IL “BUSILLIS” DELLO STREGA – TUTTI GLI SCRIBACCHINI UNITI CONTRO L’ALDISSIMO (“CASA BELLONCI? NON SO DOVE SIA”)
Raffaella De Santis per "la Repubblica"
«Casa Bellonci... Non so nemmeno dove si trova superato il raccordo anulare». Aldo Busi ironizzava così solo pochi giorni fa sul Premio Strega e ora va avanti a modo suo, trasformando in una sfida kamikaze la possibilità di non rientrare tra i cinque finalisti che verranno designati domani sera nella sede romana dove il premio è nato 67 anni fa.
Mancano poche ore al verdetto e le quotazioni de El especialista de Barcelona,
pubblicato dopo varie peripezie da Dalai, precipitano in caduta libera. Improbabile dunque che l'autore scelga di presentarsi allo spoglio elettorale dei 400 Amici della Domenica, guidato da Alessandro Piperno insieme al presidente della Fondazione Bellonci, Tullio De Mauro, e trasmesso quest'anno in diretta streaming da NTR 24 sul sito
www.premiostrega.it.
Busi ci ha messo del suo. Il suo atteggiamento, le polemiche, le critiche esplicite a Walter Siti (Resistere non serve a niente, Rizzoli), non lo hanno aiutato ad accattivarsi le simpatie dei giurati. Ma pesa sulla corsa a ostacoli anche la posizione dell'editore Dalai, storicamente non molto forte tra gli Amici e ora nel mezzo di una crisi che non favorisce le strategie di gara.
La nuova società si chiamerà , come in passato, Baldini & Castoldi e l'amministratore delegato sarà Michele, il figlio di Alessandro Dalai. Lo scorso anno le cose non erano andate bene per l'editore milanese: Davide Enia, autore di Così in terra, non ce l'aveva fatta ad arrivare al Ninfeo, raggranellando solo 25 preferenze. E nel 2011 Nel mare ci sono i coccodrilli, il bestseller di Fabio Geda, era stato il primo escluso dalla cinquina. L'ultimo piazzamento tra i primi cinque, Il visionario di Franco Matteucci, risale al 2003.
Nonostante l'assenza di Mondadori ed Einaudi, l'edizione si è annunciata calda fin dall'inizio. Da Busi ci si aspettava qualche irriverenza. Abbiamo avuto di più. Una "Busi Story", dalla decisione di non andare a Benevento per la presentazione dei dodici candidati alle critiche senza sconti al libro di Siti, accuse alle quali l'interessato ha preferito non rispondere. E in un'intervista a Repubblica ha chiosato sarcastico: «à chiaro che il trionfo per me sarebbe non entrare neanche in cinquina. Sarebbe il massimo, ma non si può avere tutto».
Le ultime ore per gli uffici stampa delle case editrici sono quelle delle telefonate e della campagna elettorale per convincere gli Amici. Impossibile sottrarsi al toto cinquina: Alessandro Perissinotto, Le colpe dei padri, potrebbe essere il primo dei finalisti, garantito dal marchio Piemme, della scuderia di Segrate, al quale la Società Dante Alighieri ha garantito l'appoggio. Non è detto infatti che Siti riesca a conquistare in questo giro il podio, dato che molti voti Rcs potrebbero andare a Gaetano Cappelli, autore Marsilio, dunque stesso gruppo (Romanzo irresistibile della mia vita).
Il gioco di squadra per far andare Cappelli in cinquina è, però, a forte rischio: è difficile infatti prevedere i 60 voti dei lettori forti scelti dalle librerie indipendenti (che vanno ad aggiungersi a quelli dei giurati) e Siti potrebbe essere eccessivamente penalizzato da questa strategia.
Al tavolo dei finalisti ci sarà con molte probabilità Romana Petri con Figli dello stesso padre, candidata Longanesi, gruppo Gems (l'anno scorso a un passo dalla vittoria con Emanuele Trevi), in compagnia di Paolo Di Paolo autore di Mandami tanta vita
(Feltrinelli, editore assente dal premio da due anni). La lotta è per il quinto posto: potrebbe farcela Simona Sparaco (Nessuno sa di noi), vista l'ottima campagna acquisti di Giunti e per il fatto che in passato l'autrice ha pubblicato con Newton Compton (altri voti...). Più dubbi sul fatto che la spunti un outsider: ci sperano a minimum fax per Paolo Cognetti,
Sofia si veste sempre di nero.
In ogni caso, la bocciatura di Busi trascinerebbe polemiche. Per il peso dell'autore e per il romanzo, presentato da Alessandro Barbero e Stefano Bartezzaghi. Nelle prime pagine dell'Especialista si legge: «L'affare l'ho fatto io, aver fallito il riconoscimento del mio valore da vivo è l'estremo brillio della mia sudatissima medaglia di vivissimo». Busi sa di brillare più da espulso che in campo. Forse rimanere fuori gli conviene?







