BYE BYE DOSAL NORIEGA - STRAPOTERE, CONTRATTI E ZERO SPONSOR: COSÌ L'AUDITORIUM CONGEDA L’AD SPAGNOLO – LA RAGGI VUOLE RIFORMARE LA FONDAZIONE 'MUSICA PER ROMA' DOPO AVER VISTO ALCUNE OPERAZIONI SOSPETTE COME LA STIPULA DI 2 CONTRATTI DI CONSULENZA DA 50 E 30MILA €, RINNOVATI PER PIÙ ANNI A DUE PICCOLE SOCIETÀ SPAGNOLE - L'AD GUADAGNA COME IL CAPO DELLO STATO: 230MILA EURO
Daniele Autieri per “la Repubblica - Edizione Roma”
L' Auditorium deve decidere cosa farà da grande. La scadenza dei termini previsti dal bando del Campidoglio per candidarsi al nuovo cda della Fondazione Musica per Roma, stringe i tempi di una riforma della governance che in tanti avvertono come urgente. E che nelle ultime settimane è divenuta obbligatoria anche per la sindaca Virginia Raggi, informata di alcune vicende che hanno coinvolto l' amministratore delegato uscente, José Ramon Dosal Noriega, imponendo un nuovo assetto gestionale che riduca lo strapotere dell' ad.
virginia raggi foto di bacco (3)
Il cambio di rotta, sostenuto dallo stesso cda della Fondazione, è stato sposato dal Campidoglio dove aver preso visione di alcune operazioni sospette. La più significativa riguarda la stipula di due contratti di consulenza da 50 e 30mila euro rinnovati per più anni a due piccole società spagnole, la Bataclàn Ideas Y Espectaculos, e la Abedul Comunicaciòn, entrambe con sede legale a Madrid.
jose ramon dosal noriega foto di bacco
Due contratti finalizzati al pagamento dei servizi di consulenza offerti dal cubano Roger Salas Pascual e dallo spagnolo David José Lòpez Alvarez. Prima della sua esperienza all' Auditorium, Dosal ha lavorato con David Lòpez come addetto alla produzione dei " Los Vivancos", un gruppo di sette ballerini di flamenco che partendo dalla Spagna sono arrivati a esibirsi in 30 paesi. Le due consulenze sono state segnalate dal consiglio di amministrazione della Fondazione, ma quello che soggiace al cambio di rotta che punta alla creazione di un nuovo cda dove le deleghe operative siano assegnate a un direttore generale, sono i risultati dell' Auditorium.
A guardare i numeri, l' Auditorium sembra una macchina progettata per avere successo: i bilanci sono sempre in pareggio o in attivo e la risposta del pubblico in aumento.
In realtà c' è da considerare che, dei 25 milioni di ricavi annuali, circa il 30% è sempre garantito dal contributo pubblico ( 7 milioni dal Campidoglio, 1,2 milioni dalla Regione, 500mila euro dalla Camera di Commercio). Non solo: negli ultimi anni il numero di eventi venduti all' estero è crollato passando dai 58 del 2013 a 11. Di contro, le sponsorizzazioni internazionali arrivate al Flaminio sono ancora pari a zero. In sostanza la macchina funziona da sola, ma nessuno ha impresso una vera accelerazione al business sfruttando al meglio le potenzialità della struttura.
E questo non dipende solo dall' amministratore delegato, ma dal sistema di governance che non prevede un' assemblea dei soci (l' organismo dove siedono gli azionisti deputato all' indirizzo generale e all' approvazione dei bilanci), ma solo l' esistenza di un consiglio di amministrazione al quale è delegato il compito di controllante e insieme di controllato. Ad oggi Dosal preferisce non commentare, e rilancia i risultati del 2018: 25,4 milioni di ricavi con 511mila spettatori e numero di eventi che cresce del 19%. Ma la realtà è che la riforma della governance, unita alla scelta di una guida operativa che magari non guadagni quanto il presidente della Repubblica (oggi lo stipendio dell' ad raggiunge i 230mila euro), restano i veri nodi che la sindaca Raggi è chiamata a sciogliere nei prossimi giorni.
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jose ramon dosal noriega foto di baccojose ramon dosal noriega con gabrielajose ramon dosal noriegajose ramon dosal noriegajose ramon dosal noriega e francesca viajose ramon dosal noriega con la mogliejose ramon dosal noriega e la moglie gabrielajose ramon dosal noriegajose ramon dosal noriega con la moglie gabriela