120 battiti al minuto

LA CANNES DEI GIUSTI - ECCO QUELLO CHE CI VOLEVA PER RISVEGLIARE IL PUBBLICO: ''120 BATTEMENTS PAR MINUTE'', UN BEL FILM SULL'AIDS E LE LOTTE MILITANTI CONTRO IL GOVERNO MITTERRAND - CAMPILLO E' BRAVISSIMO NEL RICOSTRUIRE LE DINAMICHE DELLA PICCOLA COMUNITA' CON I RAGAZZI CHE SI SENTONO IN GUERRA, MALATI E PRONTI A MORIRE. GLI ATTORI SONO BRAVISSIMI, AD ALMODOVAR NON POTRÀ NON PIACERE

 

 

Marco Giusti per Dagospia

 

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Cannes quarto giorno. ‎Mentre i militanti vegani sono tutti schierati con il fantasy animalista coreano Okja e ci prepariamo stasera al massacro dei critici Old style per Le Redoutable di Michel Hazanavicious, reo di voler mettere in commedia il divino Godard, ecco quello che ci voleva per risvegliare il pubblico del festival. 120 battements par minute diretto da Robin Campillo,il regista del non dimenticato Les Revenants, in concorso.

 

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Un bel film francese sull'Aids e sulle lotte del gruppo militante Act Up nei primi anni'90 contro il governo Mitterand e contro le industrie farmaceutiche colpevoli il primo di non fornire la comunicazione adeguate ai ragazzini sulla prevenzione del virus e le seconde di non condividere le scoperte fatte sulle cure e di speculare sulle malattie. Rispetto a altri celebri film sull'Aids, penso a Milk, Dallas Buyers Club, la chiave qui e' la protesta militante e organizzata come un gruppuscolo politico dei ragazzi di Act Up, con tanto di discussioni con tutti i loro complessi meccanismi che ora abbiamo perso.

 

Non solo. Il film punta sul fatto che l'eta' dei malati sieropositivi diventati militanti e' davvero bassa, sono dei ragazzetti che hanno contratto l'Aids anche a sedici anni (e grazie ai loro professori) e sono cresciuti con in testa la malattia, ma anche la crescita all'interno della festosa comunita' lesbo-gay e della comunita' politica.

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Campillo e' bravissimo nel ricostruire non tanto la storia del gruppo, quanto le dinamiche della piccola comunita' con i ragazzi che si sentono in guerra, malati e pronti a morie. E' un'ottica che nessun film sull'Aids aveva mai pensato, e che qui e' necessaria per costruire un film storico, prima di Internet e dei cellulari, con dei giovanissimi che amano e muoiono quasi per una ideologia, che e' quella di far capire agli altri, a tutti.

 

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Attori bravissimi, a cominciare dal protagonista Nahuel Perez Biscayart e da Adele Haenel. Campillo non ci risparmia niente, in quanto a sesso e a morte, ma e' la parte politica quella piu' riuscita. Difficile che non piaccia a Almodovar.

 

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