aldo busi

NELL’ALDO DEI CIELI - UN BRANO DEL NUOVO LIBRO DI ALDO BUSI, “LE CONSAPEVOLEZZE ULTIME” - “CIÒ CHE DEGLI UOMINI CHE NON PARLANO MI PIACEVA DI PIÙ ERA CIÒ CHE NON MI QUADRAVA - SUSCITAVANO IL LINGUAGGIO AL QUALE AVEVANO RINUNCIATO, GLIELO PRESTAVO SENZA DIRGLIELO, LA PIETÀ MI FACEVA FORMICOLARE I TESTICOLI, AVREI VOLUTO DARGLI UN PO' DELLA MIA LINGUA RIDONDANTE CACCIANDOGLIELA IN GOLA”

Brano tratto dal libro “Le consapevolezze ultime” di Aldo Busi (Einaudi- Stile Libero) pubblicato da “la Repubblica”

 

ALDO BUSI - LE CONSAPEVOLEZZE ULTIME

Una delle ultime consapevolezze di cui ho fatto bottino, per magro che sia, è che da ragazzo ero affascinato dagli uomini che non parlano perché avevano tutti la pelle cerulea e luminescente e lo sguardo intenso di chi vuole far capire qualcosa senza dire cosa illudendoti, e secondo me illudendosi, che loro lo sapevano, cosa.

 

ALDO BUSI

A meno che dei taciturni non abbia preso in considerazione solo quelli belli e ben piantati che mi sarebbero piaciuti anche da loquaci, alti, ma meno di me, e un po' ieratici, per non dire imbambolati tanto era il distacco, l'apatia, forse, parchi anche nel gesticolare, gli occhi acquosi e la fronte liscia, qualcosa non andava in quel mutismo tanto connaturato a un carattere da non lasciare traccia di rughe sulla fronte, mi intrigava il mistero del loro essere presenti a fare numero tra le sedie di un dibattito o a giocare una partita a ramino al bar, sempre che non preferissero guardare giocare gli altri, per restarsene di fatto assenti al momento e senza commenti nemmeno dopo - loro, io nemmeno a labbra cucite col filo spinato - o a un' occasione di gruppo quale la cena che sto per raccontare (con tutte le precipitose fughe in bagno perché alla mia età la vescica, come la capacità di sopportazione, ormai è quel che è, e anche questa rientra nelle mie consapevolezze ultime che prima, quando lo stimolo alla minzione era normale come la pazienza di cui ero capace pur nell' irruenza dell' età, non avevo, non solo perché non ne avevo bisogno ma perché non volevo rassegnarmi a metterle talmente in conto da anticiparle anticipando le cose che le suscitano; parafrasando un famoso santo dalla gioventù lussuriosa, non avevo niente contro la temperanza, la prudenza, la continenza, la sobrietà, la riservatezza, l' equilibrio, la discrezione e la morte stessa, ma non subito).

 

Aldo Busi

Ciò che degli uomini che non parlano mi piaceva di più era ciò che non mi quadrava, potevo stare ore a metterli a fuoco senza farmi scoprire, restavano sbiaditi, mimetizzati, sordi in se stessi. E mi risuonavano dentro così tanto!

 

Suscitavano il linguaggio al quale avevano rinunciato, glielo prestavo senza dirglielo, la pietà mi faceva formicolare i testicoli, avrei voluto toccarli per sanarli, dargli un po' della mia lingua ridondante cacciandogliela in gola.

 

aldo busi zucca 2 montichiari lacuinphotowien

Io sono nato cacciatore a colpo sicuro in canna con licenza di caccia nel mio stesso Dna di esploratore oltre ogni confine dato e senza esche da bracconiere che si bea di bestiole prese per fame o per innocenza o per terrore, preda sessuale poco e niente, io, ma lì era come andare a caccia senza sapere qual era l' humus dove si annidava la preda, di che si nutriva e, innanzitutto, che faccia aveva e a quale specie apparteneva. Poteva mai esistere una specie che scappa sempre, che corre sempre, che non si ferma mai, che è là quando è qua? Che pensa qualsiasi cosa pensi e non lo dica mai, mai e poi mai? Una chimera fattasi uomo?

 

aldo busi bamsphoto 9

A volte, mosso più da un morboso doppio fine che non da semplice pietà, per tentare di tirare dentro gli uomini che non parlano gli facevo una domanda cauta, del tutto obliqua e di non impegnativa risposta tipo « Oggi scatta l' ora legale? » o « Ti hanno fatto la derattizzazione quelli del Comune? » , alla quale reagivano mettendo in fila un paio di parole di circostanza che perfezionava l' assoluto silenzio in cui riprecipitavano, e ero subito rimesso al mio posto di diavoletto chiamato a polverizzare i troppi angeli che passavano sulla compagnia.

 

aldo busi bamsphoto 8

Col tempo le domande, chissà perché, presero a essere tutte indirizzate a me, sicché parlavo e parlavo dietro pressione da incanalamento a foce sbarrata perché non ero proprio un chiacchierone di mio, tracimavo di parole ma mi sarebbe tanto piaciuto ascoltare qualcuno e in particolar modo quello che non aveva ancora aperto bocca se non per portarvi l' orlo di un calice o i rebbi di una forchetta.

 

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Lo ammiravo così tanto per le ipotesi romantiche che scatenava nella mia testa quel suo non dire niente su niente e nessuno, per me impossibile, che mi trovavo innamorato da colpo di fulmine, e è normale, perché si ama come si odia qualcuno solo per l' ignoranza che se ne ha e l' amato di fronte, come il nemico ideologico a distanza, non c' entra niente coi sentimenti che ti suscita, è il bersaglio accidentale e involontario - e poi semmai consapevole dietro forzatura - della scarsa intelligenza, la nostra, che l' ha preso di mira; adesso che ci penso, scovo un' associazione d' ideale amoroso di gioventù: perché mi ero innamorato perdutamente di Giacomino?

 

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Perché non solo fendeva l' aria senza guardare in faccia nessuno, ma attraversava la strada incolume senza guardare né a destra né a sinistra. Eppure qualcuno lo salutava lo stesso ma non me o non volentieri: come faceva a salutare qualcuno che non aveva visto?

 

aldo busi bamsphoto 5

Dopo essermi innamorato dell' uomo che non guardava nemmeno me, è stato logico che mi innamorassi degli uomini che non parlano, fosse mai esistita una donna né che si guarda intorno per vedere se è guardata né che riesce a stare zitta quando le converrebbe convenire che non la si può ascoltare oltre, mi sarei innamorato di lei o almeno sarei stato disposto dalla tanta ammirazione a fingere bene di esserne innamorato. Il che poi in pratica è la stessa cosa, uno dei due deve sempre mentire un po' affinché l' altro sia sincero oltre il lecito nei suoi sentimenti: se non è vero amore questo!

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