1. NEL GIORNO DEL NAUFRAGIO DELL’ITALIA PALLONARA (E PAROLAIA) DI PRANDELLI) AFFOGANO NEL RIDICOLO ANCHE I CANTASTORIE (STONATI) DI SKY FABIO CARESSA E BEPPE BERGOMI 2. C’È UN CONFINE DEONTOLOGICO INVALICABILE ANCHE PER I CRIC & CROC DI SKY CHE SI SONO SOSTITUTI AI TIFOSI E AGLI AZZURRI NEL TENTATIVO (INVANO) DI PAREGGIARE IL MATCH. MAGARI CON UN GOAL DI MANO O CON UN RIGORE INESISTENTE. INSOMMA “ALL’ITALIANA” 2. ESIBIZIONI INDIMENTICABILI ANCHE IN CASA RAI. DOSSENA È UNO CHE PARLA CHIARO, DA SEMPRE, COME QUELLE VOLTE CHE CI SPIEGA IL CALCIO: “IL TERZINO DEVE FARE IL CONTROMOVIMENTO PER L’ESTERNO SE DECIDE DI ARRETRARE E SE L’ESTERNO DECIDE DI FARE IL CONTROMOVIMENTO PER IL TERZINO CHE AVANZA, È IL PORTIERE CHE DEVE FARE IL CONTROMOVIMENTO DEL CONTROMOVIMENTO (CIOÈ IL MOVIMENTO) PER ANDARE A SEGNARE” 3. MENO MALE CHE C’È PAOLA FERRARI, DIARIO MONDIALE, RAI 2: “SARÀ UNA MEZZ’ORA INTENSA, COME FACCIAMO SEMPRE”. O FORSE ALDO AGROPPI: “IL MIGLIORE DEGLI ITALIANI È STATO PRANDELLI. IL PEGGIORE È STATO ALFANO. NON C’ENTRA, MA LA DICO LO STESSO”

DAGOREPORT

bergomi caressa la coppia del gol foto mezzelani gmt bergomi caressa la coppia del gol foto mezzelani gmt

“Chiudete le valigie amici, e tornate in Italia a prendervi la vostra meritata dose di pomodori”.

Parafrasando una frase “memorabile” di Fabio Caressa pronunciata in occasione dei mondiali di Berlino del 2006, è questo l’invito che i poveri teleutenti di Sky potrebbero rivolgere alla coppia di commentatori sportivi, la premiata ditta Caressa&Bergomi, che l’altra sera di fronte a un’Italia pallonara (e parolaia di Prandelli) - a dir poco oscena - si sono sostituti ai tifosi e ai calciatori azzurri nel tentativo (vano) di pareggiare il match con l’Uruguay.

 

Magari con un goal di mano o con un rigore inesistente.

Insomma “all’italiana”.

Così da salvare i destini di quella “patria”, evocata a casaccio alla vigilia dell’incontro dal solito Prandelli-zero-tituli.

 

Per carità, nel circo mediatico del mundial brasiliano, dominato dagli sponsor e dagli interessi economici delle televisioni, nessuno può immaginare d’invocare l’obiettività dell’informazione.

Ma c’è un limite a tutto.

Anche al “taroccamento” in diretta delle partite di calcio.

 

bergomi caressa la coppia del gol foto mezzelani gmt bergomi caressa la coppia del gol foto mezzelani gmt

E c’è un confine deontologico invalicabile anche per certe esibizioni (stonate) dei cantastorie del pallone, Fabio Caressa e Beppe Bergomi, naufragati nel ridicolo insieme a Balotelli&C sotto gli occhi increduli (e offesi) degli abbonati Sky.

 

2. CAPORETTO TELEVISIVA

Pierangelo Sapegno per Oggi.it

 

Prima che le cose cominciassero a farci paura, mentre aspettavamo tutti Italia-Costa Rica, meno male che dagli studi di Sky la frizzante Ilaria D’Amico ci faceva coraggio. In Italia, si sa, la scaramanzia è una religione. E lei ci ha proprio rincuorato, grazie davvero: «Mi sono messa lo stesso vestito che avevo per la partita con l’Inghilterra. E tu Vialli?». Lui: «Anch’io, ho le stesse calze». Magnifico. «E tu Ale? Anche tu?». Alessandro Del Piero, in collegamento esterno: «Io mi sono cambiato. E mi sono anche fatto la doccia».

 

LA SCARAMANZIA NON È BASTATA

caressa bergomicaressa bergomi

Adesso non sappiamo se è per colpa di Ale che abbiamo perso con la Costa Rica, o se la scaramanzia non è servita a niente. Certo è che un destino amaro pareva aleggiare su di noi e forse non c’era niente da fare, come ci stava spiegando benissimo il telecronista Rai Stefano Bizzotto: «Quando avevamo capito tutto ci hanno fatto gol».

 

Quello che sembrava aver capito meno, era il leggendario Beppe Dossena, quasi ammutolito accanto a lui. Avrebbe ripreso voce e autorevolezza solo qualche minuto dopo, mentre la Costa Rica doveva battere un calcio d’angolo: «Una partita sporca», ha sbuffato. Qualcuno ha pensato al calcioscommesse.

