campo orto

ORA E SEMPRE TELERIGNANO - CAMPO-SANTO DELL’ORTO CONVOCA LA BERLINGUER PER CACCIARLA E AVERE UN TG3 RENZIZZATO - TRABALLA ANCHE LA POLTRONA DI MARCELLO MASI AL TG2 MA LA RAI NON HA NEANCHE PRESENTATO UN PIANO EDITORIALE - RAISPORT CONTRO ROMAGNOLI: IL DIRETTOEE TAGLIA I PROGRAMMI E STRAPAGA L’ESTERNO MARIO SCONCERTI

1 - LE GRANDI MANOVRE IN RAI PER AVERE TRE TGRENZI

Francesco Specchia per “Libero quotidiano”

CAMPO DALL ORTO MAGGIONICAMPO DALL ORTO MAGGIONI

 

E giunse l' ora dell'ordalia barbarica. Il giudizio di Dio, in Rai, è, da sempre, la nomina dei direttori dei tiggì, il ventre del vero potere. Ed è per questo che il direttore generale Antonio Campo Dall'Orto s'è incontrato ieri pomeriggio con Bianca Berlinguer, la cui immagine dell' imminente testa rotolante dalla scala del Tg3 fa impressione non solo alla «Ditta», alla minoranza Pd di riferimento dell' ormai ex direttrice.

 

direttori rai campo dall orto dallatana fabiano bignardi teodolidirettori rai campo dall orto dallatana fabiano bignardi teodoli

L'incontro della signora con ODG è stato -come si dice in questi casi- interlocutorio per «addivenire un' onorevole soluzione» della trombatura. Berlinguer verrà sostituita da Antonio Di Bella, attuale direttore di Rainews che probabilmente vedrà fuse nelle sue mani sia la direzione dell' all news sia quella del terzo tg Rai, in un' inaspettata realizzazione dell' originale piano del precedente dg Gubitosi.

 

Di Bella, riconosciuto professionista ha già fatto il direttore del Tg3 per 8 anni (2001-2009) e ha anche guidato per un breve periodo Rai3 (circa 6 mesi tra il 2009 e il 2010). Non è di primo pelo, diciamo. E fa un po' specie, infatti, che all' ex zarina vengano contestati i «sette anni di permanenza nello stesso posto»; assieme all' omesso controllo, dato che nel giorno ferale dello sgozzamento del prete in Francia il Tg3 delle 14 ha ignorato la chiusura del cantiere della Salerno-Reggio Calabria. Ma qua si cerca il pelo nell' uomo. Carlo Freccero, membro eversore del cda ha parlato di «Manovra stalinista contro la Berlinguer» e minacciato «gesti eclatanti» sulle nomine dei direttori (anche se ancora non si focalizza quali gesti...).

bianca berlinguerbianca berlinguer

 

Roberto Fico, M5S a capo della Commissione Vigilanza, accenna al «No ai blitz autoritari in vista del referendum». Per la mura dotate di orecchie di viale Mazzini il taglio della Berlinguer, fieramente antirenziana, «che avrebbe schierato il Tg della terza rete sul no al referendum costituzionale», sarebbe il primo gesto distensivo della direzione verso il governo.

 

Matteo non sa più parlare alla sinistra, Bianca ci parla anche troppo. Il secondo gesto «distensivo» sarebbe, poi, il siluramento di Marcello Masi, inappuntabile nella direzione del Tg2, ma che - poveraccio- si ritrova ad essere agnello sacrificale in forza di un' ignota ragion di Stato. Masi sarà sostituito presumibilmente da Ida Colucci, un tempo affine a Forza Italia ora, pare, spinta dai centristi.

 

Antonio Di Bella Antonio Di Bella

La conseguenza dell'ordalia delle nomine (tra l' altro, en passant, sono previste anche quelle di una ventina di dirigenti) sarebbero i malumori bipartisan dei membri del cda Rai. Uomini esausti, spaesati, sempre più trattati da ologrammi dinnanzi, parrebbe, ad atti già compiuti (anche se per le nomine ai Tg la direzione generale aspetterebbe il consenso formale della maggioranza del cda).

