MEJO CORONA DEL PRINCIPE HARRY! – “A PROPOSITO DI GIOVANI MASCHI SCAPESTRATI, TI CONFESSO CHE PREFERISCO UNA PRIMULA ROSSA COME IL NOSTRO FABRIZIO CORONA A UN CACCIATORE DI "INDIANI" (TALEBANI) COME IL PRINCIPE BRITANNICO HARRY, CHE SI É COMPORTATO COME UN JOHN WAYNE QUALSIASI NEL NUOVO FAR WEST (EAST) CREATO DALL'OCCIDENTE” - “HO UCCISO DELLE PERSONE, UN SACCO DI GENTE LO FA” - “I GIORNALI SONO SPAZZATURA, MIO PADRE MI DICE DI NON LEGGERLI”…
DAGO-MAIL
Dago darling, a proposito di giovani maschi scapestrati, ti confesso che preferisco una Primula Rossa come il nostro Fabrizio Corona a un cacciatore di "indiani" (talebani) come il principe britannico Harry, che si é comportato come un John Wayne qualsiasi nel nuovo Far West (East) creato dall'Occidente. E, sempre a proposito di guerre e sacralità della vita umana, non mi risulta che qualche Ong, organismo o associazione bene-fica si sia preoccupata delle donne, vecchi e bambini rimasti uccisi nei bombardamenti ordinati da Sa Grandeur Hollande in Mali (Africa Occidentale Francese 2.0).
Natalie Paav
1 - HARRY: "SÃ, HO UCCISO TALEBAN"
Claudio Gallo per "la Stampa"
«Ho ammazzato della gente laggiù, è normale, sono le cose che fa un soldato». Il principe Harry parla a briglia sciolta per la felicità dei media britannici, mentre si riposa in una base a Cipro dopo quattro mesi da elicotterista in Afghanistan.
Lo scandalo di Las Vegas, lo scorso agosto, quando è stato fotografato nudo in una suite da 5 mila dollari a notte, avvinghiato a una biondina senza veli alla fine di una partita a biliardo-spogliarello, è stata un punto di svolta. I mastini delle pubbliche relazioni reali hanno marcato 24 ore su 24 l'esuberante ragazzone di 28 anni, terzo in linea di successione alla corona. L'intervista del riposo del soldato è un classico dell'iconografia reale, in cui Harry si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa, attaccando i tabloid che tramano contro la sua privacy.
Le immagini che corredano i servizi sui giornali sono perfette, completamente irreali. Si vede il capitano Wales (così è chiamato sotto le armi) precipitarsi verso l'elicottero per una missione improvvisa, tshirt cachi e pantaloni mimetici, occhiali da deserto. La mano sinistra tiene la giubba appallottolata stretta sul petto (si evince che non abbia avuto il tempo d'infilarsela), la destra blocca la fondina della Glock 17 che non sballonzoli nella corsa. C'è un'intera galleria che sembra la pubblicità della Royal Army: con il mitra Sa80, con il monocolo puntatore, nel cockpit, sotto la pancia dell'elicottero Apache da quasi 50 milioni di euro. Tutte pose topiche: un po' J.I. Joe, un po' Top Gun.
Ha mai ucciso della gente? gli chiedono. «Yeah, un sacco di gente lo fa. Tutti nello squadrone hanno dovuto sparare. Ho tolto delle vite per salvare delle vite», spiega riecheggiando lontanamente le celebri parole di Rumsfeld per giustificare le torture. Harry aveva già provato a combattere in Afghanistan nel 2008, ma era trapelata la notizia del suo arrivo e persino il Pentagono aveva detto che la sua presenza era un pericolo per gli altri soldati.
Stavolta ce l'ha fatta e la nuova sicurezza (insieme all'abile regia mediatica) gli consente di ritornare polemicamente sugli agguati dei tabloid. Parlando di Las Vegas dice: «à stato un mio classico: troppo soldato e troppo poco principe, mi dispiace per la mia famiglia». Così confessa che Carlo gli ricorda spesso di ricordarsi chi è, anche se nell'esercito «dove tutti hanno la stessa divisa» non è facile. E poi lui preferisce seguire il suo motto: «Lavora sodo e poi goditela».
Secondo lui, la colpa della sua cattiva immagine è tutta dei giornali. D'altra parte suo padre gliel'aveva detto: «Non leggerli, sono soltanto spazzatura». «Ma come faccio - prosegue il capitano Wales - a non guardarli se parlano di me? Non voglio piangerci sopra, ma con i cellulari, Internet e Twitter, la privacy se n'è andata per sempre».
