IL FALÒ DELLE LIBERTÀ - LA CALIFORNIA DA FRICCHETTONA A BACCHETTONA: NO FRISBEE, NO SURF, NO FUOCHI, NO RADIO

Antonio Carlucci per "l'Espresso"

Era l'estate del 1965. Nel ritornello di "California Girls", i Beach Boys ripetevano tre volte «mi auguro che le donne siano tutte come quelle della California» e sulle spiagge di Santa Monica, Huntington, Monterey, Santa Barbara e Laguna i ragazzi e le ragazze se la spassavano inseguendo sogni di libertà totale. Di giorno abbronzatura, giochi sulla sabbia o lunghe cavalcate sulle onde del Pacifico, di sera falò, amori, birra e molti spinelli. Qualcuno come Brian Wilson, il compositore dei Beach Boys e di "California Girls", faceva girare a mille il motore della sua creatività con abbondanti dosi di Lsd, l'acido dei voli senza aeroporto finale di destinazione.

Oggi, quasi 50 anni dopo, quei ragazzi e quelle ragazze sono diventati nonni, e da libertari e rivoluzionari si sono trasformati in conservatori bacchettoni spesso travestiti da ambientalisti senza se e senza ma e non vogliono più che sulle spiagge del Golden State i ragazzi e le ragazze di oggi si divertano come si divertivano loro. Così non c'è spiaggia californiana dove i cartelli dei divieti non raccontino un drastico cambiamento.

Le spiagge assomigliano sempre di più a una caserma: no al frisbee, no al pallone da football, no ai racchettoni, no al surf, no ai fuochi d'artificio neppure il 4 luglio, Independence Day. E poi ancora, no alle radio, no al fumo, no alle bibite in bottiglia, no ai cani, no al campeggio. «Manca poco e vedremo spuntare un cartello che dice a caratteri cubitali: vietato ridere», commenta sconsolata Jane Schmauss, una storica 68enne che oggi si occupa del California Surf Museum di Oceanside, cittadina a metà strada tra Los Angeles e San Diego.

L'ultimo in arrivo è il no ai falò che si accendono sulla spiaggia quando il sole si tuffa nell'oceano a occidente, ed è il collante di una socialità spensierata, oltre a essere il mezzo per riscaldare le membra intorpidite da ore sulla tavola da surf. L'idea del nuovo divieto ha una spiegazione tutta ambientalista: quei fuochi, sostengono gli esperti dell'Air Quality Management District, inquinano ogni volta che vengono accesi quanto un furgone diesel che percorre oltre 900 chilometri. E allora che si fa?

Si fanno sparire - ecco la proposta del nuovo no - le 850 postazioni in cemento di forma circolare che scandiscono le spiagge nel sud della California e sono state costruite nel corso dei decenni per individuare i posti fissi dei falò, evitando l'anarchia di chi vuole accenderlo dove gli pare. Il primo documento con la proposta ha innescato una discussione senza fine e una serie di reazioni a catena di favorevoli e contrari che ha invaso il dibattito politico arrivando sino al parlamento dello Stato della California dove Travis Allen, un deputato repubblicano eletto nel distretto di Huntington Beach, ha presentato una proposta di legge per proteggere «importanti tradizioni che fanno parte integrante della nostra cultura e della vita di spiaggia, come le postazioni per i fuochi».

Allen ha spiegato che solo per il suo distretto ci sarebbe un danno di un milione di dollari l'anno per mancati introiti dei parcheggi vicino alla spiaggia. E la mobilitazione innescata dalla sua proposta di legge ha subito partorito il sito savethebonfirerings, dove si raccolgono adesioni contro gli antifalò.

Gli esperti dell'Air Quality District si sono subito attestati sulla linea di difesa che dice «noi abbiamo il compito di mantenere l'aria pulita», ma il dibattito è lievitato allargandosi sull'intera fascia costiera del sud della California e assumendo in alcuni casi connotati da scontro di classe: sono in molti a sostenere che tutti i divieti, incluso la proposta di cancellare i falò, trovano largo sostegno nei proprietari delle case che lambiscono le spiagge e che appartengono alla fascia più ricca della società locale.

