
CHE VOLGARITE’ - BORCHIE, CATENE, CALZE A RETE E OMBRELLI PIEGHEVOLI: IL VOLGARE È COSI' BELLO CHE LA MODA NE VA PAZZA - ANCHE LE POLEMICHE SONO UN ACCESSORIO IMPRESCINDIBILE - E UNA MOSTRA A LONDRA RACCONTA IL CATTIVO GUSTO
Gianluca Lo Vetro per “La Stampa”
Guardate i piedi in giro e magari anche i vostri: il trionfo dei calzini non è la massificazione della volgarità? Occhio però: originariamente questo termine «da volgo, popolo» significava «rozzo, senza pensiero», addirittura «triviale e osceno». Oggi va riletto in termini meno negativi. Perché le grandi firme tendono a prendere ispirazione dal basso, salvo nobilitarlo in prodotto alto. L' arte stessa è giunta al water d' oro di Maurizio Cattelan.
Il fenomeno è esploso nel villaggio globale per conquistare mercati sempre più vasti ma risale al Rinascimento. Lo illustra l' esposizione «The Vulgar Fashion Redefined» alla Barbican Art Gallery di Londra (che si è inaugurata due giorni fa e chiuderà i battenti il 5 Febbraio 2017) a cura di Judith Clark e Adam Philips, mostrando come lo stile si sia rinnovato proprio con la volgarità che acquista così, una valenza positiva. Il dibattito è più che mai acceso.
L' elogio allo strafalcione Le ultime sfilate di Milano Moda Donna hanno intessuto un elogio ad abbinamenti imprevedibili e soluzioni a tratti scioccanti, «per creare nuove forme - recita un spot automobilistico - bisogna uscire dagli schemi già tracciati». E in un mondo bombardato di notizie che si bruciano in tempo reale, c' è continuamente bisogno di novità, sempre più stupefacenti.
Come orientarsi in questa rivoluzione continua, distinguendo tra colpi di scena da passerella per fare notizia e proposte reali? Scivolare sul crinale tra eleganza e trasgressione è un lampo.
Allora, facciamo il punto, tenendo presente un' avvertenza generale e fondamentale: anche la cosa più volgare per non risultare tale, deve essere di assoluta qualità intrinseca. Vedi i gioielli sessuali di Vivienne Westwood.
Abbondantemente sdoganate, per esempio, sono le borchie che in origine appartenevano all' armamentario rock, punk e porno. Oggi sono un classico degli accessori di Valentino. Un po' come le catene per Chanel. Che ai tempi di Coco erano una bella frustata al conformismo.
Semi sdoganati: i calzini
Le nonne che hanno vissuto guerra e dopo guerra li detestano perché ricordano tempi bui. Ma i calzini sono per le It girl, come Delfina Delettrez Fendi, un «segno della modernità». Non a caso l' avanguardista Miuccia Prada li indossa spesso in passerella.
«L' importante - sorride l' industriale Massimiliano Bresciani - è che siano sempre di massima qualità».
Quelli dell' artigiano in seta hanno addirittura punte e talloni di cachemire. «Un tempo erano tipici di chi non si potevano permettere le calze di seta lunghe: da qui il modo di dire "mezza calza". Oggi sono i più gettonati».
Attenzione alla rete Ricompaiono le reti delle calze che pensavamo archiviate con Lili Marlene. Beyoncè, nel look di Scognamiglio per il suo Formation World Tour, le sfoggia con le maglie più larghe, ora molto cool. Se non si deve fare spettacolo, meglio evitare. Per contro, un collant a rete discreta può rendere grintoso il lungo paltò di cammello modello Max Mara. Così, come un body a rete con le maniche lunghe, sotto un tubino scollato può trasformarsi da provocatorio underwear, in elegante censore delle scollature. Vieppiù per le signore la cui età non più fresca, è rivelata proprio dalle braccia.
Il finto sfregio Per l' inverno lo stilista di Gucci, Alessandro Michele, ha stampato sugli accessori personalizzati e sulla seta degli abiti, i graffiti dell' artista canadese Trevor Andrew, detto GucciGhost e specializzato in vistosissimi falsi delle 2G. Un misto tra logomania burina da rapper e vistosa patacca. Solo con un' opportuna esegesi si scopre che questa iconografia è un' avanguardia che irride i grandi marchi. Morale: i nuovi Gucci nascono da grossolane, quanto artistiche, imitazioni dalle griffe. Una sorta di sfregio voluto al brand, ma d' autore.
Beccati 'sta pastiglia L' incontenibile Jeremy Scott ha superato se stesso. Lo stilista di Moschino ha dedicato tutta la sua capsule collection in vendita su internet (www.moschino.com) alle «pillole»: termine che in inglese si traduce con «drugs», con tutte le allusioni che possono derivarne. Se la borsa è diventata un blister, l' ombrello pieghevole si presenta come una capsula. L' idea non ha divertito proprio tutti. C' è stata addirittura una raccolta di firme online sul sito change.org.
Ma anche le polemiche sono un accessorio imprescindibile della volgarità nella moda.
Già Leonardo Da Vinci si scagliò contro la diffusione delle zarabulle: gli slip maschili ai suoi tempi concessi solo ai fornai.
THE VULGAR FASHION REDEFINED
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