LA CANNES DEI GIUSTI – IL FESTIVAL APRE CON "GRACE DI MONACO" CON NICOLE KIDMAN, UN POLPETTONE CAMP/TRASH INGESSATO, INERTE, FREDDO. ANCHE SE LO TAGLIANO NON LO MIGLIORERANNO MAI
Marco Giusti per Dagospia
Cannes. Primo giorno. Già piove. Non viene ormai neppure piu' Natalia Aspesi, anche se e' sbarcata Valeria Marini per la serata d'apertura. Eccolo questo "Grace di Monaco" di Olivier Dahan, con Nicole Kidman. Con i primi commenti a caldo. Ingessato, inerte, freddo. Anche se lo tagliano non lo miglioreranno mai.
Da parte mia ci metto che di solito mi addormentavo al quarto, quinto giorno del festival, stavolta sono crollato subito. Difficile fare un film senza storia, su un'attrice che rifiuta di fare il cinema, anzi i capolavori di Alfred Hitchcock e salva il matrimonio. Dino Risi, che Grace l'aveva conosciuta, ricordava che quello di non fare piu' il cinema, aver detto di no a Alfred Hitchcock per "Marnie", era stato il grande rimpianto della sua vita.
Qualcosa di vero, di sinceramente triste traspare anche dalla sottile interpretazione di Nicole Kidman, malgrado la messa in scena da spottone internazionale di Dahan, la presenza di un Tim Roth piuttosto imbolsito con un ruolo ingrato, il principe che toglie al mondo del cinema la sua star per buttarla nelle inutili cene della Croce Rossa e nell'ambiente dorato del jet set anni '60.
In fondo era solo una brava ragazza sempliciotta di Philadelphia che lo sguardo di Hitchcock aveva esaltato. Ma non basta la Kidman, l'abuso di musica d'opera, da Casta Diva a "Oh mio babbino caro", la presenza di grandi star come Frank Langella o Derek Jacoby o Paz Vega che fa Maria Callas (troppo bella!) a salvare il film dalla noia e in qualche caso dal ridicolo. Ho contato una grande risata collettiva a meta' proiezione e un ironico Bravo! a fine film nell'imbarazzo generale.
E basterebbero il Charles De Gaulle da brutta fiction di Andre' Penvern o l'Onassis di Robert Bruce Lindsay a lanciarlo al massacro. Insomma, Cannes apre con un polpettone camp che ci lascia solo la speranza che fra qualche anno (ma non credo...) fara' impazzire i discepoli dei dio trash, ma certo qualche segno negativo, Nicole Kidman a parte, lo lascera'. E non trovera' tante sponde per la sua salvezza critica.
Del resto, nell'anno della piena crisi del cinema francese, per incassi e produzione, non hanno avuto neanche un fenomeno Checco Zalone, era inevitabile che si aprisse Cannes nell'ultimo anno dell'era Gilles Jacob, ormai vecchissimo, con un polpettone che celebra contemporaneamente festival e Costa Azzurra, che ribadisce il distacco di Monaco dalla Francia
Pazienza se non piacera' troppo alla famiglia e se Harvey Weinstein ha da mesi dichiarato che lo tagliera' con le proprie mani. Anche se stamane, proprio in piena conferenza stampa, Olivier Dahan ha dichiarato di essere arrivato a un accordo con il potente Weinstein. Si tagliera', ma con l'approvazione del regista, sostenuto da Pierre-Ange Le Pogam, il produttore.
Harvey Weinstein del resto ha messo 5 milioni di dollari sull'acquisto dei diritti americani di un film da 35 milioni di dollari e pensa ancora di poterci vincere l'Oscar. Per questo aveva spinto Olivier Dahan a fare un film piu' commerciale e meno artistico. Che sia cosi' artistico, poi, e' da vedere.
Lo sceneggiatore Arash Amel, ha detto di essersi ispirato al personaggio di Lady Diana e che l'ispirazione gli e' venuta durante il matrimonio di William e Kate. Non e' il massimo. Comunque e' ovvio che Weinstein sia sceso a patti con Olivier Dahan. Deve aver capito che il film non ha comunque la forza di "La vie en rose", sempre diretto dal regista, e che i tagli non possono risolvere molto perche', ripeto, non c'e' una vera storia.
Per farsi perdonare Weinstein portera' a Cannes il vecchio Quentin Tarantino per la serata finale in onore di Sergio Leone e del suo "Per un pugno di dollari" uscito 50 anni fa. In versione restaurata dalla Cineteca di Bologna in digitale in 4K (non mi chiedete cosa sia...). Ma non lo avevano gia' restaurato a Venezia con una spesa di 200.000 euro e tutto un serio restauro del suono pochi anni fa? Mah.
Abbiamo capito che si restaurano sempre gli stessi film. Basta che convengano ai festival per portare ospiti illustri. Del resto neanche I film sono cosi' freschi e aspettiamo ancora le provocazioni teoriche da Jean-Luc Godard a 83 anni...
Scordavo. La battuta che ha fatto ridere tutti, mi ha detto Maria Rtosa Mancuso, e' quella di Grace a Ranieri quando lui le dice che stanno perdendo il Principato, annessi dalla Francia di De Gaulle, e lei risponde: "Prenderemo una casetta a Montpellier". Sì, e' un film che andra' recuperato.
NICOLE KIDMAN NEI PANNI DI GRACE KELLY DI MONACONICOLE KIDMAN SUL SETNICOLE KIDMAN E GRACE KELLYNICOLE KIDMAN SUL SETHARVEY WEINSTEIN