In altri casi, la retorica ha abbracciato i temi delle polemiche nazionali sulle intrusioni governative nella vita dei singoli. Una strada scelta dall'editorialista del "Washington Times" che, ricordando come il fuoco sia stato alla base dell'evoluzione della specie umana, ha concluso il suo scritto così: «L'attacco alle postazioni dei falò mette in discussione uno dei presupposti della nostra società. E tutto ciò accade ogni volta che il governo diventa così invadente da soffocare una delle più grandi conquiste dell'uomo».

La politica dei no a raffica ha cominciato a farsi largo alla fine del Ventesimo secolo sulla base di una considerazione logica: le spiagge sono di tutti, rappresentano una risorsa per l'intera comunità, dunque non ci devono essere singoli o gruppi che ne fanno un luogo da loro monopolizzato. Per cui ordinanze come quella sul dovere di mantenere puliti i luoghi, quella che proibisce l'uso di auto e moto sulla sabbia, quella che impedisce l'accesso durante le ore notturne (un importante aiuto nella prevenzione anti- crimine) sono state immediatamente comprese da tutti. Ma quando poi si è passati - è il caso delle spiagge di Los Angels County - a vietare la costruzione di castelli di sabbia o di scavare buche, è stata imboccata la strada del proibizionismo tout court.

Divieto chiama divieto. Ecco che sono arrivati quelli di giocare con il frisbee, di abbozzare delle mini partite di football sulla sabbia, pena un migliaio di dollari multa. Certo che in spiagge affollate il disco di plastica che svolazza o il lancio di una palla ovale con relativa rovinosa caduta per afferrarla può risultare fastidiosa ai bagnanti che vogliono stare tranquilli.

Ma la costa californiana è lunga centinaia di chilomentri, le spiagge sono larghe centinaia di metri, e allora basterebbe creare spazi appositi per consentire a tutti di godersi sole, mare, vento e sabbia. E i giochi che preferiscono. Invece, autorità comunali e di polizia si fanno prendere la mano e assumono spesso decisioni draconiane, e qualche volta ridicole, come quella di dire no ai castelli di sabbia che la marea si porta poi via durante la notte.

Il punto più alto dello scontro è stato registrato a metà dello scorso decennio quando il Senato della California approvò una legge che bandiva il fumo su tutte le spiagge dello Stato punendo i contravventori con 250 dollari di multa. Anche allora il dibattito fu acceso: come dire no a coloro che protestavano perché dalla sabbia spuntavano mozziconi di sigaretta e come ignorare le denunce di coloro che raccontavano di pesci trovati morti con in pancia i residui di una Marlboro o di un Avana?

Dall'altra c'erano i ragionevoli che sostenevano come fosse sufficiente limitare le aree per fumatori ad alcuni spazi e punire severamente chi non spegneva la sigaretta in appositi contenitori. La legge arrivò fino al tavolo dell'allora governatore Arnold Schwarzenegger, ambientalista convinto ma anche con la passione del sigaro e che si era fatto costruire una tenda fuori dall'ufficio per poter accendere il suo preferito senza violare la legge che proibisce il fumo nei locali pubblici. Schwarzenegger mise il veto alla legge rinforzando però i controlli.

Adesso è la volta dei falò e in mezzo ai due estremi - bando assoluto contro libertà di fuoco - sta crescendo un partito di centro che vuole trovare una soluzione mantenendo in vita una tradizione che è finita nei testi delle canzoni e nei film. Potrebbe essere quella di stabilire una distanza minima dalle case dei bracieri in cemento dove si può accendere il fuoco, un numero massimo di falò per ogni spiaggia e, soprattutto, il divieto dei combustibili più inquinanti per innescare e alimentare le fiamme. Chissà se vinceranno i mediatori.

 

Venice Beach jpegfalo in spiaggia in california falo in spiaggia in california santa monica beach spiaggia californiana Venice Beach CA

Ultimi Dagoreport

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...