IMPEPATA DI CROZZA PER GUBITOSI - DOPO L’ASSALTO DI BRUNETTA SUI COMPENSI RAI, IL DG È COSTRETTO A BLOCCARE L’ACCORDO CON CASCHETTO E CROZZA

Leandro Palestini per "La Repubblica"

Maurizio Crozza fa dietrofront: niente risate su Rai1, salta l'attesissimo show del 2014, il suo contratto milionario è stato stracciato. È il primo effetto della polemica innescata da Renato Brunetta sui compensi elargiti dal servizio pubblico, un tema su cui il dg Rai Luigi Gubitosi è molto sensibile: l'azienda chiuderà l'anno con duecento milioni di deficit.
La Rai accredita la versione della «separazione consensuale», fonti vicine alla direzione tendono a ridimensionare l'incidente.

«La Rai e l'agenzia di Crozza, libere comunque di decidere in qualunque senso, dopo alcuni incontri hanno consensualmente convenuto di non dover procedere oltre. Le cifre apparse in questi giorni sono comunque destituite di fondamento».

Ma c'è chi giura che Crozza sia di umore nero e ai piani alti di Viale Mazzini siano sull'orlo di una crisi di nervi. C'è chi pensa che la campagna orchestrata da Brunetta e dai giornali vicini al Pdl ( Libero e Il Giornale) non sia casuale ma tesa a colpire l'azienda.

Di sicuro tutto avviene all'indomani della lite del capogruppo del Pdl alla Camera che, a Che tempo che fa, ha attaccato Fabio Fazio sul suo presunto «contratto da cinque milioni di euro». E non a caso ieri la trattativa tra il manager di Crozza (Beppe Caschetto)
e il direttore della rete ammiraglia (Giancarlo Leone) si è bruscamente arenata. Sui costi dello show di Crozza erano circolate cifre da capogiro: 20-25 milioni di euro spalmati su tre anni (una cinquantina di puntate), quasi 5 milioni di ingaggio per il comico genovese, che avrebbe così lasciato La 7.

Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in Vigilanza, esprime i timori del centrosinistra: «Brunetta e altri esponenti del centrodestra invece di portare in Vigilanza le loro idee, sollevano polemiche che sembrano rivolte più ad indebolire l'azienda, la sua capacità di competere, di raccogliere pubblicità e di creare programmazione di qualità anzichè migliorare e rafforzare il servizio pubblico. Questo è il vero valzer dell'ipocrisia».

Ma Brunetta non è tipo da mollare l'osso, via Twitter chiede se sia «vero che Fabio Fazio guadagnerà 5,4 milioni in 3 anni, per 3 ore e mezzo di trasmissione alla settimana, per 8 mesi l'anno». Punta il dito verso il dg Gubitosi: «Nel compenso di Fazio è incluso o no Sanremo? E per la Littizzetto si parla di ventimila euro a puntata. Gubitosi risponda!».

In un'interrogazione al presidente della Vigilanza, Roberto Fico, chiede se è vero che «Fazio avrebbe imposto un rinnovo anticipato del contratto garantendosi una vera e propria blindatura e subordinando ad esso la conduzione di Sanremo».

Fazio è irritato, ma non cede alla rissa: «Ho già detto tutto in trasmissione». Sui compensi di Fazio, Littizzetto e Benigni, il Codacons e l'associazione utenti radiotelevisivi hanno presentato un esposto alla Corte dei Conti contro la Rai, e pure un'istanza di accesso all'Agenzia delle entrate per avere copia delle denunce dei redditi, «che sono pubbliche», dei tre personaggi tv. Si unisce al coro Luca Borgomeo, presidente dei telespettatori cattolici (Aiart): «Apprezziamo Crozza, ma chiediamo che anche per lui, come per tanti altri, sia necessario calmierare i compensi. Ancor di più in un momento di crisi».

 

SANREMO MAURIZIO CROZZA CONTESTATO SANREMO MAURIZIO CROZZA CONTESTATO Intervento di Luigi Gubitosi LITE FAZIO BRUNETTA LITE FAZIO BRUNETTA

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…