formano le folle. In vent' anni Benny Benassi ha fatto ballare milioni di persone e sulla mensola del suo studio c'è il Grammy che ha vinto, uno dei tredici italiani riusciti nell'impresa.

 

Superstar della dance ma della porta accanto, Benassi ai jet privati preferisce il suo van.

Una carriera fuori dal comune, esplosa nel 2002 con un singolo, Satisfaction , ora celebrato da un altro super dj come David Guetta, che ne ha fatto una cover (esce oggi). «Ne sono felicissimo, per tanti motivi», racconta Benassi.

 

Ce ne dica alcuni.

«La Francia è stato il primo Paese a credere in me, lanciando questo brano che è poi esploso nel mondo. Guetta era già tra i miei riferimenti».

 

BENNY BENASSI

A quanto pare anche lei è adesso tra i suoi.

«Ci conosciamo da anni, siamo diventati amici. A Marzo eravamo in consolle a Miami: commentando i suoi remix gli ho detto ridendo che ora toccava a Satisfaction ... un mese e mezzo dopo mi ha mandato la cover... mi è sembrata una bomba. Mi sono sentito come Iggy Pop quando è stato chiamato da David Bowie», scherza.

 

Se riavvolgiamo il nastro di vent' anni, come era?

BENNY BENASSI

«Ero un dj che viveva a Reggio Emilia e cercava di suonare nei club della zona. Lavoravo con mio cugino e così è stato fino a tre anni fa, quando si è preso una pausa. Quel brano è anche suo. Avevo tanta voglia di uscire dall'Italia e nel 2002 è successo: dopo la Francia è arrivata l'Inghilterra e poi il boom con gli Stati Uniti».

 

Ha suonato diverse volte al Coachella.

«Ho visto crescere nel tempo il palco dell'elettronica. Lì ho suonato con John Legend il nostro brano, che ricordi».

BENNY BENASSI

 

Le hanno dedicato un documentario, «Equilibrio».

«Dovrebbe essere distribuito presto. Racconta la mia storia ma anche quella della dance degli ultimi vent' anni, con i dj diventati superstar».

 

Tra questi c'è anche lei.

«Lavoro per mantenere il mio di equilibrio, non vorrei cambiare troppo. Mi piace stare a Los Angeles o a New York, mi carico, ma amo che siano periodi definiti: a Reggio Emilia sto bene. In realtà vivo poco fuori, in un paesino sulle colline. Mi conoscono tutti e alle signore che non sanno la storia ha pensato mia mamma a raccontarla».

 

BENNY BENASSI

Una normalità che sembra l'altro lato di una medaglia fatta di notti ad alto volume.

«Ho detto tanti no solo per stare in vacanza con la mia famiglia. Giro col mio van bianco e azzurro, è come se fosse la mia macchina. Andiamo in viaggio, a volte dormendo all'aperto. Ho riscoperto la bellezza dei picnic. A settembre andremo in Bretagna».

 

Un van? Niente jet privati?

«No, mi fanno paura».

 

La sua filosofia ricorda quella di un altro divo della dance come Moroder.

«Ho preso casa per l'inverno a Ortisei, spero di rivederlo: è una fonte di ispirazione».

 

Di recente Moroder, 82 anni, è tornato in consolle. Lei pensa ci starà alla sua età?

benny benassi

«Non lo so. Conta se hai ancora qualcosa da dire. Lavoro con un team di ventenni: il loro punto di vista è importante. Se resterò connesso con loro continuerò, ma non mi ci vedo a fare i party revival».

 

Rispetto agli altri musicisti, i dj paiono condannati a restare giovani. Perché?

«Un cantautore cresce con il suo pubblico e se è bravo ne conquista i figli. La dance non si consuma ai concerti ma in discoteca. La figlia della mia compagna ha 24 anni e, se non sono lì per suonare, mi guarda male se mi vede a 55 anni in discoteca... io stesso non ci vado più, tranne che per ascoltare qualcuno. Credo sia la grande differenza».

 

C'è qualche artista che le piacerebbe conoscere?

BENNY BENASSI

«David Eric Grohl per chiedergli dei Nirvana. A New York incontravo sempre Patty Smith e mi sono presentato come suo fan: è gentilissima. Andavamo nello stesso ristorante vegano».

 

È anche vegano?

«Non mangio la carne. Mi piace fare la mia parte per il Pianeta, gli allevamenti intensivi sono un problema».

 

Prossimi progetti?

«Vado tutti i giorni in studio ma il mio progetto più imminente resta il viaggio col van in Bretagna».

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