 

Terribile. L’immagine inquadrava Bolano che si stava allacciando una scarpa. «Quando dicevo che è una partita sporca, volevo dire che la possono sporcare in questo senso». Confessiamo di essere rimasti tutti un po’ sotto choc. Ma Dossena è uno che parla chiaro, da sempre, come quelle volte che ci spiega il calcio: «Il terzino deve fare il contromovimento per l’esterno se decide di arretrare e se l’esterno decide di fare il contromovimento per il terzino che avanza, è il portiere che deve fare il contromovimento del contromovimento (cioè il movimento) per andare a segnare». Bruno Gentili: «Grazie Beppe, più chiaro di così...».

ilaria d'amico a Tango su skytg24ilaria d'amico a Tango su skytg24

 

Il dramma è questo. Che alle partite dell’Italia ci fanno sentire dei cretini. Personalmente, faccio fatica a capire molti commenti. E adesso è un momento difficile: negli studi Rai è tutto un viavai di gente, vecchi ruderi dei campi di gioco prestati alla filosofia, teorici di varie materie scientifiche, pescati non abbiamo capito bene in quale bar dell’Arci o in quale campetto di periferia a far passare il tempo, e buttati davanti alle telecamere a seguire le orme di Beppe Dossena.

 

Appena capitano nei corridoi cominciano a chiedere del mitico Bruno Gentili, quello che capisce Dossena quando parla e che dice «si gira in un fazzoletto di palla...». Purtroppo non c’è, è in Brasile, avrete modo di accorgervene. In compenso, questi ex calciatori, scelti soprattutto fra i difensori che magari saranno quelli più bravi a parlare, vengono tutti smistati nelle miriadi di trasmissioni per i Mondiali spuntate come funghi sui vari canali e gettati nella mischia.

Ilaria D'AmicoIlaria D'Amico

 

Ne vengono fuori esibizioni indimenticabili. Sergio Brio, ex stopper Juve (quando si diceva ancora così), a Talk Mattina Mondiale, RaiSport: «Quando venivano soltanto i giocatori, i giocatori dribblati avevano fatica a riprenderli: ha inciso le condizioni climatiche». Grazie Sergio. Fabio Petruzzi, ex difensore Roma, Talk Pomeriggio Mondiale, Rai Sport: «Cerci è entrato bene in partita: non puoi, è chiaro che devi vuoi qualcosa».

 

ALL’ESTERO? SI VIVE IN UN ALTRO LUOGO

Più chiaro di così, come direbbe il mitico Gentili. Ubaldo Righetti, ex difensore Roma, Talk Mattina Mondiale, Rai Sport: «Trasferirsi all’estero non è solo un aspetto economico, è anche un aspetto per provare a vivere in un altro luogo». Matteo Materazzi, fratello di Marco, ex Inter (quello che hanno trovato al bar? Può venire anche un cognato?), Notti Mondiali, Rai 1: «Il giorno che Balotelli diventerà Balotelli fenomeno, diventerà un fenomeno veramente». Ci pensa Aldo Agroppi, sempre su RaiSport, a spiegarci i segreti dei nuovi filosofi della Rai: «Ma lo sapete che cosa diceva Boskov? Giocatori di calcio hanno testa solo per portare cappello». Esagerato. Non sempre è così.

Stefano BizzottoStefano Bizzotto

 

D’altro canto il dramma di queste trasmissioni è parlare di notizie senza notizie. E non si può sempre avere in studio Vincenzo D’Amico, ex Lazio, ospite a Maxinho do Brasil, RaiSport: «Come fanno i telespettatori a vedere Belgio-Russia altrove, quando qui si fanno due risate?». Proprio mentre Alberto Rimedio su un altro canale Rai stava introducendo così la partita: «Qualche problema nel riscaldamento, ma sembra non ci sia alcun problema». Cioè?

 

BEPPE DOSSENABEPPE DOSSENA

I problemi ci sono quando c’è l’Italia. Paolo Paganini, Pomeriggio mondiale RaiSport, vede Cassano che passa davanti alle telecamere, e comincia: «La sua faccia è tutta un programma». Poi: «Ha fatto una smorfia perché c’era la telecamera?». Insiste con la solita nidiata di ospiti in studio: «Cosa bisogna fare per tenerlo calmo? C’è il rischio che si apra un caso?». Alla fine, arrivano i giocatori della Costa Rica, scendono dal pullman e fanno le stesse facce di Cassano.

 

«Sbuffano perché hanno caldo. Allora, forse anche Cassano...». È dura parlare di notizie senza notizie. Sky se n’era accorta qualche anno fa, quando per prima aveva mandato in onda l’arrivo dei calciatori allo stadio e i prepartita, con Fabio Tavelli che sembrava raccontare lo sbarco sulla Luna, facendo sbellicare dalle risate anche il più accanito dei tifosi. Aveva fatto in fretta a capire la lezione: in certi casi è meglio il silenzio. È più professionale.

 

Bruno GentiliBruno Gentili

Bisognerebbe capire quanto alla Rai servirebbe il silenzio. Tantissimo. Ma dubitiamo che gli interessi. Le parole sono come la pubblicità: obbligatorie. Bruno Gentili, uno che se vuole sta stare all’altezza di Dossena, è dolente e amaro: «Dire che è un’Italia capace di esaltarsi nei momenti difficili è un luogo comune. È semmai una squadra che sa stare a braccetto con la sofferenza».

 

Poi chiede a Dossena: come deve giocare l’Italia? E il Beppe nostro: «Velocizzare nelle aree nelle quali bisogna velocizzare il gioco». Però se entra Cassano al posto di Thiago Motta, qualcosa cambia. «Il demerito di Thiago Motta», ci spiega Dossena, «è quello di aver giocato sempre spalle alla porta. Quindi non cambia nulla».

 

balotellibalotelli

Delusione. Allora lo ripete: «Non cambia nulla». Ci toccheranno sempre telecronache così. Meno male che c’è Paola Ferrari, Diario mondiale, Rai 2: «Sarà una mezz’ora intensa, come facciamo sempre». O forse Aldo Agroppi: «Il migliore degli italiani è stato Prandelli. Il peggiore è stato Alfano. Non c’entra, ma la dico lo stesso».

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