 

Eppoi c' è Roberto Fico, appunto. Ossia l' unico politico che abbia fatto notare che «al momento la Rai non ha ancora presentato pubblicamente alcun piano editoriale per l' informazione. Non è chiaro quindi come si possano fare le nomine alla guida dei notiziari in mancanza di un preciso progetto editoriale».

 

Per alcuni, come il cda Franco Siddi, le cartelline presentate dal direttore dell' informazione Carlo Verzelli sono polvere, soffioni nel vento dal punto di vista tecnico e giuridico. Ma, al di là degli equilibri di poteri, per l' occhio esterno, far partire l' ordalia, «il giudizio di Dio" sui tg, prima del giudizio degli uomini sul referendum; be', un po' stona...

 

2 - LO SPORT TAGLIA I PROGRAMMI E STRAPAGA IL GURU SCONCERTI

ROBERTO FICO E LE PIZZEROBERTO FICO E LE PIZZE

G.Dec. per “Libero quotidiano”

 

Tra sei giorni comincia l'Olimpiade. La Rai ha acquisito i diritti per la copertura globale dell'evento. Sono previste oltre 1000 ore di diretta. Un successo mediatico che non sembra però placare i malumori che da tempo si sono creati nella redazione di Rai Sport.

 

Il direttore Gabriele Romagnoli paga anche una certa diffidenza per essere un «esterno», una carriera prima nella Stampa e poi a Repubblica. I suoi primi passi però non hanno contribuito - trapela nei corridoi di Saxa Rubra - a rassenerare gli animi. E neanche l'oggettivo colpo di avere i Giochi di Rio in esclusiva sembra aver assopito certi malumori.

 

gabriele romagnoligabriele romagnoli

L'ultima indiscrezione, che vede l'arrivo da Sky di Mario Sconcerti, ha nuovamente creato subbuglio. L'Usigrai ammonisce l' azienda. Si critica l'arrivo di «un pensionato per pagarlo 200mila euro», denuncia il sindacato dei giornalisti Rai. Romagnoli è arrivato parlando di innovazione di contenuti e di programmi, ma la sua «contemporaneità» - dicono - «è quella di assumere ancora un esterno».

 

Sottovoce si fa presente che si continuano a penalizzare le tante forze interne, a discapito anche dei conti dell'azienda. Quello che preoccupa ancora di più è però il ridimensionamento che la testata sportiva continua a subire. L' elenco è presto fatto: l' abolizione di RaiSport2, con la scusa che ora trasmette gli stessi programmi di Rai Sport1. Dalla redazione fanno notare però che questa prima limitazione è arrivata proprio con l' arrivo del neo direttore.

mario sconcertimario sconcerti

 

Da settembre è prevista inoltre la riduzione di mezzora di 90' minuto e di 15 minuti del 90' minuto della serie B. Sarà cancellato il «Processo del Lunedì», compensato dall' arrivo di un altro programma sportivo a gennaio. Non bastano i restyling di Sabato Sprint e Dribbling. A preoccupare sono soprattutto le parole di Romagnoli, che, la settimana scorsa, in Vigilanza Rai, ha parlato di «immagine desueta di Rai Sport». Ma di desueto - si fa notare - per ora c' è solo l'antico vizio a Viale Mazzini di continuare a penalizzare le risorse Rai.

Ultimi Dagoreport

putin musk zelensky von der leyen donald trump netanyahu

DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA ESTERA POTREBBE CHIUDERE LE GUERRE IN UCRAINA E MEDIORIENTE (COSTRINGENDO PUTIN E ZELENSKY ALLA TRATTATIVA E RISPOLVERANDO GLI ACCORDI DI ABRAMO TRA NETANYAHU E IL SAUDITA BIN SALMAN) – I VERI GUAI PER TRUMPONE SARANNO QUELLI "DOMESTICI”: IL DEBITO PUBBLICO VOLA A 33MILA MILIARDI$, E IL TAGLIO DELLE TASSE NON AIUTERÀ A CONTENERLO. ANCORA: ELON MUSK, PRIMA O POI, SI RIVELERÀ UN INGOMBRANTE ALLEATO ALLA KETAMINA CHE CREA SOLO ROGNE. LA MAXI-SFORBICIATA AI DIPENDENTI PUBBLICI IMMAGINATA DAL “DOGE” POTREBBE ERODERE IL CONSENSO DEL TYCOON, GIÀ MESSO A RISCHIO DAL PIANO DI DEPORTAZIONE DEI MIGRANTI (GLI IMPRENDITORI VOGLIONO LAVORATORI A BASSO COSTO) – I GUAI PER L’EUROPA SUI DAZI: TRUMP TRATTERÀ CON I SINGOLI PAESI. A QUEL PUNTO GIORGIA MELONI CHE FA: TRATTA CON "THE DONALD" IN SEPARATA SEDE O RESTERÀ "FEDELE" ALL'UE?

