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BISI E RISI - NATO ARTIFICIERE CON POTERE OPERAIO, FINISCE POMPIERE. TRA 'CERCHIOBOTTISMO E MIELISMO': LA RETE PERSONALE E TRASVERSALE DI MIELI CHE SPAZIA DALLA POLITICA ALLA CULTURA AI MEDIA. CON I SUOI LIBRI OGGI VUOLE FARSI DIMENTICARE COME DIRETTORE DEL ‘’CORRIERE’’ E DE ‘’LA STAMPA’’ IN CUI RACCONTAVA PRESUNTE VERITÀ
Luigi Bisignani per Il Tempo
Nessuno più di Paolo Mieli incarna il vecchio adagio di Pitigrilli, al secolo Dino Segre, secondo cui si nasce incendiari (ai tempi di Potere Operaio) e si finisce pompieri, nella scia dei suoi due più grandi maestri, Rosario Romeo e Renzo De Felice.
Nel suo ultimo saggio ‘In guerra con il passato’ - Le falsificazioni della storia (Rizzoli pagg 280, euro 20) Mieli ci presenta il passato con la lucidità dello storico e la freschezza del giornalista, concludendo forse una sorta di trilogia che lo aveva fatto già molto apprezzare per i due lavori precedenti di uguale intensità: 'L’arma della memoria’ e ‘I conti con la storia’.
Lo storico Mieli è forse la più limpida risposta al Mieli grande direttore de 'La Stampa' e per due volte del 'Corriere della Sera'. Se il cronista racconta delle 'presunte-verità', lo storico ammette che il modo in cui vengono raccontati i fatti spesso muta la ‘Storia’ e ciò che davvero conta è cercare la realtà degli accadimenti. Da giornalista, per il suo approccio sempre spiazzante è stato tacciato a volte di 'cerchiobottismo' o 'mielismo'.
Non ha avuto forse in passato la lungimiranza di scorgere la china strumentale di alcune prese di posizione ma trova ora, nella maturità, il modo per riscattarsi e soprattutto per farci ragionare senza steccati ideologici, politici e religiosi. Nel suo ultimo fortunato e godibilissimo lavoro lo storico Mieli spazia in capitoli brevi ed accattivanti da Robespierre a Garibaldi per passare a Rasputin e al Kaiser Guglielmo Secondo fino ad Albert Einstein e Sigmund Freud. Non mancano inoltre osservazioni profonde sul paganesimo antisemita e l’antagonismo su quella che era una prima lontana bozza di Europa già nel 1871.
Nelle pagine del saggio riconosciamo soprattutto la stoffa di un personaggio di raro spessore, Paolo Mieli appunto, che molto prima che si parlasse della ‘Rete’ ha costruito la ‘sua rete’ personale e trasversale, diventando anzitempo quello che solo oggi si definisce un 'influencer' che spazia dalla politica all'economia ai media, al mondo della cultura. Ed è proprio l'aver dimestichezza con tanti mondi che fa di Mieli uno storico acuto, con i suoi saggi ci permette di capire il passato per poter vivere meglio il presente. Ed anche il futuro.