steve mcqueen occupied city

LA CANNES DEI GIUSTI - VI DICO SUBITO CHE "OCCUPIED CITY", INCREDIBILE FILM DI QUATTRO ORE SULL'OCCUPAZIONE NAZISTA DI AMSTERDAM, SCRUPOLOSAMENTE RICOSTRUITA DA STEVE MCQUEEN, È UN'OPERA FATICOSA MA UN CAPOLAVORO. DI CONCENTRAZIONE, DI NARRAZIONE, DI CREATIVITÀ. UN CORPO A CORPO CON LA STORIA, COL TEMPO CHE TUTTO DISTRUGGE E FA RINASCERE - MAGARI NON È UN FILM, MA SPIEGATEMI DAVVERO OGGI COSA È UN FILM… - VIDEO

Marco Giusti per Dagospia

 

occupied city

Vi dico subito che "Occupied City", incredibile film di quattro ore sull'occupazione nazista di Amsterdam scrupolosamente ricostruita da Steve McQueen mentre filma, in un percorso parellelo, la realtà della città di oggi dalla pandemia alla guerra d'Ucraina, tutti i luoghi delle storie dei protagonisti per lo più ebrei che le hanno vissute, finendo quasi sempre uccisi nei campi di concentramento tedeschi, è un'opera faticosa ma un capolavoro.

 

STEVE MCQUEEN OCCUPIED CITY

Di concentrazione, di narrazione, di creatività. Un corpo a corpo con la storia, col tempo che tutto distrugge e fa rinascere, con la memoria e con gli stessi luoghi che sembrano costantemente contraddire la realtà. Steve McQueen parte da un lungo, terribile testo-elenco alla Sebald, scritto da Bianca Stigter e tratto dal suo libro su Amsterdam occupata, cioè legato ai luoghi, sui morti, sugli eroi, i traditori, i venduti, sul passato d'Europa e sull'orrore che nasconde quasi in ogni casa, in ogni strada, in ogni piazza Amsterdam.

 

occupied city

Durante le quattro ore vengono fuori storie incredibili che toccano tutto, anche l'arte con il racconto di come venne salvato dai nazisti "La ronda di notte" di Rembrandt,  nascosto nel nord del paese. O i circoli artistici, il teatro, le biblioteche. Per ogni racconto McQueen, legato alla città per esserci cresciuto, studia una particolare situazione legata al momento della nostra storia recentissima, come la pandemia e le proteste contro le chisure, ma studia soprattutto qualcosa che renda il racconto una cosa particolare, una pietra, un mattone, un corto da artista, qualcosa che possa restituirci una memoria di quel che sentiamo.

 

steve mcqueen al festival di cannes

Narrazione su narrazione con tempi mai coincidenti. Un'esperienza dolorosa, ma estremamente vitale. Magari non è un film, ma spiegatemi davvero oggi cosa è un film, mentre scrivo sta passando il corto, mezz'ora, western gay di Pedro Almodovar con Pedro Pascal e Ethan Hawke, "Strane forme di vita"  prodotto da Saint Laurent, ma è certo un'opera che racconta un mondo che è meno lontano di quanto si possa credere. Assolutamente da rivedere.

steve mcqueen al festival di cannes steve mcqueen foto di bacco (1)steve mcqueensmall axe by steve mcqueen

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