simona agnes gianni letta giorgia meloni rai viale mazzini

DAGOREPORT – TOH! S’È APPANNATA L’EMINENZA AZZURRINA - IL VENTO DEL POTERE E' CAMBIATO PER GIANNI LETTA: L’EX RICHELIEU DI BERLUSCONI NON RIESCE A FAR OTTENERE A MALAGÒ IL QUARTO MANDATO AL CONI. MA SOPRATTUTO FINO AD ORA SONO FALLITI I SUOI VARI TENTATIVI DI FAR NOMINARE QUEL CARTONATO DI SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA DELLA RAI A SCOMBINARE I PIANI DI LETTA È STATO CONTE CHE SE NE FREGA DEL TG3. E L'INCIUCIO CON FRANCESCO BOCCIA L'HA STOPPATO ELLY SCHLEIN – PARALISI PER TELE-MELONI: O LA AGNES SI DIMETTE E SI TROVA UN NUOVO CANDIDATO O IL LEGHISTA MARANO, SGRADITO DA FDI, RESTA ALLA PRESIDENZA "FACENTE FUNZIONI"...

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT – AVANTI, MIEI PRODI: CHI SARÀ IL FEDERATORE DEL CENTRO? IL “MORTADELLA” SI STA DANDO UN GRAN DA FARE, MA GUARDANDOSI INTORNO NON VEDE STATISTI: NUTRE DUBBI SUL CARISMA DI GENTILONI, È SCETTICO SULL'APPEAL MEDIATICO DI RUFFINI, E ANCHE RUTELLI NON LO CONVINCE – NON SOLO: SECONDO IL PROF NON SERVE DAR VITA A UN NUOVO PARTITO MA, COME IL SUO ULIVO, OCCORRE FEDERARE LE VARIE ANIME A DESTRA DEL PD - NON BASTA: IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE CHE DOVRA' SFIDARE IL REGIME MELONI, SECONDO PRODI, NON DOVRÀ ESSERE IL SEGRETARIO DI UN PARTITO (SALUTAME ‘A ELLY)…

giorgia meloni romano prodi elon musk donald trump ursula von der leyen giovanbattista fazzolari

COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA PIAGA: “L’ESTABLISHMENT AMERICANO ADORA LA MELONI PERCHÉ OBBEDISCE” - OBBEDIENTE A CHI? AI VERI ‘’POTERI FORTI’’, QUEI FONDI INTERNAZIONALI, DA BLACKSTONE A KKR, CHE FINO A IERI LO STATALISMO DI MELONI-FAZZOLARI VEDEVA COME IL FUMO AGLI OCCHI, ED OGGI HANNO IN MANO RETE UNICA, AUTOSTRADE, BANCHE E GRAN PARTE DEL SISTEMA ITALIA - E QUANDO SI RITROVA L’INATTESO RITORNO AL POTERE DI TRUMP, ECCOLA SCODINZOLARE TRA LE BRACCIA DI ELON MUSK, PRONTA A SROTOLARE LA GUIDA ROSSA AI SATELLITI DI STARLINK - LA FORZA MEDIATICA DI “IO SO’ GIORGIA” VA OLTRE QUELLA DI BERLUSCONI. MA QUANDO I NODI ARRIVERANNO AL PETTINE, CHE FARÀ? DA CAMALEONTICA VOLTAGABBANA TRATTERÀ I DAZI CON TRUMP O RESTERÀ IN EUROPA? - MA C’È ANCHE UN ALTRO MOTIVO DI RODIMENTO VERSO PRODI…