LA CANNES DEI GIUSTI - PRIMO GIORNO. SI INIZIA BENE. "MOONRISE KINGDOM" DI WES ANDERSON, E' UNA TOTALE DELIZIA. MAGARI UN PO' FIGHETTO, MA ALLA FINE COSI' SCOMBINATO NELLA SUA ASSURDA RICERCA DI PERFEZIONE DI COLORI, PERSONAGGI, MUSICA, COSTUMI CHE NON PUOI CHE ARRENDERTI AL PIACERE DI FRONTE ALLA FUGA D'AMORE DI UN BOY SCOUT DODICENNE E ORFANELLO, SAM, E UNA RAGAZZINA IN GUERRA COL MONDO, SUZY…
Marco Giusti per Dagospia
Cannes 2012. Primo giorno. Si inizia bene. Il film di apertura, "Moonrise Kingdom" di Wes Anderson, e' una totale delizia. Magari un po' fighetto, ma alla fine cosi' scombinato nella sua assurda ricerca di perfezione di colori, personaggi, musica, costumi che non puoi che arrenderti al piacere di fronte alla sua messinscena maniacale di una fuga d'amore di un boy scout dodicenne e orfanello, Sam, e una ragazzina in guerra col mondo, Suzy, che non puo' lasciare mai il suo binocolo e il mangiadischi a pile che ha rubato al fratello (ci suona Francoise Hardy e un'opera per bambini di Benjamin Britten).
Il tutto ambientato nel 1965 nell'isola di New Penzance, prima che si scateni un terribile uragano. Dietro di loro si muove un gruppo di adulti tristi e scombinati, i genitori di Suzy, Bill Murray con dei pantaloni meravigliosi, e Frances MacDormand, avvocati, il capo della polizia delle isole, un Bruce Willis depresso che ha una storia con la mamma di Suzy, la terribile signora dei servizi sociali.
Tilda Swinton, il comandante del gruppo 55 degli scout, Edward Norton e tutti i piccoli scout che non hanno mai accettato Come loro amico Sam. Piccola storia dell'incontro fra due solitudini in un'America lontana e misteriosa, il film e' costruito quasi musicalmente su un'operina per bambini di Benjamin Britten, ma anche su altre sue opere, come "Noah's Floods", che sara' un momemto fondamentale nel finale con l'arrivo dell'uragano.
I due ragazzini, come tutti i personaggi dei film di Wes Anderson, sono pieni di incertezze e di eccentricita' ma li amiamo immediatamente. Come amiamo gli adulti attorno a loro. Wes Anderson e il suo cosceneggiatore Roman Coppola, si scatenano nella ricostruzione di un passato di un'America ancora vergine, dove Britten vale le canzoni di Hank Williams e l'arrivo dei 45 giri di Francoise Hardy sembra quello di una possibile Nouvella Vague.
Non c'e' una scena, un'inquadratura che non sia controllata dal desiderio di Wes Anderson di ridisegnare abiti, scene, oggetti d'epoca. Ma per fortuna tutto questo meccanismo alla fine lo percepiamo come un gioco cosi' complesso e inutile da far parte solo del desiderio di Anderson di fare del cinema personale, di sognare con quello che mette in scena.
Grandi camei di Harvey Keitel e Jason Schwartzman come capi scout e follia del regista che ricostruisce qualcosa come 350 abiti per gli scout, in gran parte personalizzati. Non piacera' a tutti, ma va bene cosi'. Alla conferenza stampa c'era il cast al completo, coi due giovani interpreti, Jared Gilman e Kara Hayward, assolutamente fantastici.