Harry racconta che tra una missione e l'altra la noia era in agguato, per fortuna c'erano i videogiochi dove in fondo si usa il joystick come sull'Apache. «Sono uno di quelli a cui piace giocare alla Play Station, a Xbox. Chiedete ai ragazzi come li ho stracciati a Fifa». Chissà se Harry ha mai avuto il dubbio che lo abbiano lasciato vincere apposta: forse il suo tormento nasce proprio da questa impossibilità di vedere le cose in trasparenza che hanno le persone normali.
2 - I PRIVILEGI DEL SECONDOGENITO CHE VIVE TUTTO COME UN GIOCO
Vittorio Sabadin per "la Stampa"
Buckingham Palace aveva deciso di mandare il principe Harry a combattere per quattro mesi in Afghanistan per fare dimenticare lo scandalo di Las Vegas e le foto che lo ritraevano nudo in compagnia di ragazze disinibite. La decisione del Palazzo di farlo incontrare con i giornalisti alla vigilia del suo congedo doveva sancire definitivamente la pace, e invece ha scatenato un'altra guerra.
Non essendo gravato dalle responsabilità del primogenito, Harry è in famiglia quello che può divertirsi di più e dire sempre quello che pensa. William e la moglie Catherine quando incontrano i giornalisti sono sempre misurati e diplomatici; Harry parla senza freni, come se si trovasse con gli amici al bar.
La regina Elisabetta ne ha viste tante durante il suo regno che niente più la stupisce, ma avrà perlomeno corrugato la fronte nel leggere quello che il nipote candidamente dichiarava. Ha cominciato con i giornalisti, che sono una sciagura e non dovrebbero occuparsi di cose che avvengono in abitazioni private, come la suite di Las Vegas. Il padre Charles, d'altra parte, gli raccomanda sempre di non leggere i giornali. Sparando dall'elicottero ha ucciso dei taleban e non c'è da stupirsi, perché è per quello che si va in Afghanistan.
à vero che non è mai stato bravo a scuola e che gli esami per lui sono un incubo, ma quello che sa fare meglio è pilotare l'elicottero e sparare. A muovere le dita in fretta e a reagire rapidamente ha imparato giocando alla playstation. à un peccato che anche William non possa sperimentare un po' di guerra. Fare il militare è bellissimo e il servizio viene prima di ogni cosa, anche dell'essere nipote della Regina e del dovere di rappresentarla.
Harry ha semplicemente detto la verità , senza rendersi conto di quanti guai stava combinando. I taleban, che conoscono i meccanismi della comunicazione meglio di lui, gli hanno dato del codardo per essersi espresso in questo modo solo mentre stava lasciando l'Afghanistan e non prima, e gli hanno ricordato che la guerra non è un videogioco. E poi, sparando dall'alto e da lontano, come fa ad essere sicuro di avere ucciso dei guerrieri e non dei civili?
Ora bisognerà rafforzare le misure di sicurezza intorno alla famiglia reale e alzare per un po' di tempo l'attenzione contro possibili attentati. Ma sono dettagli che a Harry non interessano. Quando gli hanno chiesto se preferisce essere Capitan Wales (così lo chiamavano in Afghanistan) o il Principe Harry, non ha avuto dubbi nel scegliere il primo ruolo, «anche se mio padre continua a ricordarmi cose come chi sono e roba del genere...». L'anonimato dell'uniforme è per lui più rassicurante dei doveri di palazzo, un peso del quale farebbe volentieri a meno visto che le sue possibilità di salire al trono sono praticamente nulle.
Bisogna dunque capirlo. Sparare ai nemici pilotando un super elicottero a 300 km orari è nell'immaginario di ogni ragazzo il miglior rito di passaggio verso l'età adulta, e se a Buckingham Palace tutti sono perplessi, nel resto del paese migliaia di giovani approveranno quello che ha detto e lo invidieranno un poco.
Capitan Wales, il cui nome sembra proprio quello di un eroe dei fumetti, gode ora delle 24 ore di decantazione che vengono concesse a ogni soldato inglese che lascia l'Afghanistan. Di solito si trascorrono su una spiaggia di Cipro, con la dotazione di quattro lattine di birra offerte dall'Esercito. Al ritorno a Londra ci sarà la solita lavata di capo in famiglia. Ma passerà anche questa, e ne valeva la pena.












